IL VALORE DELLE DONNE

[361] IL VALORE DELLE DONNE

I documenti notarili sei – settecenteschi, redatti durante il dominio della gloriosa Repubblica di Venezia, raccontano storie di dissesti economici finanziari che ridussero sul lastrico intere famiglie che solo poco tempo prima conducevano una vita piΓΉ che dignitosa.
In molte di queste spiacevoli situazioni qualche donna, suo malgrado, assurta al rango di capofamiglia, diventΓ² una vera e propria ancora di salvezza.
Verso la metΓ  del settecento, i Garzetta trasferitisi a Montebello da qualche decennio, provenienti dal vicino veronese, cominciarono prepotentemente ad affermarsi in paese sia economicamente che nelle cariche civili.
Protagonisti assoluti furono i discendenti di Antonio: Gio.Francesco, Lorenzo, Pietro Paolo, Gio.Batta e soprattutto Carlo, ma ad offuscare le fortune dei cinque maschi ci si mise, suo malgrado, la sorella primogenita Virginia nata nel 1716.
Questa sfortunata donna ebbe la malasorte di essersi unita in matrimonio con tale Antonio Mancini che, forse privo di serie capacitΓ  imprenditoriali, ridusse la propria famiglia alla fame.
A prendere in mano le redini della situazione ci pensΓ² la moglie Virginia Garzetta, che organizzΓ² una riunione di famiglia nella bella casa nella contrΓ  della Piazza abitata dalla madre Margherita, da pochi anni rimasta vedova del marito Antonio, ma capace autorevolmente di far gravitare i figli attorno a sΓ©.
CosΓ¬ racconta il documento notarile redatto per l’occasione:
β€œsiccome Virginia, per aver il di lei marito Antonio Mancini deteriorata la sua condizione (non era, come giΓ  detto, una questione di salute, ma economica) attrovasi con quattro figlioli ed uno minorenne, tutti pupilli in stato di morire di fame non avendo di che sostentarsi per alimentare sΓ© stessa e li 5 figlioli.
Fa pertanto istanza all’Illustrissimo Giudice del Pavone di Vicenza (il Banco del Pavone presieduto da un Console eletto dal Maggior Consiglio decideva le nomine dei tutori e dei curatori – N.d.R.) perchΓ© degni permettere a Virginia di poter liberamente esigere dalli signori Carlo, Pietro Paolo e fratelli Garzetta, di lei fratelli, il capitale, a titolo di quota statutaria, ad essa Virginia, spettante per i casi occorsi, sopra la robba e facoltΓ  Zucca (ereditΓ  della madre Margherita Zucca-Rinaldi – N.d.R.) pervenuta in casa Garzetta dopo il matrimonio di essa Virginia, con espressa dichiarazione che detto capitale che sarΓ  esborsato non eccede la quantitΓ  di Ducati 43, con che possi detta Virginia alimentare sΓ© stessa e i figlioli pupilli e minori per non morire di fame.
Furono testimoni Stefano Garzetta(cugino) e Francesco Cortivo stretti congiunti della suddetta Virginia”.
Alcuni anni dopo, il 18 aprile 1765, Virginia Garzetta nominΓ² suo procuratore il figlio maggiore Zuanne con facoltΓ  di recarsi a Verona a β€œredimere (riscattare) il proprio cavallo e sedia (calesse, carretto) dalle mani di qualunque sequestratore stato intromesso da credito preteso dallo suo marito”.
Non si sa nΓ© come nΓ© con chi Antonio Mancini si fosse indebitato, comunque cinque anni piΓΉ tardi, nel 1770, risulta giΓ  passato a miglior vita, lasciando cosΓ¬ alla moglie Virginia l’incombenza di allevare i figli, semmai ci fosse stato bisogno, senza l’aiuto di un padre che evidentemente si era troppo poco prodigato per il bene della propria famiglia.
Nel leggere questo documento viene spontaneo chiedersi come avessero potuto i fratelli benestanti di Virginia, abitanti a Montebello, lasciare la sorella in questa terribile condizione di miseria senza intervenire in suo aiuto. A onor del vero solo il fratello Gio.Francesco, di due anni piΓΉ giovane, le diede indirettamente una mano. L’anno prima della grande riunione di famiglia voluta da Virginia, rinunciΓ² ad ogni tipo di ereditΓ  facendo cosΓ¬ crescere la quota spettante ad ognuno dei fratelli e sorelle. Lasciata a Montebello la famiglia, Gio.Francesco si era trasferito da qualche tempo a Rovereto dove gestiva una bottega di casolino i cui proventi erano per lui sufficienti a condurre una vita senza problemi economici.
Margherita, la madre dei fratelli Garzetta, insistette inutilmente perchΓ© il figlio Gio.Francesco accettasse e venisse reintegrato nella sua parte di ereditΓ . Pertanto nel 1776, dopo la sua morte, i figli si divisero alcuni campi situati a Montebello nella contrΓ  del Frigon che la donna aveva avuto dalla famiglia di origine (OTTORINO GIANESATO).

FOTO: La contrΓ  della Piazza, a Montebello, in una immagine di fine ‘800 (rielaborazione digitale Umberto Ravagnani).

Umberto Ravagnani

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