[441] UN PROGETTO CONDIVISO
La Cappella del Divino Cuore Rifugio dei Sofferenti
Β

Nella Casa di Riposo di Montebello Vicentino, si trova un luogo di culto poco appariscente ma ricco di significato: la Cappella dellβOspedale, dedicata al βDivin Cuore Rifugio dei Sofferentiβ. Dietro le sue pareti si cela una storia di generositΓ , dedizione e speranza, intrecciata con lβidentitΓ stessa della comunitΓ che lβha voluta e custodita nel tempo. La cappella venne costruita nel 1932, in unβepoca segnata da difficoltΓ economiche e forti limitazioni dovute al regime fascista e alla politica dellβautarchia, che imponeva lβuso esclusivo di risorse italiane. Eppure, anche in tempi cosΓ¬ rigidi, il senso di solidarietΓ e di appartenenza della popolazione di Montebello riuscΓ¬ a dare vita a questβopera. La sua costruzione fu resa possibile dal lascito testamentario di Gio.Batta Zonato, dalle donazioni di molti cittadini e, in modo particolare, dallβimpegno determinante del signor Cesare Fraccari.*
La cappella venne edificata sul lato ovest dellβarea ospedaliera, su un terreno che un tempo era adibito a orto. La scelta della posizione non fu casuale: si voleva creare un luogo appartato ma facilmente accessibile, un angolo di spiritualitΓ per chi si trovava a vivere momenti di fragilitΓ fisica o emotiva. Il progetto fu affidato allβingegner Augusto Tonelato, che disegnΓ² un edificio semplice ma elegante, in perfetto equilibrio tra tradizione e modernitΓ . Lo stile architettonico scelto rappresenta un interessante compromesso tra il classicismo β con le sue forme pulite e simmetriche β e il razionalismo, corrente in voga allβepoca che privilegiava funzionalitΓ e rigore geometrico. Questo connubio rispecchia bene lo spirito del tempo e le limitazioni economiche del contesto, ma anche il desiderio di creare qualcosa di duraturo, essenziale e spiritualmente significativo. La cappella si presenta con una pianta a navata unica, che termina in unβabside semicircolare. Sulle pareti laterali si aprono due nicchie che ospitano elementi artistici di particolare valore. Lβinsieme, pur nella sua semplicitΓ , trasmette equilibrio e serenitΓ , rendendo lo spazio accogliente e raccolto.
Il 3 dicembre 1936, a quattro anni dalla posa della prima pietra, la cappella fu consacrata dal Vescovo di Vicenza, Monsignor Ferdinando Rodolfi. In quella cerimonia solenne e partecipata, lβedificio fu dedicato ufficialmente al βDivin Cuore Rifugio dei Sofferentiβ. Un titolo carico di significato, pensato per sottolineare il ruolo della cappella come luogo di conforto spirituale per i malati, gli anziani e tutti coloro che attraversano momenti difficili. Negli anni successivi alla consacrazione, la cappella continuΓ² ad arricchirsi di doni e interventi artistici. Tra i piΓΉ significativi, spicca quello dello stesso Cesare Fraccari, che nel 1944 fece dono di un altare con relativo tabernacolo in marmo, modellato a forma di piccolo tempio. Questo altare, pur essendo oggi collocato in un contesto diverso da quello originario, resta uno degli elementi piΓΉ suggestivi dellβedificio. Nello stesso anno, Fraccari commissionΓ² alla pittrice milanese Amalia Panigatti la decorazione del catino absidale. Panigatti, conosciuta per il suo stile moderno e spiritualmente denso, realizzΓ² un ciclo pittorico che riassume in immagini i valori su cui si fonda lβistituzione. Lβiscrizione che corre lungo la base della pittura, tratta da un passo biblico, sintetizza il messaggio dellβopera: βFelice colui che si interessa al bisognoso ed al povero; il Signore lo premierΓ nel momento del bisognoβ. Lβopera Γ¨ divisa in tre parti, unite da un filo narrativo coerente. Nella parte superiore, la Vergine Maria Γ¨ rappresentata in abiti luminosi, tra due angeli in preghiera: una figura di mediazione tra lβumanitΓ sofferente e lβEterno Padre (oggi purtroppo non piΓΉ visibile a causa del deterioramento del tempo). Al centro della composizione, una scena simbolica raffigura la donazione della cappella allβospedale, con la famiglia del benefattore che la consegna nelle mani di una suora. Ai lati, altre scene illustrano le attivitΓ di assistenza, accoglienza e caritΓ svolte storicamente allβinterno dellβospedale. Con il passare dei decenni, la cappella iniziΓ² a mostrare i segni del tempo. Fu cosΓ¬ che, nel 2000, grazie a un lascito della signora Maddalena Tadiello β giΓ dipendente dellβospedale e poi ospite della Casa di Riposo β si potΓ© procedere a un radicale restauro. Lβintervento fu anche un modo per onorare lβAnno Santo e il Giubileo, occasione di rinnovamento spirituale per lβintera comunitΓ cattolica. Durante i lavori, fu commissionata alla pittrice Antonella Burato di Arcole la decorazione del soffitto. Lβartista scelse di rappresentare il tema del rinnovamento spirituale attraverso un dipinto a tempera, collocato nel riquadro centrale del soffitto, che raffigura alcuni gruppi familiari nellβatto di protendersi verso Cristo, simbolo della salvezza dellβumanitΓ . Questo intervento contribuΓ¬ a rendere lβambiente meno severo e piΓΉ accogliente per chi vi entra in cerca di pace e riflessione. Anche le due nicchie laterali custodiscono elementi artistici di grande valore. In quella di sinistra si trova una statua del Sacro Cuore, realizzata con cura e attenzione ai dettagli, che raffigura GesΓΉ in atteggiamento di accoglienza e compassione. Una presenza che richiama costantemente i fedeli al messaggio di amore universale. La nicchia di destra ospita invece un piccolo altare ligneo risalente ai secoli XVII-XVIII, probabilmente lβunico oggetto sacro trasferito con lβospedale dalla vecchia Chiesa di San Giovanni Battista. Questo altare, finemente dorato e dipinto con simboli religiosi, Γ¨ stato recentemente restaurato dal pittore Michelangelo Valbona. A lui si deve anche una tela che rappresenta la Madonna in trono con il Bambino GesΓΉ, accompagnati dai santi Ignazio di Loyola e Luigi Gonzaga β un chiaro richiamo alla spiritualitΓ gesuita e alla devozione popolare degli anni β30. La porticina del tabernacolo Γ¨ decorata con sei piccoli angeli in adorazione, realizzati con smalti preziosi che ancora oggi catturano lo sguardo dei visitatori. Sempre in occasione del restauro del 2000, fu installata una nuova vetrata artistica sulla porta dβingresso, realizzata dalla Ditta Poli di Verona. Lβopera raffigura il battesimo di Cristo da parte di San Giovanni Battista e stabilisce cosΓ¬ un legame simbolico con le origini dellβistituzione ospedaliera. Il tema scelto evoca lβidea di rinascita e purificazione, sottolineando la funzione della cappella come luogo di rinnovamento interiore.
Oggi, la Cappella dellβOspedale non Γ¨ solo un luogo di culto, ma anche un archivio vivente della memoria collettiva di Montebello. Ogni elemento β dai dipinti allβarchitettura, dalle statue alle vetrate β racconta una storia di solidarietΓ , fede e attenzione verso i piΓΉ fragili. La sua esistenza Γ¨ una testimonianza concreta della volontΓ di una comunitΓ di prendersi cura non solo del corpo, ma anche dellβanima. Anche se molte delle opere presenti non sono firmate da artisti famosi, il loro valore simbolico e umano Γ¨ altissimo. Esse rappresentano un patrimonio di spiritualitΓ e dedizione che continua a ispirare le generazioni presenti e, si spera, anche quelle future. In un mondo che rischia spesso di dimenticare chi ha piΓΉ bisogno, questi segni materiali del passato restano un invito silenzioso ma potente a non perdere il senso del bene condiviso.
FOTO: 1) Decorazione del catino absidale della pittrice milanese Amalia Panigatti.
2) L’altare ligneo recentemente restaurato dal pittore Michelangelo Valbona.
NOTA: * Il benemerito montebellano Cesare Fraccari fu generoso benefattore dellβOspedale San Giovanni Battista (oggi Casa di Riposo), e per decenni ha tenuto alto, come animatore e promotore di competizioni sportive, il buon nome del nostro paese.
BIBLIOGRAFIA: S.Vantini – L.Dainese – E.Agnolin, Dalla Mansione del Tempio alla Casa di Riposo San G. Battista di Montebello, 2001.
Umberto Ravagnani
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