I CAVALLI DEGLI ANSELMI

[326] I CAVALLI DEGLI ANSELMI

Qualche anno dopo il suo arrivo a Montebello, Girolamo Anselmi, predestinato ad entrare nel β€œGotha” dei ricchi benestanti del luogo, fu protagonista di un episodio per nulla violento, ma che giΓ  da subito ne mostrΓ² la determinazione ed astuzia, doti indispensabili per gli affaristi come lui era. Un uomo che, partito con modeste risorse, seppe creare una fortuna nell’arco di qualche decennio e che i suoi successori portarono a livelli altissimi. Avvenne che il 17 novembre 1759, Antonio Pasini maniscalco pubblico presso la Stazione di Posta, ubicata lungo la strada principale del centro di Montebello, venne chiamato a testimoniare presso il notaio Domenico Cenzatti. La sua grande esperienza nel ferrare i cavalli sia dei suoi compaesani sia di quelli dei forestieri al traino di carri e carrozze, facevano di lui un profondo conoscitore dello stato di salute degli stessi animali.

Β« Antonio Pasini, marescalco pubblico della Posta di detto loco, non indotto da timore o violenza alcuna, ma per puro effetto di ragione o giustizia, ha dichiarato e dichiara aver egli pel corso dell’anno ferrato una cavalla di anni 5 di ragione (proprietΓ ) del signor Francesco Brunello del fu Pietro Antonio nΓ© di aver in detto tempo mai scoperto alcun difetto nelle gambe della medesima. Passata poi nelle mani del signor Girolamo Anselmi la ferrΓ² a li 15 ottobre passato e trovΓ² allora la stessa nelle gambe offesa dall’erpice sotto cui fu adoperata ad erpicare terreni. Come disse il signor Brunelli suddetto, della cavalla suddetta avendone il signor Anselmi fatto baratto col signor Francesco Zuliani da Padenghe della Riviera di SalΓ², (Brescia) il suddetto costituente prova della veritΓ . Presenti: Domenico Castegnaro fu Iseppo e Paolo Pelosato fu Antonio testimoni. Β»

Il notaio Cenzatti non racconta l’epilogo di questa controversia, ma sicuramente Girolamo Anselmi dovette assumersi tutte le responsabilitΓ  del caso e rifondere il gardesano Francesco Zuliani.
Passarono solo 2 anni e mezzo e Girolamo Anselmi si trovΓ² protagonista di una disputa simile a quella sopra narrata. Anche questa volta, materia del contendere, una cavalla zoppa col mantello baio di 4 anni che l’Anselmi aveva venduto alla signora Carlina del fu Luca Bonomo. Per la perizia vennero invitati il maniscalco Giulio Pantini (?) di Arzignano, da parte della donna e il maniscalco Antonio Pasini di Montebello che evidentemente godeva della fiducia di Girolamo Anselmi. Non si conosce l’esito della perizia.
Quasi novant’anni piΓΉ tardi i nipoti di Girolamo, Luigi e Gio.Batta ultimi eredi diventati ricchi sfondati, grazie alla loro intraprendenza e a quella della famiglia, in primis quella del nonno, procedettero alla divisioni del patrimonio di famiglia mediante un inventario. Erano passati solo due anni da quando, nel 1847 avevano fatto costruire il palazzo, conosciuto come Villa Anselmi-Schroeder (oggi Bottega Veneta), in territorio di Montebello giusto al confine col comune di Brendola, e giΓ  andavano ognuno per la propria strada, seppure in buona armonia.
La meticolosa descrizione, di tutte le stanze con i relativi mobili e suppellettili e di tutti gli annessi occupa parecchie decine di pagine. In particolare la scuderia e la rimessa rivelano la grande passione per i cavalli e per le carrozze dei due fratelli. La rimessa sembra il bazar di β€œTutto per l’Equitazione” tanti e disparati sono gli oggetti riposti.
Nella scuderia Γ¨ presente una pariglia di cavalli di razza fine incrociata alta quarte* 10 e ΒΎ circa, di pelo baio marrone di anni 7 e mezzo circa.
Esiste pure una cavalla baia stellata, con basin levente in bianco (con addome con sfumature bianche ?) di quarte* 9 e mezza circa di anni 7, corba (zoppa anche questa !) alla gamba destra con qualche ingrossamento ai nodelli superiori.
Altra cavalcatura presente Γ¨ un cavallo sauro mascherino balzano (a macchie bianche) di quarte* 8 e ΒΎ di forse 12 anni.
Nella rimessa fa bella mostra una timonella a 4 ruote scoperta provvista di assi di ferro, con stanghe di legno da sole 2 persone in forma di Phaeton (tipo di carrozza), con 2 fanali di latta e ottone, 2 cuscini …
Un legno (tipo di carrozza) a forma di cittadina mezzo coperto, ma con contro copertina movibile a vetri con sopracoperta di pelle, della portata di 4 persone internamente e di altre 2 sulla serpa (posto di guida – n.d.r.) (la descrizione Γ¨ lunga alcune pagine!) …
Altra β€œscarpa” (tipo di carrozza) piccola di ferro con catena foderata di cuoio.
Una carrettina a cappella alla tedesca a 4 ruote della portata di 4 persone nei sedili stabili …
Un Phaeton (tipo di carrozza) senza portelle, a 4 ruote della portata di 4 persone … (segue la lunghissima descrizione)
Altra timonella a 4 ruote di ferro.

OTTORINO GIANESATO

Estratto dalla sua ricerca storica: Gli Anselmi, β€œI Paperon de’ Paperoni di Montebello”, che verrΓ  pubblicata su AUREOS fra non molto.

Note: * Nelle antiche unitΓ  di misura in uso nella provincia di Venezia le quarte equivalevano a circa 17 cm (un quarto di un braccio).

Foto: Ancora alla fine dell’Ottocento si viaggiava con carrozza e cavalli. Cartolina postale 1896, arrivo della Marchesa Anna Carlotti Miari alla sua imponente villa a Montebello. (Collezione privata Umberto Ravagnani)

Umberto Ravagnani

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