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GEMMA CENZATTI

[397] GEMMA CENZATTI
Una paladina della paritΓ  di genere

La storia di Gemma Cenzatti, nata il 1 luglio 1872 a Pojana Maggiore, in provincia di Vicenza, Γ¨ un viaggio straordinario di resilienza e determinazione. Cresciuta come ultima di undici figli in una famiglia di agricoltori, Gemma affrontΓ² le avversitΓ  della sua epoca con una forza d’animo che la portΓ² a superare barriere sociali e culturali. Questo racconto vuole celebrare la sua vita, intrecciata con le vicende storiche dell’Italia tra il XIX e il XX secolo, e mostrare come il suo impegno abbia lasciato un’impronta indelebile nella societΓ  italiana.
Il padre di Gemma, Luigi Cenzatti, era originario di Montebello Vicentino. Nel 1849, all’etΓ  di 22 anni, Luigi sposΓ² Luigia Ghirardello, nativa di Pojana Maggiore, e si trasferΓ¬ lΓ¬ con la sua nuova famiglia. Il cognome Cenzatti era ben noto a Montebello, presente almeno dal XVI secolo. Le vicende dei Cenzatti si intrecciano con la storia locale: figure come Domenico Cenzatti, che nel XVIII secolo era considerato un benestante, testimoniano la rilevanza della famiglia.⁕
Luigi Cenzatti era un β€œaffittanziere”, un ruolo cruciale nell’organizzazione agricola dell’epoca. L’affittanziere subaffittava terre e case ai villici, fungendo da intermediario tra i latifondisti e i contadini. Questa posizione, seppur importante, era instabile e soggetta alle difficoltΓ  economiche. Gli ultimi decenni dell’Ottocento furono particolarmente duri: epidemie, tasse inique e crisi agrarie spinsero molte famiglie, inclusi i Cenzatti, a migrare in cerca di migliori condizioni.
Nel 1875, la famiglia Cenzatti si trasferΓ¬ a Badia Polesine, dove Gemma frequentΓ² probabilmente le scuole elementari. L’istruzione elementare dell’epoca era regolata dalla β€œlegge Casati” del 1859, che stabiliva un percorso di quattro anni (poi esteso a cinque nel 1888). Dopo le elementari, alle ragazze era offerta la possibilitΓ  di frequentare le Scuole Normali per diventare maestre, una professione ritenuta idonea per le donne, ma l’accesso alla scuola secondaria era limitato e raramente incoraggiato. Nonostante le sfide, Gemma era determinata a continuare gli studi. Le sue aspirazioni furono sostenute dallo zio Alessandro, un medico, e dal cugino Camillo, magistrato. Questi esempi familiari di successo contribuirono a rafforzare la sua volontΓ  di superare le barriere sociali e culturali del tempo.
Nel 1888, Gemma, sedicenne, chiese di essere ammessa al ginnasio β€œGiovan Battista Ferrari” di Este. Nonostante avesse superato l’esame di ammissione, la sua richiesta fu inizialmente respinta. La β€œquestione delle ragazze” occupΓ² le cronache locali per mesi, riflettendo il clima di resistenza all’educazione femminile. Tuttavia, il Ministero intervenne e, il 19 novembre, Gemma fu finalmente ammessa insieme ad altre tre compagne. La sua determinazione fu premiata: si diplomΓ² brillantemente, ottenendo una promozione senza esami per merito.
Nel 1891, Gemma si iscrisse al Regio Liceo classico β€œTito Livio” di Padova. La sua famiglia si trasferΓ¬ con lei, stabilendosi a Padova. Nel 1894, Gemma conseguΓ¬ il diploma con una β€œlicenza d’onore” e iniziΓ² a frequentare l’UniversitΓ  di Padova, dove studiΓ² Filosofia e Lettere. In un’epoca in cui la presenza femminile nelle universitΓ  era ancora una novitΓ , Gemma si distinse per il suo impegno e la sua eccellenza accademica. A Padova, seguΓ¬ le lezioni di illustri professori come Roberto ArdigΓ², Ferdinando Gnesotto e Giuseppe De Leva. Grazie ai suoi ottimi risultati, Gemma ottenne l’esonero dalle tasse scolastiche. Nel 1898, si laureΓ² con una tesi su β€œAlfonso de Lamartine e l’Italia”, che fu successivamente pubblicata. Nel 1899, conseguΓ¬ anche l’abilitazione all’insegnamento di Lettere, Storia e Geografia.
Nel 1901, Milano era una cittΓ  in pieno fermento industriale, con oltre 500.000 residenti. Nonostante i progressi, l’analfabetismo e lo sfruttamento del lavoro minorile e femminile erano ancora diffusi. Milano era anche un centro di attivitΓ  benefiche e sociali, con istituzioni come la SocietΓ  Umanitaria, fondata nel 1893, e l’Unione Femminile, fondata nel 1899.
Gemma si trasferΓ¬ a Milano con la madre e i fratelli. Si unΓ¬ subito alle attivitΓ  assistenziali della SocietΓ  Umanitaria, insegnando Storia del costume alla Scuola professionale femminile. Qui collaborΓ² con figure come Rosa Genoni, una pioniera della moda italiana e sostenitrice dell’emancipazione femminile. L’influenza di Genoni e il contesto progressista di Milano rafforzarono l’impegno di Gemma per i diritti delle donne e il miglioramento delle condizioni di vita dei meno abbienti.
Nel 1906, Gemma iniziΓ² a insegnare Italiano alla Scuola tecnica comunale pareggiata di via S.Spirito. La sua passione per l’istruzione la portΓ² nel 1914 alla Scuola superiore di studi femminili β€œAlessandro Manzoni”, dove divenne una figura chiave nella riforma del curriculum scolastico. Sotto la sua guida, l’istituto divenne un modello di istruzione superiore femminile.
Gemma si trovΓ² presto a confrontarsi con il regime fascista, che nel 1923 introdusse la β€œRiforma Gentile”, limitando le opportunitΓ  educative per le donne. Nonostante le difficoltΓ , Gemma continuΓ² a promuovere l’importanza dell’istruzione femminile e a sostenere le sue allieve. La sua autoritΓ  fu fondamentale per mantenere alto il prestigio dell’istituto durante un periodo di cambiamenti politici e sociali.
Durante il regime fascista, Gemma rifiutΓ² di iscriversi al partito, mantenendo le sue convinzioni politiche. Questo coraggio le costΓ² caro: nel 1935, fu destituita dal suo incarico per β€œincapacitΓ  professionale”, una formula spesso usata contro chi non si conformava alle aspettative del governo. La destituzione portΓ² a gravi difficoltΓ  economiche, privandola dello stipendio, della pensione e del domicilio situato negli stessi locali della scuola.
Nonostante l’umiliazione e le difficoltΓ , Gemma non rinnegΓ² mai i suoi ideali. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, cercΓ² di ottenere ragione e un risarcimento per le ingiustizie subite, ma solo nel 1947 le fu riconosciuto un risarcimento economico. Le sue condizioni di salute, giΓ  compromesse, peggiorarono e morΓ¬ il 26 dicembre 1948.
La storia di Gemma Cenzatti Γ¨ una testimonianza potente di come la determinazione e il coraggio possano superare le avversitΓ . La sua vita riflette le lotte delle donne italiane per l’istruzione e l’emancipazione in un’epoca di profondi cambiamenti sociali e politici. Gemma ha lasciato un’ereditΓ  di impegno e di passione per la giustizia sociale, ispirando le generazioni future.
Il suo necrologio riportΓ² il cordoglio di molte persone che avevano condiviso con lei momenti significativi della vita. Tra loro, figure di spicco come Andreina Gavazzi, figlia di Anna Kuliscioff e Andrea Costa, e Virgilio Brocchi, amico e collega. Nonostante la mancanza di commemorazioni ufficiali, il ricordo di Gemma Cenzatti vive nei cuori di coloro che hanno apprezzato il suo contributo all’educazione e al progresso sociale.
Oggi, la sua sepoltura al Cimitero Maggiore di Milano Γ¨ un semplice loculo, ma la sua ereditΓ  continua a brillare come un faro di speranza e determinazione. La vita di Gemma Cenzatti ci ricorda che, anche di fronte alle sfide piΓΉ grandi, la forza dell’animo umano puΓ² portare a risultati straordinari e duraturi.

FONTE: compendio da una ricerca storica di Valeria Maggiolo e Laura Silva, pubblicata su TERRA D’ESTE – Rivista di storia e cultura, Anno XXXIV n. 67.
NOTE: ⁕ Vedi anche l’articolo n. [94] LA FAMIGLIA CENZATTIΒ di Ottorino Gianesato.
FOTO: Cartolina postale con la Scuola Superiore Femminile A. Manzoni di Milano all’inizio del Novecento, dove per oltre vent’anni, Gemma Cenzatti fu una guida insostituibile. Conosciuto come palazzo Dugnani oggi ospita il Museo del Cinema, i Laboratori delle Serre ed alcune mostre annuali.

Umberto Ravagnani

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IL CARRETTIERE SCOMPARSO

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