[351] LβOSTERIA DEI LADRI
I nobili Valmarana possedevano a Montebello fino ai primi anni dellβOttocento due osterie: una detta lβosteria βGrandaβ nella via centrale del paese e lβaltra detta del βGuΓ β nei pressi dellβargine sinistro del corso dβacqua. La prima, molto frequentata, fruttava un affitto di 24 Ducati annui mentre la seconda pagava solo 10 Ducati e questo la dice lunga sulla qualitΓ dei clienti che la visitavano, ma comunque molto importante. Infatti in questo sito, nella prima metΓ del Settecento, si gestiva il pedaggio pontale che Giustin Valmarana era stato autorizzato ad imporre per rientrare dei 2800 Ducati da lui prestati allβAmministrazione della CittΓ di Vicenza per il restauro del ponte sul GuΓ .
Dopo il 1755 il pedaggio del ponte del GuΓ fu tolto, ma la catena che lo regolarizzava rimase a ricordo almeno fino al 1850, come riportato in un inventario dei beni dei ricchi Anselmi, nuovi proprietari.* La numerazione delle case vigente durante il dominio austro-ungarico ci dice che lβosteria e le case coloniche adiacenti portavano il 227 β 228 β 229. Lβintero gruppo di vecchi edifici non esiste piΓΉ da molto tempo essendo stato raso al suolo per far posto prima alla rampa del bacino ed in seguito per costruirvi alcuni capannoni industriali.
Sabato 16 febbraio 1850, non molto lontano dallβosteria del GuΓ , nei pressi di una stradina che portava al Pedocchio avvenne lβennesima rapina perpetrata ai danni di un poveraccio.
In piena notte tale Carlo Steccanella, di professione βstrassaroβ abitante a Prova di San Bonifacio, si stava dirigendo verso Vicenza con al seguito un carretto con 400 libbre (circa 200 chili) di ferro vecchio e un peso imprecisato di stracci per venderli. Forse una delle sue mete era Ponte Alto dove esisteva la cosiddetta βvecchia ferrieraβ ancor oggi ricordata nella toponomastica di quel posto.
Avvolti in un pezzo di carta e debitamente nascosti in un sorta di tasca opportunamente cucita in una gamba dei pantaloni, portava 17 Talleri divisi in monete da 20 centesimi. Ma questo accorgimento non fu sufficiente per preservare il denaro. Un individuo, armato di bastone e fiancheggiato da un complice, gli si avvicinΓ² senza che il malcapitato se ne accorgesse. Sotto la minaccia di un coltello della lunghezza di circa mezzo piede (15 centimetri) rimase pressochΓ© cieco quando uno dei loschi figuri gli sferrΓ² un paio di pugni sul cappello calcandoglielo poi fino agli occhi e proferendo la classica frase: o i bezzi o la vita. A nulla valse allo Steccanella dire che non aveva denaro con sΓ©, poichΓ© uno dei malviventi frugΓ² minuziosamente nei suoi pantaloni trovando ciΓ² che cercava. Al derubato non restΓ² altro che raggiungere Vicenza per consegnare le povere merci e per sporgere denuncia alle autoritΓ competenti.
Il giorno seguente Stecanella ed una guardia partirono da Vicenza a e arrivati allβosteria del ponte sul GuΓ , condotta da Andrea Zonato, ad un chilometro da Montebello, si fermarono a bere un bicchiere di vino.
Non era stata una fermata casuale, ben si sapeva che quel luogo era frequentato dai soliti balordi che progettavano future rapine. La guardia e il derubato furono fortunati. Allβinterno del locale si trovava tale Francesco Polin da Montecchio Maggiore detto βbuson ?β, vecchia conoscenza delle forze dellβordine che fu pure riconosciuto dallo Steccanella. A sua discolpa Franceso Polin asserΓ¬ che la notte della rapina si trovava a dormire nel fienile di un contadino di Montebello, ma non fu creduto. Il processo che ne seguΓ¬ vide il malfattore condannato a quel carcere duro di Padova, del quale ormai era diventato un fedele ospite.
Il curriculum di ladro seriale di Francesco Polin racconta che il 3 giugno 1834, allβetΓ di 36 anni, era stato incarcerato nella cittΓ del Santo per 6 mesi. Il 16 giugno 1840 gli furono comminati altri 10 mesi da scontare sempre nelle menzionate prigioni. Gli andΓ² meglio il 21 ottobre 1842, quando incriminato per furto, fu prosciolto per insufficienza di prove. Il 22 aprile 1845 altra condanna di 10 mesi per furto, seguita da quella del 2 marzo 1847 di 8 mesi con meta ancora il carcere duro patavino.
Non esiste proverbio piΓΉ azzeccato di quello che dice che il lupo perde il pelo, ma non il vizio!
OTTORINO GIANESATO
NOTE: * Lβultima delle grandi cessioni agli Anselmi di campagne in Montebello da parte di Nazario Valmarana ebbe luogo nel 1815, proprio allβepilogo delΒ dominio napoleonico cheΒ lasciΓ² il posto a quello austriaco. Il conte Nazario Valmarana cedette campi 78 nella contrΓ del Vanzo piΓΉ altri 19, con fabbriche sopra, nelle pertinenze di Montebello, con a sera il torrente GuΓ , a tramontana la strada comune. Oltre ad altre fabbriche e la casaΒ posta al Ponte delle Asse che fu sempre ad uso di osteria e di casello per la ora sospesa catena ossia pedaggio del quale nβera in possesso esso signor Valmarana (dalla ricerca storica della famiglia Anselmi di Ottorino Gianesato).
FOTO: L’area del ‘Ponte delle Asse‘ a Montebello. L’osteria del “GuΓ ” si trovava sulla riva sinistra del torrente. Sulla riva destra si puΓ² notare il complesso della famiglia Palmiero con la Chiesa di Sant’Egidio (rielaborazione digitale da Google Earth di Umberto Ravagnani).
Umberto Ravagnani
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