[314] IL MAESTRO ANTONIO MATTIELLO
Il Maestro Antonio Mattiello fu sicuramente la figura piΓΉ importante in ambito scolastico, e non solo, a Selva di Montebello. InsegnΓ² alle Scuole Elementari di Selva, ma anche di Montebello, per ben 48 anni guadagnandosi una medaglia dβoro conferitagli dal Ministero della Pubblica Istruzione per il suo costante e assiduo impegno in campo scolastico.
Ecco una breve nota biografica di suo nipote Claudio Mattiello.
Il Maestro ANTONIO MATTIELLO nacque a Montebello Vicentino il 10 Giugno 1850 e si spense β lucido e sereno β a Selva il 25 Febbraio del 1932. Rimasto orfano ancora giovinetto e senza altri parenti allβinfuori del nonno paterno, che esercitava il suo commercio a Montebello, venne da questi amorevolmente accudito e trascorse β raccontava β anni lieti ed anche, dati i tempi, spensierati.
Da lui ebbe i primi rudimenti del sapere, della rettitudine, dellβonestΓ , del lavoro e dellβamore per la Patria. Principii ai quali non venne mai meno durante tutta la vita. Verso i ventβanni si trasferΓ¬ a Selva ed iniziΓ² a fare il fornaio.
PerΓ² la fame di conoscere, di sapere che gli era stata infusa fin dai primi anni di vita, lo spinse a letture via via piΓΉ impegnative (Manzoni, fra i tanti scrittori e poeti, era il suo ideale), cosicchΓ© dopo i primi studi fatti a Montebello, iniziΓ² a prepararsi da sΓ© e tra gli impegni di lavoro e della famiglia nel frattempo creata con una giovane del luogo e presto allietata dai figli, nelle ore rubate al poco sonno e con lβappoggio costante dellβamatissima consorte, riuscΓ¬ a superare gli esami per maestro in quel di Vicenza, brillantemente e β amava ricordare con giusto orgoglio β con le congratulazioni della Commissione Esaminatrice. Era un buon segno per il futuro insegnante, e soprattutto per i suoi futuri allievi! Correva lβanno 1875.
A Selva trascorse oltre sessantβanni, quarantβotto dei quali dedicati allβinsegnamento nella scuola del paese.
Da allora e fino alla sua scomparsa a ottantadue anni, Antonio Mattiello (il βMaestroβ per antonomasia, o meglio βel Maestroβ) profuse tutto il suo amore, il suo sapere, lβequilibrio del giudizio, oltre che alla famiglia, alla popolazione tutta di Selva.
Egli fu, si puΓ² ben dire, maestro, notaio, avvocato, pacere, trait dβunion fra le necessitΓ dei paesani e le istituzioni. Il suo verdetto, senza lβintervento dei tribunali, metteva la parola fine alle liti, alle divisioni, allβaccordo fra eredi, o alla giusta dote della sposa. Col vantaggio, fra lβaltro, che faceva tutto questo βgratis et amore Deiβ β¦
La scuola. La prima scuola di Selva fu β incredibilmente β installata nella sua abitazione, dove gli scolari piΓΉ indisciplinati e quelli piΓΉ scarsi nel profitto si dovevano fermare anche per alcune ore nel pomeriggio a smaltire sui libri i bollenti spiriti o a rimediare lacune. A tutti non mancava di dare a mezzodΓ¬ qualcosa da mangiare.
Col tempo la scuola si trasferì in due aule ricavate nella canonica di fronte al campanile.
Uomo di grandi ideali patriottici non mancava mai di commemorare nella scuola e fuori gli avvenimenti piΓΉ salienti della storia dβItalia β particolarmente gli piaceva ricordare il Risorgimento. Ogni anno si recava con le scolaresche, assieme a qualche reduce delle patrie battaglie ed alcuni paesani, presso la βgugliaβ di Sorio, sorta a ricordo della sanguinosa battaglia che i giovani vicentini β erano quasi tutti studenti β sostennero nel 1848 contro le preponderanti e bene armate forze austriache.
Durante la Grande Guerra furono innumerevoli le lettere da lui scritte per le mogli e le madri dei combattenti di Selva ed i suoi interventi presso i vari comandi militari per lβinoltro di pacchi destinati ai soldati in prima linea.
Anche lui, come tanti, trepidΓ² per i figli lontani β ne aveva ben quattro, ufficiali al fronte, che fortunatamente tornarono a casa sani e salvi.
Nel 1919 il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferΓ¬ la MEDAGLIA DβORO per le sue benemerenze nel campo scolastico.
Il suo nome infatti era ben conosciuto anche allβinfuori del Comune poichΓ© veniva portato come esempio di un particolare metodo dβinsegnamento, tanto da venir piΓΉ volte encomiato dai Provveditorati agli Studi di Vicenza succedutisi nel corso del suo cinquantennale indefesso lavoro.
Diede anche vita nel 1894 alla costituzione di una banda chiamata βFANFARA ALPINAβ con tanto di βRegolamentoβ i cui pinti sarebbero ancorβoggi attuali.
Il vecchio Maestro, nellβimmediato dopoguerra (1915-18) promosse una sottoscrizione, cui diede buon contributo, perchΓ© venissero messi a dimora dei cipressi vicino alla Chiesa di Selva in ricordo dei Caduti. Il nome di ciascuno era impresso su una targa apposta sul tronco dellβalbero. Diceva commosso β ricordo β che cosΓ¬ gli sembrava di vedere un plotone di paesani soldati che non avevano fatto ritorno alle loro case β¦
Da piΓΉ parti ebbe sempre elogi e riconoscimenti, espressigli in piΓΉ occasioni anche dal figlio illustre di Montebello, Il Generale di Corpo dβArmata Giuseppe Vaccari.
Per tutta la vita la sua grande soddisfazione fu quella di ricevere lettere e cartoline βsenza erroriβ dai suoi vecchi scolari sparsi per il mondo, che avevano lasciato il cuore a Selva e serbavano il ricordo del βMaestro Matieloβ ed ebbero i suoi insegnamenti come esempio nella vita e nelle spesse volte fulgida carriera.
Selva di Montebello Vicentino, il 20 Giugno 1998
Claudio Mattiello
(Dal libro “LA SCUOLA VECCHIA ELEMENTARE di Montebello Vicentino” di Ottorino Gianesato – Umberto Ravagnani – Maria Elena Dalla Gassa).
Foto: Il Maestro Antonio Mattiello davanti alla sua casa a Selva di Montebello (cortesia Anna Biasin).
Umberto Ravagnani
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