IL TEATRO A MONTEBELLO

[354] IL TEATRO A MONTEBELLO

Oggi vogliamo parlare di teatro ricordando, in particolare, gli anni tra le due guerre mondiali. Fare teatro Γ¨ un’esperienza che coinvolge, fa riflettere, entusiasma, avvicina agli altri; che siano le suggestioni dei compagni sul palco, o il sentire l’empatia degli spettatori che guardano e ascoltano. Quella teatrale Γ¨ un’arte che stimola sia la fantasia che il pensiero critico, aprendo alla diversitΓ , sviluppando emozioni.
Comunicando bellezza, arte e cultura, il teatro Γ¨ un veicolo sociale molto potente, che trasmette messaggi positivi.
A Montebello, negli anni 30 del Novecento, il divertimento piΓΉ popolare e frequentato era il teatro. Nel libro β€œMontebello Novecento” di Amelio Maggio e Luigi Mistrorigo, leggiamo:

Β« Due erano le compagnie teatrali locali: una con solo attori maschi, che si esibiva nel teatro parrocchiale situato nel piazzale della chiesa; l’altra mista, dovuta all’iniziativa degli amatori di questo genere di spettacolo, che si esibiva d’estate, nel cortile delle Scuole Elementari, sul terrapieno costruito per i saggi ginnici e il solario degli scolari. Quest’ultima ottenne un grande successo con la rappresentazione che aveva per titolo β€œSettantasette allodole e un marito”. Gli attori dell’una e dell’altra compagnia interpretavano con bravura e naturalezza, se pur dilettanti, i loro ruoli come esperti professionisti.
Le rappresentazioni sempre molto frequentate, erano apprezzate e applaudite e gli interpreti molto stimati. Bastava annunciare nel programma i nomi di Nani Bassanello e di Fausto Tonin per essere sicuri di ottenere uno strepitoso successo.
Negli intervalli l’orchestrina, diretta dal maestro Giuseppe Crosara, allietava il pubblico con canzoni e arie popolari. Tanta era la passione per il teatro che ispirΓ² due giovani compaesani a scrivere commedie. Segnaliamo β€œAmbaradam”, scritta da Bruno Munaretto e β€œMilioni e rimorsi” scritta da Giuseppe Cederle; ambedue messe in scena a Montebello con grande successo.
A quel tempo era apparso anche il cinema, prima muto e poi sonoro, con compagnie viaggianti che sostavano per le loro rappresentazioni nel campo sportivo o nel cortile della casa del signor Berna, oggi casa Dal Maso, in via Borgolecco. Ma chi portΓ² il cinema fisso a Montebello, fu Bepi Gattazzo dalle Tezze, proprietario di una macchina da proiezioni. Dapprincipio, Bepi cominciΓ² a proiettare all’aperto o sotto una tenda. In seguito, quando si accorse che Montebello era una buona piazza, portΓ² le sue apparecchiature presso il teatro parrocchiale. Di solito, le rappresentazioni cinematografiche avevano luogo solo alcune sere della settimana; in quelle rimanenti, trasportava la macchina da proiezione nel suo paese a Tezze.Β Β»

A proposito di teatro, vi ricordiamo che a Montebello, giΓ  da qualche anno, Γ¨ attiva una compagnia teatrale che si esibisce regolarmente, con successo, sia in paese che nei centri del circondario. Si chiama β€œI Teatranti del Castello”, Γ¨ curata dalla regista Teresa Bressan e dall’aiuto regista Paolo Cristofanelli ed il suo motto Γ¨ una citazione di William Shakespeare: β€œOgni uomo Γ¨ un attore e il mondo Γ¨ un palcoscenico”.

FOTO: Filodrammatica mista a Montebello (1930-40) (foto archivio di Valentino Crosara, rielaborazione grafica Umberto Ravagnani)

Umberto Ravagnani

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