[360] LA NOBILE ECLETTICA PITTRICE
(ospite di Montebello)
Sembra che, dopo tanto tempo di oblio ed abbandono, la villa Miari di Montebello abbia trovato finalmente un acquirente che possa prendersi cura e difendere il bellissimo edificio preso di mira dai vandali e minacciato dalla vetustΓ .
Non si conosce lβanno di costruzione di questo imponente edificio, voluto dalla famiglia Righi, che dallβalto della collina domina Montebello. Gli esperti dβarte lo ritengono sei-settecentesco e sul periodo della sua costruzione si possono solo formulare delle ipotesi. Una di queste racconta che il 21 settembre 1678, mentre a Montebello si procedeva alla ricostruzione del ponte sul rio Acquetta, uno dei lavoratori, Pietro Danesato (avo dello scrivente) fu incaricato a riportare con i suoi buoi lβargana (macchina edile) a MarcβAntonio Righi dopo che questi lβaveva prestata al cantiere. Si sa dallβEstimo del 1670 che i Righi possedevano a Montebello solo una semplice casa dominicale recintata da un muro ai piedi della collina, alla quale si accedeva da via Borgolecco. La presenza di questa macchina edile presso un cantiere era giustificata solo se si stava approntando un grande edificio, come quello di una villa appunto, verosimilmente quella che oggi tutti conoscono come villa Miari.
Sono lontani i tempi in cui alcune facoltose persone e famiglie si alternarono nella proprietΓ di questa magnifica residenza: Righi, Hermann, Carlotti, Miari ed altri, ma forse la presenza piΓΉ prestigiosa fu quella veneziana dei Mocenigo.
Nel 1870 Alvise Francesco Mocenigo, nobile che tra gli avi vantava sette Dogi di Venezia, acquistΓ² la villa dalla baronessa Hermann. La nobile si era profondamente prodigata a restaurarla dopo che intere schiere di operai, in essa ospitati perchΓ© impiegati nella costruzione della linea ferroviaria Ferdinandea Milano-Venezia, ne avevano peggiorato e deteriorato le condizioni.
Alvise Mocenigo, nato nel 1799 a Venezia solo due anni dopo la capitolazione della βSerenissimaβ, si sposΓ² il 23 novembre 1840, un poβ avanti con lβetΓ quindi, con la viennese Clementina Spaur, piΓΉ giovane del marito di 17 anni e figlia del governatore austriaco della cittΓ lagunare.
Clementina Spaur era molto apprezzata nellβambiente nobile veneziano per le sue doti di raffinata pittrice e per il suo amore per la bella musica. Quando il librettista Francesco Maria Piave scrisse il dramma lirico in 4 atti βErnaniβ, Giuseppe Verdi lo musicΓ², presentandolo per la prima volta al Teatro βLa Feniceβ il 9 marzo 1844. In quella occasione lo dedicΓ² alla nobilissima contessa Clementina Mocenigo-Spaur, distinta cultrice della musica italiana. Da notare che Alvise Mocenigo fu nominato in quel tempo presidente del citato famoso teatro.
Ma la notorietΓ di Clementina Spaur era dovuta alle sue raffinate capacitΓ di pittrice, merce rara per le donne di quel tempo, che raramente avevano la possibilitΓ di esternare la loro vena artistica che si scontrava spesso con la mentalitΓ maschilista poco aperta al dovuto riconoscimento della creativitΓ femminile.
Anni prima, nel 1810, durante lβoccupazione napoleonica, la chiesa veneziana di santβApollinare fu soppressa, come altre chiese del resto, e ridotta a impieghi tuttβaltro che religiosi. Nel 1840 alcuni generosi veneziani pensarono di acquistare lβantico edificio sacro, ma solo nel 1854 vi riuscirono, anche con il contributo di Clementina Spaur, per la somma di 80.000 Lire Austriache.
La contribuzione per la chiesa di santβApollinare da parte di Clementina Spaur si perfezionΓ² con il grazioso dono di unβopera scaturita dal suo pennello rappresentante βLa NativitΓ di Maria Vergineβ e collocata nel primo altare dopo la cappella a destra. Lβopera piΓΉ famosa della Spaur Γ¨ βLa Vergine Maria sedente in trono con il Bambinoβ che non dovrebbe quindi essere quella conservata nella chiesa di santβApollinare.*
Lβacquisto della villa in Montebello ci fa pensare ai piacevoli soggiorni che deliziarono la contessa Clementina dopo il 1870. Qui nel ridente paesaggio collinare sicuramente trovΓ² fonte di ispirazione per nuove opere pittoriche.
Quando il marito Alvise Mocenigo morΓ¬ a Venezia nel 1884, si procedette allβinventario di tutte le cose che si trovavano allβinterno della villa per poi passare alla vendita della stessa.
In questa occasione il signor Carlo Marco Brocco fu nominato loro procuratore dalla vedova Clementina Spaur e dalle figlie la contessina Amelia e Maria duchessa di Noci nonchΓ© da altri.
Lβinventario contΓ² ben 284 voci diverse di oggetti trovati in 34 ambienti differenti. Tra quelli rinvenuti nella villa, un quadro della Beata Vergine Maria probabilmente dipinto da Clementina stessa durante uno dei suoi soggiorni a Montebello. In particolare nella camera della contessa si elencarono pure due piccoli quadri con immagini sacre, una oleografia del Sacro Cuore di GesΓΉ, un quadro ad acquerello di san Giuseppe, anche questo forse opera sua. Nella camera della figlia nubile contessina Amalia, tra i numerosi oggetti si trovarono: un quadro ovale con oleografia di GesΓΉ Nazzareno, un altro con la Beata Vergine Maria, un altro ancora con una litografia sempre della Madonna. Tutti segni questi della devozione della famiglia.
In un salottino si rinvennero un quadro con una stampa dellβImperatore Francesco Giuseppe ed un altro con una fotografia del Papa Pio IX, due statuette di bronzo, una rappresentante Napoleone IΒ° e lβaltra Federico il Grande. In una delle numerose camere fu inventariata una oleografia sempre con il soggetto di Papa Pio IX, in unβaltra un quadro con lβimmagine della Madonna di san Sisto (?).
Clementina Spaur morΓ¬ a Venezia nel 1891 allβetΓ di 75 anni. ChissΓ se fra i felici ricordi della sua vita sarΓ rimasto il rimpianto delle ore piacevoli trascorse tra tavolozza, pennelli, e colori in quel di Montebello (OTTORINO GIANESATO).
FOTO: Villa Righi-Miari, a Montebello, in una cartolina spedita il 5 marzo1905 da Montebello (fototipografia colorata all’anilina, collezione privata Umberto Ravagnani).
NOTA: * La chiesa di SantβApollinare (o Sant’Aponal) a Venezia Γ¨ attualmente chiusa al culto e adibita a deposito dell’Archivio del Comune.
Umberto Ravagnani
Se hai FACEBOOK e l’articolo ti ha soddisfatto metti MI PIACEΒ
Oppure lascia un commento qui sotto…
Γ sempre unβemozione nuova leggere di storie e leggende di Villa Miari. Forse io credo e penso sia cosΓ¬ per moltiβ¦questa Villa misteriosa, meravigliosa sicuramente ma anche malinconica e piena di misteri, affascina tutti, al punto di pretendere, quasi, di conoscere la vera veritΓ β¦anche fosse solo una bella favola. Meriterebbe essere narrata e magari farne un Film con tanto di belle e nobili Signore che lβhanno vissuta. Destra no vuole che rimanga la Villa di tutti eβ¦di nessunoβ¦ahimΓ¨.