[317] UNA TIRATA DI CAPELLI
Lβesercito regolare della Repubblica di Venezia era integrato da alcune migliaia di soldati del territorio inquadrati in una struttura detta βCernideβ. Erano uomini che, pur continuando nella vita civile i loro disparati mestieri, allβoccorrenza venivano mobilitati. Per mantenere efficienti queste truppe di riserva, venivano periodicamente organizzate delle βmostreβ ossia esercitazioni armate: nel territorio vicentino si tenevano solitamente in quattro localitΓ diverse, tante quante erano le cosiddette βbandeβ composte da circa 500 militi ciascuna.
Il vicariato di Montebello con quello di Brendola, Orgiano, Barbarano e la podesteria di Lonigo, apparteneva alla βBanda della Rivieraβ con sede operativa nella cittΓ leonicena. Le altre tre βbandeβ erano la βBanda Marosteganaβ, la βBanda della Valle di Avessano ossia Valdagnoβ, e la βBanda del Pedemonteβ che includevano tutti gli altri vicariati del territorio vicentino. Eccezionalmente le esercitazioni si tennero anche a Sandrigo, Thiene, Barbarano e Montecchio Maggiore scatenando talvolta il malcontento e i malumori di alcuni paesi che trovarono assai scomode alcune sedi.
(Una figura particolare fra i componenti della βcernideβ di Montebello fu Antonio Gaspari. Nel 1759 egli ricoprΓ¬ lβincarico di tamburo maggiore della βBanda della Rivieraβ che gli assicurava un salario mensile di 4 Ducati da riscuotere presso la Camera fiscale di Vicenza.)
Nel corso del settecento, per mettere tutti dβaccordo sulla localitΓ nella quale fare le manovre, e soprattutto per contenere le ingenti spese occorrenti, il governo centrale veneziano decise che queste in futuro si sarebbero ridotte ad un unico evento annuale da tenersi nella cittΓ capoluogo. La decisione si rivelΓ² quanto mai inopportuna.
Il problema nacque allorchΓ©, in occasione della βmostraβ in cittΓ , oltre a 4000 soldati regolari, si riversarono pure i circa 2000 componenti delle 4 βbandeβ del territorio. Come ebbe a dire preoccupato il PodestΓ di Vicenza nel comunicarlo al Doge: sono giovani che in buona parte provengono dai luoghi montani, e perciΓ² di genio fiero che portano con sΓ© armi lunghe e corte e resi piΓΉ arditi e vivaci dalla loro unione, imprimono colle loro grida e continue archibugiate la soggezione e il terrore. Il comportamento di queste soldataglie costringono persino le guardie delle porte di accesso della cittΓ ed altre preposte allβordine a ritirarsi nelle loro case. Le violenze si estendono alle botteghe e osterie che sono costrette a forza ad aprire i battenti agli esagitati.
In una lettera del governo veneziano del 7 aprile 1773 cosΓ¬ venivano definiti i componenti della βCernideβ: truppe di scandalosi, temerari inquisiti villici, audaci perturbatori della pace comune dei cittadini e degli abitanti. Riscaldati dal vino tolgono a forza vettovaglie senza pagarle muniti di pistole lunghe e corte. Vendono considerevoli quantitΓ di tabacco di contrabbando sul campo delle βMostreβ.
Si pensa d tornare al primitivo sistema.
Una ventennio piΓΉ tardi le esercitazioni vennero addirittura sospese per qualche tempo e ripristinate con poca fortuna nel 1794, tre anni prima della caduta della Repubblica di Venezia. Infatti a quella data la βBanda della Riviera o di Lonigoβ, alla quale apparteneva anche Montebello denunciΓ² amaramente che la sua armeria non aveva fucili sufficienti da garantire un valido addestramento, segno premonitore della strisciante decadenza di Venezia.
Un episodio curioso, avvenuto alla conclusione di una βmostraβ, ci viene raccontato dal notaio montebellano Francesco Camera.
Il 21 maggio 1794 il piccolo esercito di montebellani della βcernideβ, forte di almeno una cinquantina di componenti, ritornΓ² al paese di origine dopo aver completato le previste manovre. In passato, al rientro dalle βmostreβ, una volta arrivati al ponte che dΓ accesso al paese, i partecipanti erano soliti annunciare il loro arrivo scaricando sia in aria che per terra i loro archibugi, prima di doverli restituirle allβarmeria di Lonigo.
Nonostante le raccomandazioni di alcuni componenti dellβallegra brigata di astenersi dallo sparare per terra, per non sollevare polvere e sassi che giΓ altre volte avevano causato dei feriti, Angelo Collalto di Gio.Batta scaricΓ² sulla strada il suo fucile. La disapprovazione fu unanime, ma Antonio Scolaro non si accontentΓ² del semplice rimprovero e diede al Collalto una forte tirata di capelli. Tutto sembrava essersi esaurito con questo atto, forse un poβ violento, senonchΓ© il giorno seguente lβoffeso querelΓ² Francesco Scolaro chiedendone la giusta punizione.
Ovviamente il querelato si difese e la diatriba si protrasse per gran parte dellβestate quando, il 17 agosto, finalmente i due litiganti si riconciliarono con la totale approvazione della comunitΓ montebellana.
OTTORINO GIANESATO
Immagine: Soldati del territorio veneziano inquadrati in una struttura detta ‘Cernide’ (rielaborazione grafica di Umberto Ravagnani).
Umberto Ravagnani
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Bel racconto, fatti della nostra storia che Γ¨ giusto conoscere.