[296] “TURISTIβ PERICOLOSI
Γ sorprendente leggere nei documenti dβarchivio quanti forestieri circolassero nel territorio montebellano tre o quattro secoli fa. Alcuni di loro, come quelli qui sotto elencati, non erano certo innamorati dei luoghi di questa parte del vicentino. La posizione strategica di Montebello, posto su una strada di grande traffico, creava i presupposti favorevoli per concludere affari piΓΉ o meno leciti e soprattutto costituiva la base ideale di partenza per architettare furti e rapine nei paesi limitrofi.
In una cronaca settecentesca di Montebello si leggono i nomi di alcuni loro dediti al crimine in βvisitaβ al paese:
Giuseppe Primo detto βil romanoβ nato a Valmontone (Roma), Stato Pontificio, di professione oste, Santo Santoni dalla villa di Barbian, (frazione di Cotignola in provincia di Ravenna β n.d.r.), Stato Ferrarese, aveva in precedenza abitato a Badia Polesine poi a Rovigo, di professione βbeccaroβ, Giuseppe Baccone detto βrossoβ orfano proveniente dal Luogo Pio di Santo Spirito di Roma, solito vendere βgalanterieβ (merce di bellβaspetto, ma di scarso valore β n.d.r.), Angelo Vendramel detto βgattoβ della villa di CandelΓΉ, territorio trevigiano, Gaetano Garbin nominato Letter detto βquel del muloβ della villa di Enna, sopra Schio, persona dedita ad ogni tipo di crimine. Assieme ai soggetti citati diede vita ad una vera banda di malfattori di cui era lβindiscusso capo.
Questβultimo si era da tempo trasferito a Montebello dove aveva legato con Gio.Batta Savegnago, bracciante dei fratelli Pieropan, in quel tempo fittavoli delle campagne delle Isole e del Corso di proprietΓ dei conti Sangiovanni. Gaetano Garbin aveva un passato costellato di crimini di ogni tipo. Lβessersi da tempo trasferito a Montebello gli diede modo di conoscere perfettamente i paesi circostanti e non solo. Sempre grazie alla sua perfetta conoscenza del territorio, anche tempo prima, camminando sugli argini del GuΓ raggiunse Trissino, e da qui Priabona, Malo, Isola. In questi ultimi paesi assalΓ¬, spalleggiato dai complici, i carrettieri che scendevano da Schio e li depredΓ² dei loro averi. Astutamente ogni agguato avveniva lontano da Montebello per non essere riconosciuti.
Il 26 marzo 1761 la banda Letter, armata di schioppi e altre armi, sβincamminΓ² sulla strada che conduceva a Lonigo. Giunta a metΓ percorso dove esisteva una certa palazzina abitata da Zuanne Zanon detto βSacchieroβ, si preparΓ² per lβassalto. Scoperta perΓ² la robustezza e la consistenza delle porte e delle finestre, la masnada rinunciΓ² per timore di essere cacciata dagli abitanti.
I malfattori cambiarono obiettivo e decisero allora di passare per Meledo per assalire la casa di Gio.Batta Corato. Arrivati sβintrodussero per la porta posteriore del cortile, e sotto mentite spoglie di βsbirriβ (finanzieri), preceduti da uno sparo di arma da fuoco, con violenza abbatterono la porta della cucina. Col pretesto di cercare merce di contrabbando, con un lume salirono le scale che portavano alla camera dove dormiva il Corato. Gli abitanti della casa erano tutti terrorizzati e Gio.Batta Corato fu legato e costretto a consegnare le chiavi di casa. I ladri asportarono tutti i migliori vestiti e la piΓΉ bella biancheria, tutti gli ornamenti dβoro da donna da collo, granati, anelli, diverse armi da fuoco e circa 150 Ducati dβargento composti da varie monete.
Lasciarono quella casa nella profonda desolazione e sparirono attraverso i campi. Fatta poca strada giunsero in una casetta disabitata situata nei prati di Montebello, dove demolita la piccola porta si divisero il bottino.
Pensavano di averla fatta franca, ma pochi giorni dopo lβeco di questa rapina giunse fino a Montebello e gli inquirenti collegarono il fattaccio con la temporanea assenza da Montebello dei sei lestofanti nella notte del misfatto. Grazie poi alle dichiarazioni dei derubati tutto giocΓ² contro la banda.
I componenti del sestetto furono tutti catturati. Giuseppe Primo riuscì anche ad evadere dalla prigione, ma fu solo questione di tempo perché fu subito ripreso. Tutti furono condannati chi al remo su di una galera chi al bando.
OTTORINO GIANESATO
Illustrazione: Banda di malfattori divide il bottino appena rubato (elaborazione grafica Umberto Ravagnani).
Umberto Ravagnani
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