[396] LE DUE VIVANDIERE AUSTRIACHE A MONTEBELLO
Nellβarticolo nΒ°385 dellβ11 aprile 2024 abbiamo raccontato della presenza in piazza a Montebello, durante lβoccupazione dellβesercito di Napoleone Bonaparte, di una ambulanza militare francese con una operatrice femmina di nome Aurelia Berti. Eravamo nel 1807.
Aurelia Alberti, appartenente alla sanitΓ , era forse era una delle numerose βvivandiereβ, spesso mogli di un veterano o di un sottufficiale, incaricate a vendere ai soldati cibi, bevande e molte altre cose necessarie. Al pari dei soldati erano comunque soggette ai vincoli dellβordinamento militare.
La storia racconta che, in seguito ai tracolli subiti dallβesercito francese dopo la fallimentare Campagna di Russia, il 23 ottobre 1813 gli antagonisti austriaci arrivarono a Bassano del Grappa e il 15 dicembre a Vicenza comandati dal feldmaresciallo Johann Bellegarde.
Una registrazione fatta a Montebello il 10 dicembre 1813 ci informa perΓ² che lβesercito austriaco arrivΓ² dalle nostre parti qualche giorno prima. In quella data tale Costantin Vegner (forse Wagner) soldato germanico di 33 anni, marito della vivandiera Margareta Venkelelerz (forse Wenkelherz) di 30 anni, denunciΓ² allβanagrafe montebellana, alla presenza dei testimoni Bernardo Burion e Antonio Bonomo, la nascita del piccolo Giuseppe (forse Joseph). Il neonato venne alla luce in una casa nei pressi della chiesa parrocchiale di Santa Maria di Montebello, probabilmente in uno di quegli edifici che a partire dal 1813 diventarono la sede della gendarmeria austriaca. (Alcuni mesi dopo il 1866, anno in cui si ebbe la fine dellβoccupazione austriaca, si riscontrΓ² lβabbattimento di quelle case, eseguito per far posto alla Vecchia Scuola Elementare, oggi sede anche della Biblioteca Civica).
Montebello doveva gradire molto agli occupanti austriaci come luogo in cui far nascere i loro figli se, solo 14 giorni dopo, alla vigilia di Natale 1813, nacque la piccola Anna, figlia del soldato ungherese Mattio Lonevavovich Rotoslier di 36 anni e di Catarina Rhaislaj (?) di 27 anni pure lei vivandiera. Luogo di nascita βLa PrΓ β di Montebello ove avevano trovato posto altri militari dellβesercito asburgico.
Sicuramente le due giovani madri giunsero a Montebello con il βpancioneβ e poco mancΓ² che i loro figli venissero al mondo in una ambulanza al seguito dellβesercitΓ² durante una marcia di trasferimento.
La figura della vivandiera era comune e presente in un poβ tutti gli eserciti di quel tempo. La piΓΉ famosa, in Francia sicuramente, fu lβitaliana Maria Santelli.
Quando nel 1813, Napoleone fu esiliato sullβisola dβElba. soggiornΓ² per circa 10 mesi nella Villa dei Mulini e nella Villa San Martino, dove fu raggiunto dalla sua amante polacca Maria Walewska. Lβimperatore amava molto passeggiare per le stradine dellβisola. Durante una delle sue escursioni conobbe Maria Santelli, vedova e madre quarantatreenne di due figli, la quale ebbe lβonore di offrire un boccone allβillustre esiliato. Napoleone fu talmente colpito dalla sua bravura in cucina che la volle al suo seguito.
Successivamente, nel febbraio del 1814, Napoleone ritornΓ² in Francia (Cento Giorni) portandosi appresso sia Maria Santelli sia i figli di lei. I due giovani isolani furono cosΓ¬ ospitati in un collegio di Pontoise, alla periferia nord di Parigi, sβimmagina uno dei migliori istituti di quel tempo. Maria perΓ² non avrebbe piΓΉ rivisto la sua isola nΓ© il suo paese natale San Piero in Campo nellβentroterra dellβElba.
La cuoca Maria Santelli diventΓ² pertanto, a tutti gli effetti, vivandiera militare e venne aggregata al XVI Reggimento di Borgogna.
Allβalba piovosa del 18 giugno 1815 le truppe francesi si trovavano nella pianura acquitrinosa di Waterloo, (in fiammingo Waterloo significa acque basse) poco lontano la Bruxelles. Quando si spararono i primi colpi Maria Santelli fu colpita in pieno viso. Gli storici dicono che in assoluto fu la prima vittima di quella battaglia, comprovata da un cippo.
Infatti nel museo dei cimeli della battaglia di Waterloo una piccola lapide ricorda MARIE SANTELLY (il solito costume tutto francese di cambiare i nomi) nΓ¨e Γ lβile dβElbe premiΓ¨re victime de la bataille, vivandiΓ¨re du 16eme Regiment de Bourgogne. In quel tempo, in quanto a italianizzare i nomi e i cognomi degli stranieri gli impiegati dei nostri paese non furono da meno. Ne Γ¨ un chiaro esempio lβanagrafe di Montebello nellβarco temporale in cui si svolsero queste vicende. (Vedi sopra gli atti di nascita). OTTORINO GIANESATO
FOTO: Cartolina francese dei primi anni del Novecento che rappresenta una vivandiera e due Guardie Imperiali. (Collezione privata di Umberto Ravagnani).
Umberto Ravagnani
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