24 ottobre 2021: SAN MARTINO – SOLFERINO – CAVRIANA – LAGUSELLO
LA TORRE DI SAN MARTINO – La torre sorge sul colle piΓΉ alto di San Martino che lβarmata sarda, con alterne fortune, conquistΓ², perse e riprese piΓΉ volte con cruenti assalti e ripetute cariche contro gli Austriaci. Eβ stata eretta per onorare la memoria di re Vittorio Emanuele II e di quanti hanno combattuto per lβindipendenza e lβUnitΓ dβItalia nelle Campagne dal 1848 al 1870. La torre, monumento ammirato per la sua maestositΓ allβesterno e per i suoi pregi artistici allβinterno, immersa in un ampio parco, Γ¨ espressione del sentimento patrio degli Italiani, essendo stata realizzata grazie ad una partecipata sottoscrizione nazionale. Iniziata nellβanno 1880, fu inaugurata il 15 Ottobre 1893 alla presenza di re Umberto I, della regina Margherita, ministri, i membri del Parlamento e di una grande folla accorsa da tutte le province di Italia. Alla base ha un tamburo cilindrico rastremato, coronato da merli e misura mm 22,80 mt di diametro e mt 19,80 di altezza. Da questo tamburo spicca il maschio della torre che Γ¨ pure cilindrico rastremato ed ha 13 metri di diametro al basso ed 11,40 in alto. Con i medaglioni che sostengono i merli la torre torna poi ad allargarsi in modo che il diametro del terrazzo Γ¨ di mt. 13,90. Il percorso che si snoda dalla sala di ingresso fino alla piattaforma superiore Γ¨ impreziosito da statue di bronzo ed affreschi di pregio che rievocano fatti e protagonisti del periodo risorgimentale. La Torre ha uno sviluppo interno di 490 metri, Γ¨ alta 64 e nel centro della sua eccelsa piattaforma superiore, difesa da una mura merlata, si alza lβasta per la bandiera, trovandovi altresΓ¬ posto un grande faro che nella notte irradia i colori della bandiera italiana. Dallβalto del monumento si possono ammirare magnifici panorami sulla sottostante pianura. Quasi ai piedi della torre vi Γ¨ la villa Contracagna, in passato di proprietΓ dei Conti Tracagni, che il giorno della battaglia fu obiettivo di ben sette assalti dellβarmata sarda contro le truppe austriache.
IL MUSEO DI SAN MARTINO – Alle spalle della Torre vi Γ¨ il Museo che conserva i cimeli, i documenti ed i ricordi della battaglia del 24 Giugno 1859, nonchΓ© significative testimonianze di altri eventi della storia del Risorgimento. Realizzato nel 1939, il museo consta di tre sale ove sono esposti anche alcuni esemplari dei cannoni impiegati nella battaglia. Vi fanno bella mostra, poi, armi, divise, carte topografiche e testimonianza di vita quotidiana dei combattenti. Fanno corona alcuni pregevoli dipinti di pregio che raffigurano i maggiori protagonisti della battaglia. Il percorso museale Γ¨ accompagnato da didascalie che illustrano i reperti esposti.
LA CAPPELLA OSSARIO DI SOLFERINO – Ad est del museo si diparte, in leggera salita, un suggestivo viale di cipressi che porta alla Chiesa di San Pietro in Vincoli, trasformata dalla SocietΓ , dopo averla acquistata dalla Curia Vescovile di Mantova, in Chiesa-ossario. Al lato sinistro dellβingresso vi Γ¨ un busto bronzeo di Napoleone III collocato in occasione del centenario della morte dellβImperatore, mentre sulla destra, vi Γ¨ una piccola piramide di pietra che ricorda il generale francese Auger ferito il 24 giugno a CΓ Morino e quindi morto a Castiglione delle Stiviere. Sulla facciata della chiesa campeggiano due mosaici raffiguranti, lβuno, San Pietro e lβaltro il Redentore, sovrastati da una statua della Madonna con ai lati due angeli della Resurrezione. Allβinterno, nellβabside, sono custoditi 1413 teschi ed innumerevoli ossa dei caduti. Cinque busti di altrettanti generali francesi che caddero sul campo nella Campagna dβItalia si fronteggiano allβingresso del Tempio.
MUSEO DI CAVRIANA – 1964/65 – Il Gruppo Archeologico Cavriana nacque nel 1964/65 per iniziativa di Leonildo Grazioli che raccolse intorno a sΓ© un gruppo di giovani con lβintento di recuperare e conservare molto ordinatamente il materiale di interesse archeologico che allora affiorava copioso durante la ripresa agricola del dopoguerra. 2011 – In questo arco di tempo nei nove Comuni del comprensorio Alto Mantovano sono stati indentificati e indagati oltre 60 siti di interesse archeologico. Tra essi si distinguono gli scavi condotti tra il 1966 ed il 2005 nei siti palafitticoli di Bande di Cavriana e Castellaro Lagusello – dal 2011 inseriti nel patrimonio mondiale UNESCO – lβidentificazione di tre siti neolitici, il recupero dei resti di nove βville Rustiche”, di unβedicola votiva e di due necropoli di epoca romana. GiΓ nel primo Atto Costitutivo era prevista la valorizzazione di quanto rinvenuto e nel 1969 venne aperto al pubblico il primo ANTIQUARIUM che successivamente, nel 1983, si sviluppΓ² con lβinaugurazione del MUSEO ARCHEOLOGICO DELLβALTO MANTOVANO, oggi articolato su 13 sale e dotato di una biblioteca specializzata, ricca di circa 5000 volumi, uffici, archivi, sale studio, depositi e laboratorio didattico.
CASTELLARO LAGUSELLO – La storia EtΓ del bronzo, insediamenti su palafitte sono presenti intorno al lago. EtΓ romana, tracce di un abitato sono state rinvenute in una localitΓ vicina. 1145, in un documento di Papa Eugenio che riporta lβelenco delle pievi dipendenti dalla diocesi di Verona, viene citata per la prima volta la plebem de Castellaro. La costruzione del borgo fortificato si fa risalire allβXI- XII secolo. 1391, Gian Galeazzo Visconti cede il fortilizio a Francesco Gonzaga, ma se lo riprende lβanno dopo e lo tiene fino al 1405, quando Castellaro passa di nuovo ai Gonzaga restando in loro possesso sino al 1441. In quellβanno il baricentro si sposta di nuovo da Mantova a Verona, sotto la sovranitΓ della Repubblica Veneta. 1637, la Serenissima si disfa della piccola fortezza che agli inizi del Seicento aveva perso del tutto la sua funzione difensiva. Castellaro e il lago vengono messi allβasta e comprati, per 545 ducati, dai conti Arrighi. La struttura rimane quella della corte medievale, con mura merlate atte a contenere le case dei contadini con i loro orti, e la curtis alta, la residenza gentilizia, al posto del presidio militare.
Slide: Alcune riprese fotografiche effettuate durante la gita sociale (Umberto Ravagnani – 2021)
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