IL CAV. FELICE CARLOTTI

[352] IL CAV. FELICE CARLOTTI MARCHESE DI RIPARBELLA

Felice Carlotti nacque a Montebello Vicentino il 20 agosto 1900, quarto e ultimo figlio di Luigi I Pietro Antonio Maria Carlotti e di Anna Giulia Sabina dei Conti Miari, nel periodo in cui il Marchese Luigi e la Contessa Anna erano proprietari del castello e di villa Miari. Nel giorno del suo Battesimo, il Prevosto di Montebello di quegli anni, Don Giuseppe Capovin, cosΓ¬ scrisse nel β€œRegistro dei nati nel 1900”: Β« Marchese Carlotti Felice Luigi Emanuele Maria nato il giorno 20 (agosto) 1900 alle ore 8 ΒΎ antimeridiane ed oggi 30 agosto fu battezzato al Sacro Fonte da me Don Giuseppe Capovin Prevosto. Genitori: Luigi Marchese Carlotti e Contessa Miari Anna domiciliati a Verona Β». Da una nota, aggiunta al registro successivamente, risulta: Β« Il 10 febbraio 1938 a Padova (Cattedrale) contrasse matrimonio con Brunelli-Bonetti Contessa Emilia del fu Conte Alberto Β».
Felice, compiuti gli studi elementari e medi a Verona, dopo il conseguimento della maturitΓ  classica al Liceo Scipione Maffei, entrΓ² nella Regia Scuola Navale Superiore di Genova, raggiungendo la laurea in ingegneria navale e meccanica dopo la guerra (1923). L’avvio vero e proprio della sua carriera di dirigente d’azienda risale al 1925, presso i Cantieri navali e Acciaierie di Venezia, poi Acciaierie Venete, assorbite nel 1931 dall’Ilva-Alti Forni e Acciaierie d’Italia.
Distaccato presso una societΓ  di quel grande gruppo industriale,Β  la Siderurgica Commerciale Italiana, si trasferΓ¬ a Roma (1934), rimanendovi fino al 1938 quando, sposata a Padova la nobile Emilia Brunelli-Bonetti, pose la residenza nella cittΓ  di sant’Antonio, al civico numero 37 della centrale via degli Eremitani. RientrΓ² all’Ilva nel 1939 come dirigente-procuratore e capo dell’agenzia romana; cinque anni dopo si trasferΓ¬ a Cornedo Vicentino, incaricato della costituzione di un ufficio distaccato della sua azienda, e nel 1945 passΓ² a Milano come procuratore del locale ufficio della sua societΓ . LasciΓ² il servizio attivo nel 1961, dopo la fusione dell’Ilva con laΒ  Cornigliano (fusione che diede vita all’Italsider) e dopo la sua nominaΒ  (1960) a β€˜balΓ¬ gran croce d’onore e devozione’ del Sovrano Militare Ordine ospedaliero di Malta, nel quale era entrato un lustro prima e della cui associazione andava apertamente fiero.
Bibliofilo dilettante e appassionato – per non dire fanatico – dotato di un’ottima cultura e di un forte attaccamento alla sua terra d’origine, grazie alle proprie notevoli possibilitΓ  economiche setacciΓ² con certosina pazienza per un cinquantennio il mercato librario europeo alla ricerca di edizioni veronesi e di incisioni relative al territorio scaligero, comprando ogni cosa veronese (monografie,Β  opuscoli, estratti, incisioni, ecc.) da lui reperita sui cataloghi delle librerie antiquarie o nel corso dei suoi numerosi viaggi. Nel suo palazzo di Padova, cosΓ¬, diede corpo e forma a una straordinaria collezione specializzata, di gran pregio, che lasciΓ² all’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona per conservazione e pubblico uso; dell’istituto era stato fatto socio nel 1977. L’archivio di famiglia, invece, con il quale aveva redatto una sconosciuta e inedita cronologia di famiglia, lo lasciΓ² all’Archivio di Stato di Verona.
Del suo patrimonio nominΓ² erede universale il nipote ClaudioΒ  Marcello (1936-1996), figlio legittimo del fratello Alessandro e suo figlio adottivo; l’unica sua figlia, Anna, invero, non aveva visto la luce che per pochi giorni (28.1.1939 – 7.2.1939).
Del lascito all’Accademia si cominciΓ² a pensare all’inizio dell’autunno 1977 con una serie di contatti, personali ed epistolari, fra il marchese Felice e il Presidente e Segretario accademici del tempo, Carlo Vanzetti e Mario Carrara, che nell’ottobre del 1980 ritennero di dover coinvolgere nella vicenda anche il Cancelliere accademico in carica.
Alla formalizzazione del lascito si arrivΓ² il 15 gennaio 1983Β  allorchΓ© Felice Carlotti provvide a formulare le proprie ultime volontΓ . La relativa esecuzione, almeno per quel che riguarda il lascito che ci interessa, andΓ² un po’ per le lunghe, anche per via dei tempi burocratici necessari all’ottenimento dell’indispensabile autorizzazione da parte dell’AutoritΓ  competente, per la quale prestarono il loro aiuto anche Carlo Rizzardi, il notaio veronese Zeno Cicogna e il socio onorario Apollinare Veronesi. L’unica e indispensabile clausola per la presentazione dell’istanza fu la compilazione di un inventario del lascito con l’indicazione del valore venale dello stesso; vi provvideΒ  per la sezione libraria il citato Cancelliere e per la sezione grafica (incisioni) il membro effettivo Eugenio Morando di Custoza. Il loro lavoro costituΓ¬ l’oggetto dellaΒ  β€˜perizia estimativa’ giurata del libraio antiquario veronese Carlo Perini, cui si dovette ricorrere per evitare inutili e antipatici possibili rilievi, essendo i due parte in causa come soci dell’istituto. La sospirata autorizzazione venne il 17 aprile 1990 sotto forma di un decreto del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. L’acquisizione materiale del fondo da parte dell’Accademia fu completata alla fine della primavera dello stesso anno; la catalogazione, sotto la direzione di Giuseppe Franco Viviani della stessa Accademia ASL, durΓ² fino alla primavera 1992.
Esattamente la consistenza del lascito Γ¨ definita da 4.400 unitΓ  librarie e da circa 3.000 incisioni (xilografie, acqueforti, litografie, cromolitografie, ecc.) di gran pregio, delle quali 799 correntemente definite come β€˜fogli volanti’ ed un paio di migliaia conservate nella loro sede originale, ovvero all’interno delle opere a stampa cui erano destinate.
Per i Carlotti la ricchezza iniziale derivava da una fiorente attivitΓ  artigianale, legata alla produzione di recipienti di vetro, confermata da uno dei primitivi cognomi, a Miolis (dal latino modiolus che nel lessico medievale significa, genericamente, contenitore di vino ma, piΓΉ spesso, viene inteso come bicchiere in vetro d’uso comune). Riguardo al cognome Carlotti, inizialmente, con Bonmartino (1326), la denominazione corrente nei documenti era da Garda, mentre Antonio (1398) veniva soprannominato Gaiardo e, dopo la morte, ricordato comeΒ  Antonio a fornace e piΓΉ spesso a Miolis, cosΓ¬ pure i suoi figli Andrea e Giovanni. Con quest’ultimo discendente verrΓ  abbandonato definitivamente il cognome a Miolis e, negli anni 30 del Quattrocento, egli viene citato nei documenti come Giovanni detto Carlotto.
Felice Carlotti ed Emilia Brunelli-Bonetti ebbero una sola figlia, Anna, nata a Roma il 28 gennaio 1939, ma che visse per soli 10 giorni a causa di una malformazione intestinale.
Felice muore a Padova il 9 aprile 1987 e riposa nella tomba di famiglia nel cimitero di Illasi. Emilia Brunelli, infine, muore a Padova, nel palazzo di via degli Eremitani, nel 2002. (Da la libro “Cartoline che raccontano…” di Umberto Ravagnani)

FOTO: Il dr. ing. Felice Carlotti Marchese di Riparbella, Cavaliere di Devozione, Onore e Obbedienza del Sovrano Militare Ordine di Malta. Immagine custodita nella sala β€œFelice Carlotti” dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona. (Per gentile concessione della stessa Accademia – foto Umberto Ravagnani).

Umberto Ravagnani

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