[415] MONS. SILVESTRO ALBERTINI
e il Seminario Vescovile di Vicenza ⁕
Succedendo a Mons. Tescari come Rettore del Seminario Vescovile di Vicenza, Mons. Silvestro Albertini si trovò dinanzi a una sfida straordinaria. Il seminario, colpito da difficoltà economiche e da una certa disorganizzazione, necessitava di un intervento tempestivo e di un leader capace. Mons. Albertini si dimostrò proprio quella guida: un uomo di spirito, abnegazione e saggezza, mosso dalla convinzione che una solida formazione fosse essenziale per il futuro del clero e della comunità cattolica.
Fin dall’inizio del suo incarico, Mons. Albertini affrontò con vigore le questioni economiche e disciplinari che minacciavano il seminario. A partire dall’anno scolastico 1867-1868, sperimentò una prima riforma mirata: l’apertura di una nuova sezione, con una riduzione proporzionale della pensione degli studenti. Tuttavia, i risultati furono deludenti, e Mons. Albertini, consapevole dell’importanza di un intervento più strutturato, rivolse lo sguardo a una soluzione che aveva già preso in considerazione: la fondazione di un collegio secolare annesso al seminario.
Nel 1868, Mons. Albertini, con il pieno supporto del Vescovo, decise di creare una sezione dedicata ai giovani secolari all’interno del seminario. La sua visione era quella di offrire una formazione cristiana a quei giovani che non avessero vocazione sacerdotale ma desiderassero beneficiare dell’educazione morale e spirituale del seminario. Il 25 agosto 1868, il Vescovo inviò una comunicazione ai parroci di Vicenza e della diocesi, spiegando che il nuovo collegio si ispirava a modelli già adottati in altre diocesi e che la sua fondazione era una risposta ai desideri espressi da numerose famiglie della comunità.
Il collegio secolare sarebbe stato separato dai chierici, con regole disciplinari modificate per adattarsi alle esigenze degli studenti laici. Questa scelta rispondeva al desiderio di molte famiglie vicentine di avere un luogo sicuro e formativo in cui educare i propri figli. Mons. Albertini intuì che, per restituire prosperità e stabilità all’istituto, doveva aprirsi a una comunità più ampia, senza mai perdere la missione originaria del seminario.
Per garantire la buona organizzazione del nuovo collegio, Mons. Albertini introdusse regolamenti precisi. Con una circolare del 22 settembre 1868, comunicò ai parroci le disposizioni che riguardavano le pensioni per i convittori: 370 lire per i chierici e 400 lire per i secolari, entrambe comprensive dei costi per i medicinali. Per l’accesso al collegio, fu prevista una tassa d’ingresso, che contribuiva al mantenimento della struttura e alla gestione degli allievi.
Per l’anno scolastico 1868-1869, Mons. Albertini redasse un programma di ammissione dettagliato e lo distribuì a tutti i parroci della diocesi il 10 settembre 1868. L’iniziativa registrò un’immediata adesione: il numero degli studenti aumentò significativamente. Si contarono 68 alunni nel corso di teologia, 61 al liceo, 90 al ginnasio e 8 nella nuova sezione elementare. In totale, si arrivò a 227 studenti, di cui 193 convittori e 34 esterni.
Nonostante i primi successi, nel 1869 una nuova sfida si presentò a Mons. Albertini: l’abolizione dell’esenzione dal servizio militare per i chierici. Questa modifica legislativa destò preoccupazioni tra le famiglie e i seminaristi, ponendo ulteriori difficoltà alla missione educativa del Rettore. Mons. Albertini, però, non si lasciò scoraggiare. Con determinazione e serenità, continuò ad ampliare il programma di studi, offrendo opportunità formative che rafforzassero le capacità dei futuri sacerdoti.
La visione di Mons. Albertini per il seminario andava oltre l’istruzione teologica e morale. Nel 1874, egli introdusse corsi di Francese, Musica, Disegno e Ginnastica, seguiti nel 1876 dalla scuola Complementare, che permetteva ai chierici di conseguire il diploma di maestri. Questi insegnamenti rappresentavano un passo avanti per l’istituto, che diveniva così un luogo di educazione completa, dove i giovani potevano ricevere una preparazione adatta alle sfide del loro tempo.
Con l’aumento delle iscrizioni, Mons. Albertini comprese però che alcuni corsi erano meno conformi all’indole del seminario. Pertanto, negli anni successivi, tornò a concentrarsi sugli studi essenziali e sul Ginnasio, mantenendo solo la sezione elementare per preparare i futuri seminaristi.
Dopo vent’anni di instancabile lavoro, Mons. Albertini concluse il suo incarico nel 1888. Problemi di salute lo portarono a ritirarsi nel suo paese natale, Montebello Vicentino, dove continuò a collaborare con la comunità parrocchiale accanto al prevosto don Giuseppe Capovin. Nato nel 1824, Mons. Albertini aveva dedicato tutta la sua vita alla formazione e all’educazione dei giovani. Ordinato sacerdote nel 1847, aveva iniziato come maestro nelle scuole del paese, per poi essere chiamato al seminario, dove ricoprì ruoli di crescente responsabilità.
La sua carriera accademica al seminario fu segnata da un impegno costante: dal 1853 al 1858 insegnò Filosofia, Latino e Italiano, quindi dal 1858 al 1861 passò alla Teologia Dogmatica. Fu Prefetto degli studi prima di essere nominato Rettore, carica che tenne con dedizione e competenza. La sua mente acuta, il carattere fermo e l’abilità nella gestione degli affari ecclesiastici gli guadagnarono il rispetto e la stima dei colleghi e degli studenti.
Mons. Albertini aveva un talento naturale per l’insegnamento e una passione per la lingua latina, che scriveva con eleganza. Nelle sue prolusioni agli studi, dimostrava l’impegno di formare giovani saldi nella fede e nella conoscenza. La sua capacità di guidare con saggezza e di plasmare le vite degli alunni contribuì a fare del seminario una guida per la comunità religiosa di Vicenza.
La figura di Mons. Albertini continuò a vivere nel seminario e nella diocesi anche dopo il suo ritiro. Il collegio secolare da lui fondato rappresentava un’opportunità di formazione non solo per i seminaristi ma anche per molti giovani vicentini, che trovarono un’educazione cristiana e disciplinata in un’epoca di grandi cambiamenti sociali. Mons. Albertini lasciò un’eredità viva, fondata su valori di integrità e servizio, che ispirò profondamente il clero e la comunità vicentina.
Mons. Silvestro Albertini morì a Montebello Vicentino il 13 aprile 1906, Venerdì Santo, e fu sepolto il giorno di Pasqua, il 15 aprile. Mons. Veronesi lesse il suo elogio funebre, ricordando le qualità di un uomo di profonda fede e dedizione. La sua vita rimane un esempio per tutti coloro che cercano di costruire una comunità fondata sull’amore per il sapere e la fede.
Umberto Ravagnani
NOTA: ⁕ Il Seminario Vescovile di Vicenza, fondato nel 1566 per volere del vescovo Matteo Priuli, fu il nono in Europa, istituito secondo il decreto “Cum adolescentium aetas” emanato dal Concilio di Trento, che ne definiva il ruolo di guida vocazionale per i futuri sacerdoti. Originariamente vicino alla Cattedrale di Vicenza, il seminario venne requisito tra il 1797 e il 1801 dalle truppe francesi. Fu poi spostato, e solo con il vescovo Cappellari si decise una sede stabile in Borgo Santa Lucia. L’edificio attuale, progettato dall’architetto Lazzari, venne completato nel 1854.
IMMAGINE: Il Seminario Vescovile di Vicenza all’epoca della sua costruzione (1854).
BIBLIOGRAFIA: L.CALIARO, Storia del Seminario Vescovile di Vicenza, Vicenza, 1936.
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