UN MIRACOLO A MONTEBELLO

[331] UN MIRACOLO A MONTEBELLO

Nella sacrestia della Chiesa Prepositurale di Montebello, vi Γ¨ un quadro del pittore Giuseppe Gaetano Faccin (1874–1916) che lavorΓ² soprattutto nella sua cittadina natale, Schio, ma anche nel resto della provincia di Vicenza. L’opera fu commissionata dal Prevosto Giuseppe Capovin all’inizio del 1900 e rappresenta un episodio miracoloso avvenuto nel 1524 a Montebello.1 Era un periodo nel quale i due torrenti maggiori che scorrono nel nostro Comune, il GuΓ  e il Chiampo, esondavano quasi regolarmente durante le piene, causando danni pesantissimi. Per citare alcuni episodi eccezionali di quel periodo ricordiamo le rotte del Chiampo del maggio del 1524, del gennaio del 1768 e del maggio del 1774, e quelle del GuΓ  del maggio del 1600, dell’ottobre del 1649, dell’autunno del 1686 e del maggio del 1774.
Nella primavera del 1524, per riprendere il nostro discorso sull’episodio miracoloso, fu il Chiampo che ruppe gli argini inondando il territorio di Montebello e causando danni gravissimi, in particolar modo alle colture. Elisabetta Girelli autrice del libro β€œDella Vita di Santa Angela Merici” (1874) ci descrive molto bene che cosa avvenne in uno di quei tragici giorni presso Montebello:
«… Nei primi giorni di maggio dell’anno 1524, Santa Angela Merici, nell’etΓ  di 46 anni, partiva da SalΓ² insieme col cugino materno Bartolomeo Biancosi per andare a Venezia ed ivi imbarcarsi per la visita dei luoghi Santi di Palestina. Il Biancosi e S. Angela, per la difficoltΓ  della strada, viaggiavano a cavallo, e, quando furono a Montebello, terra del Vicentino, si videro attraversata la via da una rossa corrente sopra cui altro ponte non v’era che una semplice trave appoggiata sulle due sponde. Il Biancosi, giovane coraggioso e portato da buon destriero, guadΓ² la piena, ma Angela, sopra un cavallo meno sicuro, non sapeva a qual partito appigliarsi. Con gran fede Ella allora si raccomandΓ² a Dio, e tosto il cavallo, che stava fermo a quel bivio pericoloso, si mosse da sΓ© camminando sopra la trave, che appena a piedi un uomo di coraggio si sarebbe fidato di attraversare, e in tal modo S. Angela, protetta dal cielo, arrivava all’opposta sponda Β».
Brevemente tutta la vita di Angela Merici fin dalla piΓΉ giovane etΓ  Γ¨ stata dedicata all’amore per il prossimo. Nata a Desenzano sul Garda, in provincia di Brescia, il 21 marzo 1474, Angela respira sin da piccola un forte senso religioso: la sera, infatti, la famiglia si raduna attorno al padre, Giovanni, per ascoltarlo leggere le vite dei Santi. Ed Γ¨ proprio grazie a queste letture che la piccola Angela inizia a nutrire una devozione particolare nei confronti di Sant’Orsola, la nobile giovane di Britannia martirizzata nel IV secolo insieme alle suo compagne, che avrΓ  un grande ruolo nella maturazione della sua spiritualitΓ . A 15 anni, Angela perde prematuramente la sorella ed i genitori; si trasferisce quindi a SalΓ², accolta in casa dallo zio materno. In quegli anni, sorge in lei il desiderio di condurre una vita piΓΉ austera e penitenziale, tanto da scegliere di diventare Terziaria francescanaΒ 2. Cinque anni dopo, alla morte dello zio, la giovane ritorna a Desenzano dove si dedica alle opere di misericordia spirituali e corporali, accompagnando sempre il lavoro manuale con la preghiera e il raccoglimento. Ed Γ¨ proprio mentre Γ¨ in preghiera che la futura Santa ha la visione di una processione di angeli e vergini che suonano e intonano canti. Tra loro, Angela vede anche la sorella defunta che le preannuncia: β€œFonderai una compagnia di vergini”.
Dopo aver ricevuto una seconda visione, Angela decide di recarsi in pellegrinaggio in diversi luoghi sacri: Mantova e il Sacro Monte di Varallo sono tra le prime mete, seguite, nel 1524, dalla Terra Santa. Ma è proprio durante il viaggio verso le origini del cristianesimo che avviene un prodigio singolare: improvvisamente, Angela perde la vista; la riacquisterà solo al rientro dalla Terra Santa, pregando davanti al Crocifisso. Lungi dallo scoraggiarsi, la Merici accoglie la momentanea malattia come un segno della Provvidenza, così da poter guardare ai Luoghi Santi non con gli occhi del corpo, bensì con quelli dello spirito.
Nel 1539 le condizioni di salute di Angela si aggravano e il 27 gennaio 1540 muore, all’etΓ  di 66 anni. Le sue spoglie vengono deposte nella Chiesa di Sant’Afra di Brescia, dove si venerano ancora oggi, in quello che Γ¨ stato ridenominato Santuario di Sant’Angela. Beatificata nel 1768 da Papa Clemente XIII, Angela Merici Γ¨ stata canonizzata il 24 maggio 1807 da Papa Pio VII. La sua ricorrenza viene fissata il 27 gennaio.
Una sua frase celebre sintetizza il suo modo di vivere la spiritualitΓ : β€œGuardatevi dal voler ottenere alcuna cosa per forza, perchΓ© Dio ha dato ad ognuno il libero arbitrio e non vuole costringere nessuno, ma solamente propone e consiglia”.
Giova infine ricordare che il Prevosto di Montebello don Giuseppe Capovin nel 1876 istituì la Congregazione di S. Angela Merici la prima in Diocesi e ne fu anche il direttore.

Note: (1) Il quadro del pittore Giuseppe Gaetano Faccin rappresenta la Santa a cavallo nel momento in cui il destriero sta per muovere i primi passi sulla trave. S. Angela con le mani giunte e lo sguardo rivolto al cielo Γ¨ in atto di preghiera. Due individui alla sinistra del torrente stupiti di tanto prodigio guardano estatici. All’opposta riva Bartolomeo Biancosi, ritto a cavallo, con cenno di mano incoraggia la Santa. Il cielo Γ¨ nuvoloso. Sullo sfondo la collina del castello nel mezzo di una bassa cortina delle nubi. Tra il verde delle piante occhieggiano le case del paese.
(2) Il terziario francescano Γ¨ generalmente un laico, chiamato a compiere il suo cammino terreno aderendo alla spiritualitΓ  francescana.

Foto: Cartolina postale 1905 ca. Angela Merici attraversa prodigiosamente il Chiampo rigonfio di acque presso Montebello Vicentino (collezione privata Umberto Ravagnani).

Umberto Ravagnani

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