AMICI DI MONTEBELLO

2014_11_Novegno

13 Luglio 2014: MONTE NOVEGNO E LUOGHI DELLA I GUERRA MONDIALE

 

MONTE NOVEGNO

Nella prima quindicina del giugno 1916, il Novegno fu la chiave di volta dell’estremo schieramento italiano lungo la destra dell’Astico; resse all’urto conclusivo dell’11a Armata imperiale che, scavalcandolo, sarebbe sfociata nella pianura veneta precedendo la 3a Armata irretita sul vicino Altopiano dei Sette Comuni. In quei giorni, soprattutto fra il 12 e 13 giungo, fanti ed alpini della 35a divisione di fanteria al comando del magg.Carlo Petitti di Roreto, che aveva sostituito il discusso suo predecessore Felice De Chaurand de Saint Eustache, si batterono in maniera quasi sovrumana contro i Kaiserjager dell’8a divisione, il cui attacco era stato preceduto da una massiccia, pesante e micidiale azione di fuoco da parte dell’artiglieria, nettamente superiore per quantitΓ  e qualitΓ  a quella italiana. L’azione si concentrΓ² contro Passo Campedello e M.Giove, ma alla fine a spuntarla furono i fanti della 35a, vanificando cosΓ¬ l’attivitΓ  offensiva della XI Armata dell’arciduca Eugenio e, in particolare, quella della 44a Divisione austroungarica al comando del generale Viktor Dankl. Veniva cosΓ¬ arrestata, alle porte di Schio e sul limitare della pianura vicentina, la “strafexpedition”, operazione che probabilmente rappresentΓ² la piΓΉ grande battaglia che mai sia stata combattuta in montagna in un contesto che fu l’unico dell’intera fronte a subire ininterrottamente per tutti i quarantun mesi, le sorti di uno stato di belligeranza e divenendo teatro di alcune tra le piΓΉ sanguinose battaglie combattute durante il conflitto. Sgomberato durante la notte del 24 giugno 1916, il Novegno fu interamente rioccupato dall’Esercito italiano, che negli anni successivi vi realizzΓ² grandiose opere campali, sistemandovi artiglierie che, oltre ad esercitare azione offensiva sulle linee oltre il Posina, ne fecero un formidabile caposaldo in grado di sventare possibili ritorni offensivi. Sul “Letzeberg” l’ultimo monte, com’era stato chiamato dagli austriaci il Novegno, il terreno intorno alla conca, rivela tracce di quel tempo in cui hanno vissuto migliaia di uomini in armi: resti di strade, mulattiere, piazzole per baracche, postazioni di artiglieria, resti di un cimitero di guerra; segni dell’immane opera fortificatoria e difensiva realizzata in guerra senza risparmio di fatica, coi mezzi ancora rudimentali del tempo. Tutto ciΓ², fa del Novegno un grande laboratorio all’aperto per la conoscenza e lo studio della Grande Guerra. Qui piΓΉ che altrove, le testimonianze, le ricerche, i documenti, trovano sul terreno il tangibile riscontro di opere, alcune delle quali sono da considerarsi veri capolavori dell’ingegneria militare. Sotto il profilo naturalistico il massiccio del Novegno offre eccezionali aspetti, magnifici esemplari di una fauna unica vivono in ampia simbiosi in un patrimonio floreale di pregio e degno di attenzione e cura.

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