QUANDO NON C’ERANO I MEDIA

QUANDO NON C’ERANO I MEDIA

[465] QUANDO NON C’ERANO I “MEDIA”

“Gli Amici di Montebello” che a fine settembre 2025 sono stati deliziati dalle bellezze del Palazzo Farnese di Caprarola di Viterbo hanno potuto altresì conoscere, per bocca della informatissima guida turistica che li ha accompagnati, moltissimi particolari storici che hanno contraddistinto la vita di questa nobile famiglia filo-papalina. Attraverso le mappe di svariati continenti e territori che abbelliscono le enormi pareti del palazzo, si viene a sapere come nel ‘500 i Farnese fossero addirittura arrivati a comandare città come Piacenza e Parma non però senza entrare in conflitto con altri rivali come i Gonzaga di Mantova.
Una triste vicenda che si svolse a Montebello verso la metà del’500 ci informa come in quel tempo, pur non essendoci né giornali né televisione, la gente fosse informata di quanto avveniva a più di cento chilometri di distanza. Certamente a portare queste notizie erano i viaggiatori o i commercianti di passaggio o forse soldati mercenari di rientro dalla partecipazione alla guerra che i Farnese intrapresero contro altri pretendenti i territori emiliani. Il 12 settembre 1553 tale Filippo da Chiuppano, da tempo residente a Montebello, ricevette l’ennesima denuncia per uno dei tanti gravi reati da lui commessi in paese. E non fu l’unico ad essere implicato in una triste e complicata vicenda che vide soccombere tale Bartolomeo detto “Mion”. Infatti altri soggetti furono querelati per falsa testimonianza: Battista “fratino”, Tonello Grattonato, Matteo Gallo, Fabio Sangiovanni, Bartolomeo Chiarello, Francesco Miolato, Andrea T. e Leonello Pajarin.
Gallo, Chiarello e Sangiovanni deposero che all’epoca del misfatto si trovavano a Montebello a casa di Filippo da Chiuppano nella quale si erano riuniti per decidere di partire insieme per la “Guerra di Mirandola (Guerra di Parma). Evidentemente già altri mercenari montebellani che avevano partecipato a questo conflitto, vantando laute ricompense ricevute per i servigi di soldati, invogliarono altri compaesani a recarsi a Mirandola e qui mettersi a disposizione proprio dei Farnese alleati dei francesi.
Il conflitto in questione era stato voluto dal papa Giulio III che poco prima dell’apertura dei lavori del Concilio di Trento (1545-1563) si fece trascinare dall’imperatore in una guerra contro i Farnese che nonostante fossero sempre stati leali servitori dei Pontefici, vedendo il territorio di Parma invaso dalle truppe di Don Ferrante Gonzaga, si erano alleati con la Francia. Nel 1551 Giulio III inviò il nipote Gian Battista da Monte ad assediare Mirandola, tenuta da un piccolo nucleo di truppe francesi comandato da Piero Strozzi. L’assedio terminò il Venerdì Santo del 1552 con la morte del nipote del Papa. La guerra si concluse nel 1559 con la Pace di Cateau-Cambresis.
Ritornando agli imputati sopra nominati, Filippo da Chiuppano ritenuto colpevole, fu condannato alla pena capitale. Non prima però di essere condotto in compagnia di Matteo Gallo sopra un asino attraverso la città di Vicenza coperti entrambi da un copricapo vergognoso (mitria). Anche Leonello Pajarin dovette farsi un bel giretto a dorso di asino in città, nelle ore di mercato però, provvisto dell’ignominioso immancabile cappello. Fabio Sangiovanni invece, forse perché di nobile famiglia, ottenne l’impunità con una Ducale del 16 marzo 1554. Non toccò migliore sorte a Bartolomeo Chiarello che passò il resto della sua vita nel carcere dov’era detenuto.
Ottorino Gianesato

FOTO: Interno del Palazzo Farnese a Caprarola (Vt) in un recente viaggio degli Amici di Montebello (foto U. Ravagnani 26-09-2025).
BIBLIOGRAFIA
: O.Gianesato, “Montebello nella quotidianità del ‘500”, 2010.

Umberto Ravagnani

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