Categoria: <span>TUTTE LE ATTIVITÀ 2024</span>

Attività 2024

Attività 2024 (scarica il nuovo programma)

N.B.: Sono aperte le iscrizioni all’Associazione AMICI DI MONTEBELLO per il 2024.

PROPOSTE di uscite o attività per il prossimo futuro:

  1. Lago d’Orta (Novara) 2 gg. (Maria Grazia).
  2. Negrar Villa romana, gita sociale (Maria Grazia).
  3. Labirinto della Masone (FONTANELLATO) (Matelda)
  4. Parco Archeologico di Livelet (TV), REFRONTOLO, gita sociale (Umberto)
  5. Parma e la sua Certosa (Maria Grazia).
  6. Longarone con Erto e Casso per ricordare le vittime del Vajont (Maria Grazia).
  7. 2 giorni: Pennabilli (il paese dove è vissuto e ha lasciato sue opere il poeta e artista Tonino Guerra e dove c’è anche un originale Museo della Matematica) e Sant’Agata Feltria (Rocca e Teatro) (Maria Josè).
  8. 1 giorno a Cibiana di Cadore per la visita dei meravigliosi murales lungo le strade e sulle case e il Museo della Montagna (Messner) sul Monte Rite (Maria Josè).
  9. 1 giorno escursione in motonave (con Geremia) da Marano Lagunare navigando lungo le valli da pesca fino a Grado, con sosta in un “casone” tipico per il pranzo (Maria Josè).
  10. Rimini con visita alla domus del medico (pavimentazione di recente scoperta) e il museo  che espone  ben 150 pezzi di vari strumenti chirurgici ritrovati, compreso un pezzo unico al mondo, usato per estrarre le punte di freccia senza lacerare i tessuti. Potrebbe essere una mèta di due gg se abbinata ad altre mete (Maria Rosa).
  11. Castel Roncolo (Bolzano) con ricchi affreschi cavallereschi (Maria Rosa).
  12. Museo etnografico di Teodone nei pressi di Brunico (Bz) e Brunico (Claudio).

Amici, potete partecipare alla preparazione del calendario delle attività per il 2024. Inviate pure le vostre proposte alla nostra redazione all’indirizzo email che trovate qui sotto. Verranno scelte le più interessanti e realizzate compatibilmente con la situazione contingente.

N.B.: A causa di situazioni impreviste che possono verificarsi nel corso dei prossimi mesi, alcune uscite potrebbero subire delle variazioni. Le date e i programmi definitivi verranno comunicati nel più breve tempo possibile. Da gennaio sono aperte le iscrizioni all’Associazione Amici di Montebello per il 2024.

LE NOSTRE PUBBLICAZIONI
SALVIAMO IL POZZO DEI CONTI SANGIOVANNI
SALVIAMO VILLA MIARI

ASSOCIAZIONE AMICI di MONTEBELLO

36054 Montebello Vicentino (VI)
TEL. 333-2688220
Email: info@amicidimontebello.it

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12 ottobre 2024 – REVERE – OSTIGLIA – BERGANTINO (Gita sociale)

12 ottobre 2024 - REVERE (MN)
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale (ingranaggio di un antico mulino)
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale (Franca, Carla e Marisa, meglio conosciute come "Sorelle Bellini")
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale (Mappa austriaca della zona)
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Il palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Il palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Il palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Il palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Il palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Il palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Il palazzo ducale
12 ottobre 2024 - REVERE (MN): Il Mulino sul Po
12 ottobre 2024 - OSTIGLIA (MN): La palazzina Arnoldo Mondadori
12 ottobre 2024 - OSTIGLIA (MN): La "Risosteria mantovana"
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Municipio
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Il Museo storico della giostra
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Panorama al tramonto
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Panorama al tramonto
12 ottobre 2024 - BERGANTINO (RO) - Panorama al tramonto

REVERE (MN)

Alla Scoperta di Revere: Storia, Architettura e Tesori Nascosti
Un tempo, Revere era un’isola avvolta dalle acque del Po, un territorio ricco di paludi e alture naturali. Le prime tracce di questa terra affondano le radici in epoche lontane, quando fu abitata dagli Etruschi e, successivamente, dai Galli, prima che i Romani sottomettessero queste genti. Nei documenti più antichi, Revere è legata al concetto di “riva”, con nomi come Refere, Riperium e Ripria.
Nel 1091, l’isola di Revere divenne proprietà della chiesa di Mantova, ma fu Matilde di Canossa a donarla al Monastero del Polirone. Il 1125 segnò l’inizio della sua fortificazione per scopi economici: controllare i dazi sul Po era una fonte di ricchezza. Tuttavia, i Mantovani, con l’aiuto dei Bresciani, assaltarono la roccaforte nel 1163, rafforzandola con sette imponenti torri.
Revere passò sotto il controllo dei Gonzaga nel 1332, che la trasformarono profondamente. Nel 1377, costruirono il primo castello per gestire meglio il territorio, ma fu nel 1440 che il famoso architetto Luca Fancelli lo trasformò nel magnifico Palazzo Ducale, un gioiello ancora oggi ammirabile.
Purtroppo, il periodo di splendore terminò nel 1628 con l’occupazione e il saccheggio della città, ma Revere rimase un luogo importante, tanto che nel 1652 vi nacque l’ultimo Duca di Mantova. Dopo vari passaggi di dominio, entrò a far parte del Regno d’Italia nel 1866.

OSTIGLIA (MN)

Ostiglia, affascinante cittadina nella provincia di Mantova, è immersa nel cuore della Pianura Padana, sulle rive del Po. A due passi dal confine con il Veneto e ben collegata da importanti arterie stradali, Ostiglia è un crocevia tra Mantova, Verona e Legnago, città facilmente raggiungibili. Un punto strategico, che affonda le radici nella storia romana.
Con il nome di Hostilia, la cittadina era un punto vitale per gli scambi commerciali lungo la Via Claudia Augusta Padana. Ostiglia diede i natali a Cornelio Nepote e fu protagonista di importanti movimenti, dall’epoca romana fino all’invasione longobarda e alla dominazione dei Franchi con Carlo Magno.
Nel Medioevo, Ostiglia si legò profondamente a Verona, dove gli Scaligeri costruirono un castello nel 1151. Questo castello rappresenta una tappa imperdibile per chi visita la città, testimonianza del controllo che gli Scaligeri avevano sul Po. Successivamente, i Gonzaga presero il controllo e mantennero Ostiglia come parte del loro dominio fino alla caduta della famiglia.
Un momento cruciale nella storia recente di Ostiglia è legato alla nascita della casa editrice Mondadori, fondata qui da Arnoldo Mondadori nel 1907. Questo evento ha segnato una svolta per la cittadina, legandola per sempre alla storia culturale d’Italia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Ostiglia fu teatro di pesanti bombardamenti, ma si risollevò, diventando oggi una destinazione che racconta storie di potere, cultura e resilienza.

BERGANTINO (RO)

Nel cuore dell’Alto Polesine, Bergantino, un piccolo borgo di appena 2.500 abitanti, custodisce una storia unica e affascinante: è il centro italiano della produzione di giostre e macchinari per lo spettacolo popolare. Questa tradizione, iniziata nel 1929, è splendidamente raccontata nel Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare, una tappa imperdibile per chi visita la zona.
Situato nello storico Palazzo Strozzi, un affascinante edificio settecentesco, il museo racconta l’evoluzione dello spettacolo popolare dai tempi antichi fino ai moderni luna park. Passeggiando tra le sale, si ripercorrono secoli di storia, dai giochi rituali religiosi agli spettacoli itineranti medievali, fino alle fiere e alle attrazioni che conosciamo oggi. Le sale sono vivacemente decorate con colori che richiamano l’atmosfera dei parchi divertimento, come giallo, verde e viola, rendendo la visita un’esperienza davvero immersiva.
Il percorso culmina con l’incredibile collezione di macchinari storici del XIX secolo, tra cui antichi organi meccanici ancora funzionanti. Il suono di un organo che riproduce l’Aida di Verdi è un momento emozionante che lascia i visitatori incantati. Un’attrazione da non perdere è il tunnel delle streghe, che con la sua atmosfera misteriosa racconta le vite dei leggendari protagonisti del circo.
Bergantino è anche la culla di un importante distretto industriale: dalle sue officine provengono giostre che decorano parchi come Disneyland e Mirabilandia.

BERGANTINO (RO) – Museo storico della giostra – Vecchi organetti a manovella perfettamente funzionanti.

Umberto Ravagnani

( L. 473 )

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6-8 settembre 2024: GENOVA

6-8 settembre 2024 - GENOVA: La Cattedrale di San Lorenzo
6-8 settembre 2024 - GENOVA: La Cattedrale di San Lorenzo
6-8 settembre 2024 - GENOVA: La Cattedrale di San Lorenzo
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Davanti alla Cattedrale di San Lorenzo
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Chiesa dei SS. Ambrogio e Andrea
6-8 settembre 2024 - GENOVA: panorama
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Ascensore panoramico
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Zona portuale
6-8 settembre 2024 - GENOVA: L'Acquario
6-8 settembre 2024 - GENOVA: L'Acquario
6-8 settembre 2024 - GENOVA: L'Acquario (Gino Lanciai)
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Piazza Raffaele De Ferrari
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Piazza Raffaele De Ferrari (Gino Lanciai)
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Il Museo del Mare
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Il Museo del Mare
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Il sottomarino "Nazario Sauro"
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Il sottomarino "Nazario Sauro"
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Il sottomarino "Nazario Sauro" (interno)
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Il sottomarino "Nazario Sauro" (interno)
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Palazzi dei Rolli
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Palazzi dei Rolli
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Palazzi dei Rolli
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Palazzi dei Rolli
6-8 settembre 2024 - GENOVA: La spiaggia di Boccadasse
6-8 settembre 2024 - GENOVA: L'Hotel Tower Genova
6-8 settembre 2024 - GENOVA: L'Aeroporto
6-8 settembre 2024 - GENOVA: panorama dalla Spianata Castelletto (Gino Lanciai)
6-8 settembre 2024 - GENOVA: panorama dalla Spianata Castelletto (Gino Lanciai)
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Chiesa di San Donato (Gino Lanciai)
6-8 settembre 2024 - GENOVA: Porta Soprana (Gino Lanciai)

STORIA DI GENOVA

La storia di Genova è un mosaico complesso di eventi, protagonisti e legami che, attraverso i secoli, ha plasmato la città rendendola una delle potenze marinare più influenti del Mediterraneo. Dalla sua fondazione fino alla dominazione napoleonica, Genova ha attraversato periodi di grande splendore economico e politico, seguiti da declini che hanno segnato la sua storia.

Le origini e il legame con Roma

Le prime tracce di insediamento nell’area di Genova risalgono al Neolitico, ma è nel V secolo a.C. che la città prende forma sul colle di Castello. Situata in una posizione strategica lungo le rotte commerciali tra la costa ligure e l’interno, Genova inizialmente subì l’influenza degli Etruschi. Nel corso della Seconda Guerra Punica (218-201 a.C.), la città si schierò con Roma, un’alleanza che avrebbe segnato il suo destino nei secoli successivi​.
Il momento più drammatico arrivò nel 205 a.C., quando Magone Barca, fratello di Annibale, assediò e distrusse Genova per la sua fedeltà a Roma. Tuttavia, la città venne presto ricostruita dal proconsole romano Spurio Lucrezio e riprese il suo ruolo di emporio commerciale, consolidando il suo status di alleata fedele di Roma. Da quel momento, Genova divenne una base strategica per le campagne militari contro le tribù liguri e un crocevia di commerci con le colonie romane come Piacenza e Tortona​.

La Compagna Communis e l’ascesa nel Medioevo

Nel Medioevo, Genova si consolidò come una delle repubbliche marinare più potenti del Mediterraneo. Nel 1099, con la creazione della Compagna Communis, la città unì i vari distretti sotto una federazione che ne rafforzò la struttura politica. Questo nuovo sistema si rivelò fondamentale per sostenere le spedizioni durante le Crociate, dove i genovesi giocarono un ruolo cruciale, in particolare con Guglielmo Embriaco durante la conquista di Gerusalemme. Il successo nelle Crociate segnò l’inizio dell’espansione coloniale genovese in Oriente, con la fondazione di empori e colonie commerciali in Terra Santa​​.

La rivalità con Pisa e Venezia

Una delle fasi più turbolente della storia di Genova fu la sua lunga rivalità con Pisa. Le due repubbliche marinare si contendevano il dominio delle rotte commerciali mediterranee. Questo scontro culminò nella Battaglia della Meloria del 1284, dove Genova ottenne una vittoria decisiva che segnò la fine della potenza marittima pisana. Dopo aver eliminato il rivale toscano, Genova dovette affrontare Venezia per il controllo delle rotte verso l’Oriente. La guerra tra le due città culminò nella Battaglia di Curzola nel 1298, dove la flotta genovese inflisse una pesante sconfitta ai veneziani​.
Tuttavia, nonostante i successi militari, la lotta contro Venezia si protrasse a lungo e culminò con la guerra di Chioggia, senza che nessuna delle due potenze riuscisse a prevalere in modo definitivo. Questi scontri, pur logoranti, consolidarono la reputazione di Genova come potenza navale​.

L’espansione nel Mediterraneo e il Banco di San Giorgio

Il periodo successivo alla vittoria su Pisa vide Genova espandere la sua influenza in tutto il Mediterraneo. La Repubblica fondò colonie in Spagna, nelle isole Baleari, e ottenne il controllo di importanti città in Oriente, come Costantinopoli e il Mar Nero. Nel 1407, la creazione del Banco di San Giorgio segnò una svolta nella gestione economica della città. Il Banco, una delle prime banche pubbliche al mondo, svolse un ruolo cruciale nel finanziamento delle campagne militari e nel mantenimento delle colonie genovesi​.
Questa fase di prosperità si estese fino al XVI secolo, quando Andrea Doria, ammiraglio e riformatore politico, ristabilì l’indipendenza di Genova dalla dominazione francese e portò la Repubblica sotto l’influenza dell’Impero Asburgico. Doria, considerato uno dei più grandi statisti della storia genovese, riorganizzò la costituzione della Repubblica, garantendo un periodo di stabilità e prosperità noto come il “Siglo de los Genoveses” (Il Secolo dei genovesi)​.

Il declino: la dominazione spagnola e la crisi economica

Nonostante il successo di Andrea Doria, la forte dipendenza economica di Genova dalla Spagna portò a una serie di difficoltà. Il crollo finanziario dell’Impero spagnolo ebbe gravi ripercussioni sulla città, che vide un declino del suo potere economico e commerciale. La situazione peggiorò ulteriormente nel 1684, quando Genova fu bombardata dalla flotta francese di Luigi XIV. Questo attacco segnò l’inizio di una fase di crisi che culminò con la cessione della Corsica alla Francia nel 1768, un evento che simbolicamente segnò la fine del dominio genovese​.

La caduta di Genova e l’epoca napoleonica

Alla fine del XVIII secolo, con l’ascesa di Napoleone Bonaparte, Genova vide la sua indipendenza scivolare via. Nel 1797, Napoleone abolì la Repubblica di Genova e creò la Repubblica Ligure, un’entità satellite dell’Impero Francese. Nonostante vari tentativi di resistenza, Genova fu infine annessa al Regno di Sardegna nel 1815, in seguito al Congresso di Vienna. Questa annessione segnò la fine della millenaria Repubblica di Genova​.

Genova nel XIX e XX secolo: una città in trasformazione

Nel XIX secolo, Genova continuò a prosperare come porto commerciale all’interno del Regno di Sardegna e, successivamente, del Regno d’Italia. La città divenne uno dei principali punti di partenza per l’emigrazione italiana verso le Americhe. Molti genovesi si stabilirono in Argentina, dove contribuirono alla fondazione del famoso quartiere della Boca a Buenos Aires​.
Durante il XX secolo, Genova subì pesanti bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, ma il suo porto continuò a essere un elemento centrale per l’economia italiana. Nel dopoguerra, Genova divenne uno dei principali centri industriali e portuali del paese, anche se negli anni ‘80 e ‘90 la città affrontò una profonda crisi industriale e demografica.

Conclusione

La storia di Genova è un racconto di adattamento e resilienza. Da città ligure a grande potenza navale, da centro finanziario a porto industriale, Genova ha dimostrato una straordinaria capacità di reinventarsi attraverso le epoche. Sebbene abbia perso la sua indipendenza, il suo ruolo strategico e la sua eredità storica continuano a renderla una città di grande importanza nel panorama italiano e mediterraneo.

Umberto Ravagnani

BIBLIOGRAFIA:
– Federico Donaver, Storia di Genova, Genova, Nuova Editrice Genovese, 2001.
– Alessandro Sacheri, Genova nostra, Firenze, R. Bemporad & figlio, 1910.

( L. 256 )

2024_06_TRESIGALLO_COMACCHIO

16 giugno 2024: TRESIGALLO, COMACCHIO

  16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Piazza della Repubblica
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Edifici caratteristici
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Edifici caratteristici
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Edifici caratteristici
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Le scuole elementari e il campo sportivo
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Edifici caratteristici
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Edifici caratteristici
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), La Chiesa di Sant'Apollinare
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Il Bar Roma
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Ex Casa del Fascio (oggi Caserma dei Carabinieri)
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Il Teatro
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), L'Asilo per l'infanzia
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), La Casa della Cultura
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), Ex bagni pubblici, oggi sede di mostre e convegni
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Veduta delle Valli di Comacchio
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Vista dal Trepponti
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Il ponte Trepponti
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Vista dal Trepponti
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Vedute
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Pausa pranzo alla 'Trattoria del Borgo'
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Vedute
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Vedute
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), La Cattedrale di San Cassiano
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), La Cattedrale di San Cassiano (interno)
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), La Cattedrale di San Cassiano (interno)
16 giugno 2024 - TRESIGALLO (FE), La torre dell'orologio
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Il Museo Archeologico
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Interno del Museo Archeologico
16 giugno 2024 - COMACCHIO (FE), Interno del Museo Archeologico
16 giugno 2024 - POMPOSA (FE) L'Abbazia

TRESIGALLO

Tresigallo è un’affascinante località situata nella provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. Questo piccolo centro, che conta circa 4.400 abitanti, è noto per la sua unica architettura razionalista che gli ha valso il titolo di “Città metafisica”. Immerso nella tranquilla Pianura Padana e bagnato dal Po di Volano, Tresigallo offre un viaggio nel tempo e nello spazio, unendo storia e modernità in modo sorprendente.
Fondato nel Medioevo, Tresigallo è stato un importante centro agricolo per secoli. I suoi campi erano lavorati da grandi famiglie contadine che abitavano nelle vicinanze. Le testimonianze storiche risalgono almeno al 1044, con la pieve dedicata a Sant’Apollinare che indica l’origine dall’Esarcato di Ravenna. Le sue strade e i suoi edifici raccontano storie di bonifiche e di famiglie nobili, come i Querini e i Pio di Savoia.
Negli anni ‘30 del XX secolo, Tresigallo fu trasformata grazie a Edmondo Rossoni, un nativo del luogo che volle ricostruire la città secondo i principi del razionalismo fascista. Questo restyling ha donato a Tresigallo un aspetto moderno e distintivo, con edifici dalle forme geometriche e colori armoniosi.
Oggi, passeggiare per Tresigallo significa immergersi in un museo a cielo aperto, dove ogni angolo offre una nuova prospettiva sull’arte e la storia. I visitatori possono esplorare il Palazzo Pio, ammirare le case razionaliste e godersi la tranquillità di un luogo che ha saputo preservare la sua essenza nel corso dei secoli. Tresigallo è una gemma nascosta che merita di essere scoperta e apprezzata.

EDMONDO ROSSONI: Un Viaggio Attraverso la Tempesta della Storia

Edmondo Rossoni, figura carismatica e controversa, superò con impeto e determinazione i tumultuosi decenni del primo Novecento italiano. Nato a Tresigallo, Ferrara, il 6 maggio 1884, la sua storia è un intreccio di idealismo, ribellione e metamorfosi politica che lo vede protagonista nelle turbolente vicende del socialismo, del sindacalismo rivoluzionario e infine del fascismo.
Rossoni iniziò il suo percorso politico nel Partito Socialista Italiano, dove si distinse fin da giovane per il suo fervore e la sua eloquenza. Dopo aver guidato una manifestazione operaia a Tresigallo, si trasferì a Milano, avvicinandosi al socialismo rivoluzionario di Arturo Labriola. Qui, tra il 1906 e il 1907, si impegnò in attività sindacali e giornalistiche, maturando una visione sempre più radicale che lo portò ad abbandonare il Partito Socialista per dedicarsi all’organizzazione sindacale.
Le sue attività sindacali gli costarono più volte la libertà. Nel 1908, condannato a quattro anni di reclusione, fuggì prima in Francia e poi in Brasile, dove continuò la sua opera di agitazione. Espulso dal Brasile, si stabilì negli Stati Uniti, dove, nonostante ulteriori arresti, riuscì a consolidare la sua posizione tra gli emigrati italiani, promuovendo una Camera del Lavoro per italoamericani nel 1913.
L’approccio di Rossoni al sindacalismo negli Stati Uniti mostrava una nuova sintesi tra lotta di classe e appartenenza nazionale, una combinazione che avrebbe caratterizzato la sua successiva carriera politica.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Rossoni abbracciò il nazionalismo interventista, vedendo nella guerra un’opportunità per grandi cambiamenti. Tornato in Italia, partecipò attivamente alla vita sindacale e politica, promuovendo un sindacalismo rivoluzionario che cercava di fondere le lotte operaie con un’idea di nazione.
Nel periodo post-bellico, Rossoni fu una figura chiave nella nascita dell’Unione Italiana del Lavoro (UIL), sostenendo una “conservazione rivoluzionaria” che integrasse la lotta di classe nella cornice della nazione. Tuttavia, il suo rapporto con il fascismo iniziò a prendere forma, mostrando un’evoluzione ideologica che lo avrebbe portato a diventare uno degli uomini più influenti del regime.
Nel 1921, Rossoni entrò nel sindacalismo fascista, guidato da Italo Balbo a Ferrara, e promosse la fusione delle organizzazioni sindacali sotto l’egida fascista. La sua posizione si consolidò ulteriormente con la marcia su Roma e la sua nomina a segretario generale della Confederazione Nazionale delle Corporazioni Fasciste (CNCS) nel 1922.
Nonostante le perplessità di Mussolini e le critiche da parte di industriali e agrari, Rossoni riuscì a mantenere una posizione di rilievo, propugnando un sindacalismo integrale fascista che mirava a unire lavoratori e padroni in una visione corporativa.
Le manovre denigratorie interne al regime e le tensioni con altri gerarchi fascisti portarono alla sua caduta nel 1928, ma non segnarono la fine della sua carriera. Dopo un breve periodo di emarginazione, Rossoni tornò a ricoprire ruoli di rilievo, diventando ministro dell’Agricoltura e Foreste nel 1935, dove gestì l’autarchia e le bonifiche.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Rossoni cercò di consolidare la propria posizione economica e personale, legandosi sempre più ai vertici del regime. Dopo il crollo del fascismo, si nascose in vari monasteri, riuscendo infine a fuggire in Canada. Tornato in Italia nel 1947, visse lontano dalla scena pubblica fino alla sua morte nel 1965.
Edmondo Rossoni rappresenta una figura emblematica dei contrasti e delle trasformazioni del primo Novecento italiano. La sua vita, ricca di episodi drammatici e svolte ideologiche, ci offre uno spaccato vivido di un’epoca in cui le passioni politiche e le lotte sociali ridefinivano il volto della nazione.

COMACCHIO (FE)

È una città magica situata nella regione Emilia-Romagna, nel nord Italia. Conosciuta come la “Piccola Venezia”, questa città affascinante è costruita su una serie di isole collegate da ponti pittoreschi. Passeggiare per le sue strade strette è come fare un viaggio indietro nel tempo.
Uno dei luoghi più iconici di Comacchio è il Trepponti, un ponte del XVII secolo che domina l’ingresso alla città. Con le sue cinque arcate e le scalinate ripide, il Trepponti offre una vista spettacolare sui canali sottostanti. Non lontano da qui, il Ponte degli Sbirri collega il centro storico alla splendida Cattedrale di San Cassiano, un altro gioiello architettonico della città.
Comacchio è famosa per le sue valli, grandi lagune salmastre dove viene raccolto il sale da secoli. Qui, i visitatori possono vedere gli antichi casoni di pesca e i lavoratori del sale, che con dedizione perpetuano tradizioni millenarie. Le valli sono anche un paradiso per gli amanti della natura, con numerose specie di uccelli che fanno di questo luogo la loro casa.
Non si può parlare di Comacchio senza menzionare la sua deliziosa cucina. Il piatto tipico è l’anguilla marinata, un sapore unico che riflette la stretta relazione della città con le sue acque. I ristoranti locali offrono una varietà di piatti a base di pesce fresco che lasciano un’impressione duratura sui visitatori.
Comacchio è un luogo dove la storia, la natura e la cultura si incontrano. Visitare questa città significa scoprire un pezzo d’Italia autentico e affascinante, che rimane nel cuore di chiunque la esplori.
Umberto Ravagnani

( L. 175 )

RAFFAELA CLERICI 2024

L’ASSOCIAZIONE

In collaborazione con il Comune di Montebello Vicentino ha organizzato una interessante esibizione al pianoforte di RAFFAELA CLERICI

17 maggio 2024 ore 20,30
Presso l’Aula Magna dell’oratorio di Montebello Vicentino



Si esibisce, per la seconda volta in pubblico, al pianoforte la nostra concittadina Raffaela Clerici. Brani di musica classica saranno intercalati con la lettura di brani di autori locali, in particolare Dalla Gassa Maria Elena leggerà alcuni brani tratti dal suo libro “Il tempo del filò” e Umberto Ravagnani leggerà alcuni brani tratti del suo libro “Cartoline che raccontano…


Raffaela Clerici ha incantato il pubblico con la sua seconda performance al pianoforte, presentando pezzi nuovi e coinvolgenti. La sua storia dimostra che suonare il pianoforte può portare felicità e soddisfazione a qualsiasi età. Sfata il mito comune che vede il pianoforte come un’arte riservata ai giovani prodigi o a chi inizia da bambino. Raffaela è la testimonianza vivente che non esiste un’età precisa per iniziare. Gli adulti, infatti, spesso trovano molte più opportunità e motivazioni per avvicinarsi a questo strumento, traendo grande beneficio dalla sua pratica.

Raffaela ha scoperto la passione per il pianoforte nonostante una vita piena di impegni quotidiani. Anche se trovare il tempo per dedicarsi a nuovi interessi può sembrare difficile, la sua determinazione le ha permesso di esplorare questa nuova avventura musicale. Suonare le ha offerto non solo un modo per esprimere la propria creatività, ma anche una nuova forma di comunicazione.

Raffaela Clerici non è solo una talentuosa pianista, ma anche un’attrice di teatro di grande impegno e passione. La sua dedizione alle arti sceniche è evidente in ogni sua performance, dove riesce a trasmettere emozioni profonde e coinvolgere completamente il pubblico. La sua doppia carriera nel mondo della musica e del teatro dimostra una versatilità rara e ammirevole. Raffaela è un esempio ispiratore di come la passione e l’impegno possano portare a eccellere in più ambiti artistici, arricchendo non solo la sua vita, ma anche quella di tutti coloro che hanno la fortuna di assistere alle sue esibizioni.

Umberto Ravagnani
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Disponibile il libro di Umberto Ravagnani: “AUREOS 2021-2022;
Disponibile il libro di Umberto Ravagnani: “AUREOS 2001-2020;
Disponibile il libro di Ottorino Gianesato – Umberto Ravagnani: “IL TRENO DEI DESIDERI;
Disponibile il libro di Ottorino Gianesato – Umberto Ravagnani – Maria Elena Dalla Gassa: LA SCUOLA VECCHIA ELEMENTARE DI MONTEBELLO VICENTINO”;
Disponibile il libro di Umberto Ravagnani: “CARTOLINE CHE RACCONTANO;
Disponibile il libro di Ottorino Gianesato: “I SOLDATI DI MONTEBELLO CHIAMATI ALLE ARMI NELLA GUERRA 1915-18″;
Disponibile il libro di Guerrino Maccagnan: “BARTOLOMEO GUELFO;
Disponibile il libro di Rodolfo Peroni: “DA MONTEBELLO AD ALITO;


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( L. 365 )

2024_Lezioni_sulla_Salute

8-15-22-29 Maggio 2024 LEZIONI SULLA SALUTE (1a serie)

 

La promozione della salute, con l’educazione sanitaria come suo strumento operativo cardine, rappresenta uno dei pilastri fondamentali delle politiche sanitarie del nostro Paese. Negli ultimi anni, il concetto di salute ha subito una trasformazione profonda e significativa. Non si tratta più solo di assenza di malattia, ma di uno stato di benessere complessivo che abbraccia le dimensioni fisica, psichica e sociale, in un rapporto dinamico e continuo con l’ambiente e il territorio in cui l’individuo vive, pensa, agisce e interagisce.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea che l’educazione alla salute mira a guidare la popolazione verso il raggiungimento del benessere attraverso comportamenti consapevoli e sforzi personali. Questo si concretizza in un processo educativo continuo, che accompagna ogni individuo lungo tutto il corso della vita, permettendogli di apprendere a prendere decisioni informate e utili per mantenere e migliorare la propria salute. Un percorso educativo efficace deve andare oltre la semplice trasmissione di conoscenze (sapere); deve stimolare l’acquisizione di competenze pratiche (saper fare) e promuovere un atteggiamento di vita orientato al benessere globale (saper essere).

Per costruire una cultura della salute solida e diffusa, è essenziale che le strategie educative siano mirate e ben strutturate, capaci di raggiungere ogni fascia della popolazione. Le scuole, le comunità locali, i luoghi di lavoro e le istituzioni sanitarie devono collaborare sinergicamente per promuovere un’educazione alla salute capillare ed efficace. In questo contesto, la partecipazione attiva degli individui è fondamentale: ognuno deve sentirsi protagonista del proprio benessere, consapevole delle scelte quotidiane e delle loro conseguenze a lungo termine.

Un aspetto cruciale della promozione della salute è la prevenzione. Investire nella prevenzione significa ridurre l’incidenza delle malattie, migliorare la qualità della vita e ridurre i costi sanitari. Le campagne di prevenzione devono essere continue e adattabili, capaci di rispondere ai cambiamenti della società e ai nuovi rischi per la salute. La prevenzione deve includere la promozione di stili di vita sani, l’educazione alimentare, l’attività fisica regolare e la riduzione dei fattori di rischio come il fumo e l’abuso di alcol.

Per mantenere una buona salute, ecco alcuni suggerimenti pratici:

  • Alimentazione equilibrata: Seguire una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre. Limitare l’assunzione di zuccheri raffinati e grassi saturi.
  • Attività fisica regolare: Praticare almeno 30 minuti di esercizio moderato al giorno, come camminare, nuotare o andare in bicicletta.
  • Sonno di qualità: Assicurarsi di dormire almeno 7-8 ore per notte per permettere al corpo e alla mente di rigenerarsi.
  • Gestione dello stress: Adottare tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o la respirazione profonda per gestire lo stress quotidiano.
  • Controlli medici regolari: Effettuare visite mediche periodiche per monitorare la propria salute e prevenire eventuali problemi.
  • Salute mentale: Coltivare relazioni positive, chiedere aiuto quando necessario e prendersi del tempo per sé stessi.

Riflettendo più a fondo sul tema, emerge l’importanza di una visione globale della salute. Il benessere individuale non può essere disgiunto dal benessere della comunità e dell’ambiente. Un ambiente sano e sostenibile è fondamentale per mantenere la salute di tutti. Le politiche sanitarie devono essere integrate con quelle ambientali e sociali, promuovendo uno sviluppo sostenibile che rispetti l’ecosistema e migliori la qualità della vita.

In conclusione, la promozione della salute è un impegno collettivo che richiede la partecipazione attiva di tutti i settori della società. Solo attraverso una cultura condivisa della salute possiamo sperare di costruire un futuro in cui il benessere sia alla portata di tutti, permettendo a ciascuno di vivere una vita piena e soddisfacente, in armonia con sé stesso e con il mondo che lo circonda. È una sfida ambiziosa, ma necessaria per il progresso e la felicità delle generazioni presenti e future.

Sintesi di quanto abbiamo avuto il piacere di ascoltare nelle 4 lezioni della prima serie. Arrivederci ad ottobre 2024 per la nuova serie di ‘lezioni sulla salute’ di Maria Grazia Maggio e Carlotta Guardamagni.
Umberto Ravagnani

( L. 280 )

2024_03_CASTELL’ARQUATO-VIGOLENO-VELEIA

7 aprile 2024: CASTELL’ARQUATO-VIGOLENO-VELEIA ROMANA 

  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: IL BORGO MEDIEVALE
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: IL BORGO MEDIEVALE
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: IL BORGO MEDIEVALE
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: IL PALAZZO DEL PODESTA'
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: LA COLLEGIATA DI SANTA MARIA ASSUNTA
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: LA COLLEGIATA DI SANTA MARIA ASSUNTA
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: LA COLLEGIATA DI SANTA MARIA ASSUNTA
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: LA COLLEGIATA DI SANTA MARIA ASSUNTA
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: LA COLLEGIATA DI SANTA MARIA ASSUNTA
  7 aprile 2024 - CASTELL'ARQUATO: IL BORGO MEDIEVALE
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO (interno)
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO - Il Teatro più piccolo d'Europa
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO - Il Teatro più piccolo d'Europa
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO (interno)
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO
  7 aprile 2024 - IL CASTELLO DI VIGOLENO - Foto ricordo con gli "AMICI"
  7 aprile 2024 - Sulla strada tra VIGOLENO e VELEIA...
  7 aprile 2024 - VELEIA ROMANA - CHIESA DI SAN ANTONINO
  7 aprile 2024 - VELEIA ROMANA - CHIESA DI SAN ANTONINO (interno)
  7 aprile 2024 - VELEIA ROMANA - CHIESA DI SAN ANTONINO (interno)
  7 aprile 2024 - VELEIA ROMANA - LA ZONA ARCHEOLOGICA
  7 aprile 2024 - VELEIA ROMANA - LA ZONA ARCHEOLOGICA
  7 aprile 2024 - VELEIA ROMANA - LA ZONA ARCHEOLOGICA
  7 aprile 2024 - VELEIA ROMANA - IL MUSEO DEI REPERTI
  7 aprile 2024 - VELEIA ROMANA - IL MUSEO DEI REPERTI

CASTELL’ARQUATO
L’antico borgo medioevale di Castell’Arquato – in piena Val d’Arda, in provincia di Piacenza – è un luogo di rara bellezza, carico di storia, dove forte è il senso delle tradizioni d’arti e mestieri. La parte vecchia conserva intatta un’atmosfera magica, d’altri tempi, con le antiche case, i vicoli stretti che portano alla parte superiore del colle, sulla cui sommità si apre l’ampia Piazza monumentale incorniciata dalla Rocca Viscontea, dal Palazzo del Podestà e dalla Collegiata.
L’edificazione della Rocca, una delle fabbriche militari più notevoli del Nord Italia, ha inizio nel 1342 sotto il dominio di Luchino Visconti, sulle fondamenta del preesistente Castrum Quadratum, edificato dai romani nel III sec. a.C. L’imponenza dell’edificio, che scende verso valle, ne denuncia la sua importanza difensiva
Il Palazzo del Podestà è una complessa costruzione formata da più volumi architettonici in cotto, che si dipartono da un unico grande blocco a tre piani. Questa struttura, la parte duecentesca dell’edificio, è contraddistinta da una merlatura a coda di rondine. La sua costruzione, voluta da Alberto Scoto, fu ultimata nel 1296. Del 1447 è, invece, la doppia loggia. Il Palazzo fu sede del governo del Podestà e abitazione del Conte di Santa Fiora.
Le prime notizie della Collegiata risalgono al secolo VIII, precisamente al 756 e 758, e riferiscono di una chiesa, tra le più antiche del territorio piacentino, con funzione di pieve battesimale. Un edificio completamente ricostruito dopo il terremoto del 1117 e consacrato nel 1122. La facciata dà su quella che fino alla metà del Trecento doveva essere la piazza del borgo.
La parte più affascinante dell’intera costruzione è costituita dalle quattro absidi, dogmaticamente rivolte a est, verso la piazza monumentale, con il loro meraviglioso gioco volumetrico che si contrappone al tetto a capanna della chiesa e al minuto campanile quadrato.

VIGOLENO
Vigoleno è uno dei borghi fortificati meglio conservati d’Italia, un “fazzoletto medioevale” circondato da viti e dominato dall’alta torre del castello, fatto edificare dagli Scotti nel XII secolo. L’originaria cinta muraria, ancora oggi come sette secoli fa, difende il piccolo abitato, l’oratorio della Madonna del Latte (detto anche della Beata Vergine delle Grazie) e la parrocchiale di San Giorgio, che nella tipica agiografia medioevale consente di ripercorrere le vicende del santo cavaliere uccisore del drago.
La parrocchiale, di potente bellezza romanica, con tutta probabilità risale alla metà del XII secolo. Oltrepassato il bel portale, che si apre su una facciata realizzata in pietra locale, l’interno appare austero, buio, trasposizione di quella costrizione dell’anima che esplode nella bellezza di capitelli antropozoomorfi, tipicamente romanici.

VELEIA ROMANA
Tutto inizia nel 1747, quando viene casualmente scoperta in un campo di una frazione del comune di Lugagnano Val d’Arda un’enorme lastra di bronzo scritta, la maggiore finora rinvenuta in tutto l’impero romano (m 1,38 x 2,86), contenente la Tabula alimentaria traianea, un complesso documento censuario del territorio veliate risalente alla prima metà del II° sec. d.C., che elencava i nomi di tutti i proprietari terrieri, l’ubicazione dei fondi ed i loro valori in sesterzi. Una specie di cartella esattoriale collettiva, forse poco apprezzata dai diretti interessati. Poco dopo venne rinvenuta nello stesso luogo, che poi si rivelerà essere la basilica, un’altra lastra bronzea contenente un frammento della Lex Rubria de Gallia Cisalpina, un testo giuridico emanato da Giulio Cesare tra il 49 e il 42 a.C.
Filippo di Borbone, fratello minore di Carlo, re di Napoli, diede il via agli scavi nel 1760.
Cominciarono ad affiorare dall’oblio le fondamenta delle terme, strade porticate, negozi, taverne, magazzini, laboratori e diversi quartieri residenziali, il tempio e la curia, nonché un’enorme cisterna idrica scambiata – a causa della sua forma ovale – per i resti di un anfiteatro, il tutto attorno ad un monumentale foro centrale – considerato oggi come il meglio conservato in Italia – con annessa basilica, quest’ultima contenente un pregevole gruppo di dodici statue in marmo apuano della famiglia imperiale giulio-claudia. Gli scavi di Veleia furono alla base della creazione dell’attuale Museo Archeologico Nazionale di Parma, uno dei primi a sorgere in Italia.
E per almeno due secoli, dalla tarda età repubblicana alla piena epoca imperiale, Veleia costituì una vera oasi di tranquillità e di prosperità, celata tra le selve dell’Appennino piacentino. Sorprende la modernità e la funzionalità del complesso: tutti gli edifici pubblici e privati erano dotati di fognature e di impianti di riscaldamento: potere dell’ingegneria idraulica romana. Una visita merita infine anche il piccolo Antiquarium, non sappiamo cosa ne decretò il declino nel IV° secolo e la scomparsa definitiva poi.

( L. 134 )

IL NUOVO GIUDIZIO UNIVERSALE

2 marzo – 31 marzo 2024
In mostra a MONTORSO il NUOVO Giudizio Universale!

La rivisitazione del Giudizio Universale di Michelangelo in scala 1:1 fatta da Jorge R. Pombo, a cura di Sandro Orlandi Stagl.
Uno dei quadri a olio più grandi della storia, misura 15 x 12 metri, alto come un palazzo di 5 piani, 180 metri quadri di pittura, creata attraverso la composizione di 13 grandi tele.
Il lavoro è il preludio alla realizzazione dell’intera Cappella Sistina che verrà dipinta passo passo in un ambizioso progetto pluriennale.
La mostra si inserisce nel contesto del Movimento Arte Etica, curato dal 2016 da ARTantide Gallery di Verona.
L’opera è la sintesi della ricerca decennale dell’artista spagnolo Jorge R. Pombo. Con le sue dimensioni monumentali entra di diritto nella classifica delle tele più grandi della storia.
Lo studio sul capolavoro di Michelangelo incontra il talento del contemporaneo Pombo che con la sua variazione conferisce all’opera un nuovo punto di vista e di riflessione sulla poetica tra il nostro passato e ciò che non è ancora accaduto.

Sandro Orlandi Stagl (Curatore).

FOTO: 15-03-2024 – Gli ‘Amici’ a MONTORSO in Villa Da Porto, in visita al NUOVO Giudizio Universale di Jorge R. Pombo (foto Bruno Xotta).

( L. 101 )

PUBBLICAZIONI

Pubblicazioni degli “Amici di Montebello”

AUREOS 2021-2022, il Notiziario degli Amici di Montebello (A.A.V.V. a cura di Umberto Ravagnani)

Dal giorno 17 febbraio 2024 sarà disponibile il libro che raccoglie tutti gli articoli del nostro 'Notiziario', a partire dal 1 gennaio 2021 fino al 31 dicembre del 2022.

236 pagine di storia del nostro paese raccontate in oltre 100 articoli, corredati da molte foto inedite, già pubblicati nel sito degli Amici di Montebello.

Per chi fosse interessato il libro viene stampato in un numero limitato di copie ed è disponibile presso la nostra redazione oppure scrivendo al nostro indirizzo email: info@amicidimontebello.it.

Gli articoli a partire dal 2001 fino a dicembre 2023 sono stati posti in una ⁕ AREA RISERVATA del nostro sito accessibile solo dopo aver completato la REGISTRAZIONE gratuita.

 

SFOGLIA L'ANTEPRIMA

Montebello ha una storia che lo colloca tra i paesi più interessanti del vicentino, sia da un punto di vista archeologico (importante sito dei Veneti antichi) sia da un punto di vista viario strategico (strada regionale 11, linea ferroviaria Milano-Venezia, autostrada A4) sia da un punto di vista produttivo industriale e artigianale, sia da un punto di vista enologico. Riuscire a far conoscere il proprio Paese non è facile; richiede ricerche lunghe e accurate, impegno costante da parte di persone appassionate, mai stanche di conoscere sempre di più il proprio paese e capaci di trasmettere questo amore a tutti noi. L’Associazione “Amici di Montebello” ha pubblicato il “Notiziario” che va dal 2001 al 2020 e, oggi, il nuovo “Notiziario” del 2021 e 2022 nei quali il cittadino può trovare molto di ciò che riguarda la vita di Montebello. C’è la storia della Solenne, voluta da Mons. Giuseppe Capovin nel 1885, e rinnovata ogni 5 anni, tranne l’ultima del 2020 causa pandemia. Ci sono i Cittadini illustri, dal poeta Bartolomeo Guelfo al Prof. Giovanni Zin, ai caduti per la Patria come Cenzi e Cederle, al Gen. Vaccari, allo storico Bruno Munaretto, per citarne solo alcuni. Ci sono le nostre Maestre che tanto ci hanno dato in conoscenza e impegno civico. Sono descritti fatti e misfatti della dura vita quotidiana di un tempo, neanche troppo lontano. Ci sono i ricordi di chi è emigrato, ma continua a mantenere un forte legame con il proprio paese come Lino Timillero, ora cittadino australiano. Sono descritti strani rimedi per una salute migliore. Sono descritte le origini di cognomi che ancora oggi ci sono in Paese. Ci sono carte topografiche interessanti e infrastrutture civili palladiane. Tutto questo e molto altro ancora lo possiamo leggere nel “Notiziario” dell’Associazione Amici di Montebello, preparato da Soci e Simpatizzanti che amano Montebello e che non vogliono perdere la memoria di ciò che è stato. Compito di tutti noi è trasmettere alle future generazioni ciò che conosciamo per non dimenticare e non commettere errori che possano distruggere il patrimonio che i nostri antenati ci hanno lasciato. Per questo lavoro siamo tutti profondamente grati ai curatori, agli autori degli articoli e a quanti vorranno unirsi a noi per fare migliore il nostro futuro e il luogo dove abitiamo.

IL PRESIDENTE dell’Associazione “Amici di Montebello” Maria Grazia Maggio

ASSOCIAZIONE AMICI di MONTEBELLO

36054 Montebello Vicentino (VI) TEL. 333-2688220 Email: info@amicidimontebello.it

AUREOS 2001-2020, il Notiziario degli Amici di Montebello (A.A.V.V. a cura di Umberto Ravagnani)

E' disponibile il libro che raccoglie tutti gli articoli del nostro 'Notiziario', a partire dal 2001 fino al 31 dicembre del 2020.

650 pagine di storia del nostro paese raccontate in oltre 200 articoli, corredati da molte foto inedite, già pubblicati nel sito degli Amici di Montebello.

SFOGLIA L'ANTEPRIMA

Per chi fosse interessato il libro viene stampato in un numero limitato di copie ed è disponibile presso la nostra redazione oppure scrivendo al nostro indirizzo email: info@amicidimontebello.it.

Gli articoli a partire dal 2001 fino al 31/12/2020 sono stati posti in una ⁕ AREA RISERVATA del nostro sito accessibile solo dopo aver completato la REGISTRAZIONE gratuita.

Montebello ha una storia che lo colloca tra i paesi più interessanti del vicentino, sia da un punto di vista archeologico (importante sito dei Veneti antichi) sia da un punto di vista viario strategico (strada regionale 11, linea ferroviaria Milano-Venezia, autostrada A4) sia da un punto di vista produttivo industriale e artigianale, sia da un punto di vista enologico. Riuscire a far conoscere il proprio Paese non è facile; richiede ricerche lunghe e accurate, impegno costante da parte di persone appassionate, mai stanche di conoscere sempre di più il proprio paese e capaci di trasmettere questo amore a tutti noi. L’Associazione “Amici di Montebello” pubblica il “Notiziario” che va dal 2001 al 2020 nel quale il cittadino può trovare molto di ciò che riguarda la vita di Montebello. C’è la storia della Solenne, voluta da Mons. Giuseppe Capovin nel 1885, e rinnovata ogni 5 anni, tranne l’ultima del 2020 causa pandemia. Ci sono i Cittadini illustri, dal poeta Bartolomeo Guelfo al Prof. Giovanni Zin, ai caduti per la Patria come Cenzi e Cederle, al Gen. Vaccari, allo storico Bruno Munaretto, per citarne solo alcuni. Ci sono le nostre Maestre che tanto ci hanno dato in conoscenza e impegno civico. Sono descritti fatti e misfatti della dura vita quotidiana di un tempo, neanche troppo lontano. Ci sono i ricordi di chi è emigrato, ma continua a mantenere un forte legame con il proprio paese come Lino Timillero, ora cittadino australiano. Sono descritti strani rimedi per una salute migliore. Sono descritte le origini di cognomi che ancora oggi ci sono in Paese. Ci sono carte topografiche interessanti e infrastrutture civili palladiane. Tutto questo e molto altro ancora lo possiamo leggere nel “Notiziario” dell’Associazione Amici di Montebello, preparato da Soci e Simpatizzanti che amano Montebello e che non vogliono perdere la memoria di ciò che è stato. Compito di tutti noi è trasmettere alle future generazioni ciò che conosciamo per non dimenticare e non commettere errori che possano distruggere il patrimonio che i nostri antenati ci hanno lasciato. Per questo lavoro siamo tutti profondamente grati ai curatori, agli autori degli articoli e a quanti vorranno unirsi a noi per fare migliore il nostro futuro e il luogo dove abitiamo.

IL PRESIDENTE dell’Associazione “Amici di Montebello” Maria Grazia Maggio

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il giorno 17 dicembre 2021 ha presentato un nuovo libro di Ottorino Gianesato e Umberto Ravagnani:
"IL TRENO DEI DESIDERI"  

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Ogni Paese ha la sua storia. Ma la storia di Montebello è veramente importante. E’ una storia millenaria, fatta di uomini, cose, luoghi che hanno lasciato tracce indelebili, affinché noi potessimo conoscerle, apprezzarle e imparare dal passato come andare verso il futuro. Ogni piccolo frammento di storia ci arricchisce, ci rende migliori, se impariamo a mantenere la memoria di ciò che eravamo o avevamo. Ottorino Gianesato e Umberto Ravagnani hanno frugato nella storia del recente passato di Montebello e ci hanno fatto dono del libro “Il treno dei desideri”. Non è, come sembrerebbe dal titolo, una favola, ma una storia vera che si è svolta circa un secolo fa. E’ il progetto per la realizzazione di una linea Tramviaria tra Montecchio Maggiore e Ponte Botti, vicino a Noventa Vicentina, passando per Montebello e Lonigo. Questa opera doveva essere un volano per lo sviluppo dei paesi che avrebbe dovuto attraversare. Invece decenni di incertezze sul progetto, pareri favorevoli e contrari alla realizzazione dell’opera, campanilismi, difficoltà economiche, la crisi mondiale del ‘29 e l’arrivo del trasporto su gomma, più redditizio, agile e veloce hanno fatto abbandonare il progetto da parte della Provincia di Vicenza. Rimane solo il ricordo, attraverso questo volume che presenta i progetti dell’opera ed è ricco di rare foto d’epoca, di ciò che non è mai stato. L’Associazione “Amici di Montebello” è orgogliosa di presentare questo volume, è orgogliosa di avere tra i suoi soci gli autori Ottorino Gianesato e Umberto Ravagnani che hanno messo a nostra disposizione il loro lavoro fatto di una lunga e minuziosa ricerca storica. A loro va il nostro più sincero “GRAZIE” perché un altro tassello della storia di Montebello ci è stato disvelato, affinché possiamo, conoscendo anche questa storia, amare ancora di più il nostro paese e averne più cura per affidarlo poi alle prossime generazioni.

Con riconoscenza IL PRESIDENTE dell’Associazione “Amici di Montebello” Maria Grazia Maggio

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« LA "SCUOLA VECCHIA" ELEMENTARE DI MONTEBELLO VICENTINO »

(Ottorino Gianesato - Umberto Ravagnani - Maria Elena Dalla Gassa)

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Cara “scola vecia elementare, scusaci se ci siamo accorti tardivamente del poco tempo che ti mancava per tagliare il traguardo del secolo e mezzo di vita. Pigroni e disattenti proprio come una volta in classe! Già troppo faticoso alzare lo sguardo verso l’alto per leggere e ricordare la tua venerabile età incisa sulla lastra di marmo murata sul tuo lato sinistro.

Però anche tu ci metti del tuo. Forse è perché, come una vecchia zitella, tenti di nascondere il tuo vero anno di nascita, il 1868 ? Ma non fartene una colpa. Sono stati alcuni di quei monelli dei tuoi scolari, ormai diventati grandi, a voler trasferire la tua stele dal visibilissimo atrio al poco felice sito attuale.

Per farci perdonare e festeggiare degnamente il tuo compleanno, noi dell’Associazione Amici di Montebello ci siamo attivati per conoscere e far apprezzare a tutti la tua lunga e difficile storia irta di ostacoli.

Allo scopo abbiamo colpevolmente, ma con buone intenzioni, importunato molti dei tuoi scolari che tu hai ospitato, invitandoli a rovistare tra i ricordi di famiglia alla ricerca di foto e pagelle che parlassero del tuo passato. Numerosi gli archivi locali e del territorio vicentino che ci hanno gentilmente ospitati affinchè potessimo sfogliare e vagliare, con alterni successi, i carteggi più disparati.

E’ un peccato che altri, forse molti altri importanti passi della tua vita, siano celati nell’impraticabile, pericolante, pericoloso e provvisorio Archivio Storico del Comune situato a pochi metri dai tuoi muri. Quel fatiscente edificio è come un terribile orco che trattiene con forza tra le sue umide braccia ciò che invece potrebbe essere svelato. Confidiamo che, in un futuro non lontanissimo, si possa accedere ai documenti, sicuramente esistenti, finalmente conservati in una sede più adatta e quindi far nuova luce sulla tua storia.

Quale titolo dare a questa ultima fatica? “C’era una volta una scuola …” è solo una delle proposte per dare un nome al lavoro che racconta le tue vicissitudini. E’ stata scartata perché scimmiotta i titoli dei vecchi indimenticabili film di Sergio Leone “C’era una volta il West” e “C’era una volta in America”. Pertanto, tra i titoli in lizza, la scelta è caduta per il più semplice ed affettuoso: « La “scuola vecchia” elementare di Montebello Vicentino », proprio come ti riconoscono e chiamano, ancora oggi, i tuoi ex scolari che conservano di te un ricordo indelebile (scarica la locandina).

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MONTEBELLO E I SUOI CADUTI NELLA GUERRA 1915-1918 di Ottorino Gianesato


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La leva dei Montebellani dal 1874 al 1901 (ossia gli oltre mille chiamati alle armi di Montebello)

C'è il pilota d'aereo abbattuto nei cieli di Francia, c'è il fante sul letto dell'ospedale con la medaglia appuntata sul petto dal comandante in capo delle truppe inglesi in Italia. Si racconta poi di uno dei primi caduti vicentini della Prima guerra mondiale morto al Forte Verena per il colpo di cannone austriaco che uccise - tutti insieme - una quarantina di commilitoni. Sono soltanto alcune delle particolari storie del migliaio di soldati originari di Montebello che vestirono la divisa del Regio Esercito durante la Grande Guerra. Attraverso il racconto dei destini di quegli uomini emerge un microcosmo della vita e della società di allora con i suoi eroi, i caduti e i feriti, gli imboscati e i renitenti, i dispensati dal servizio e i condannati a morte e alla prigione per reati militari. E con loro ecco le storie dei familiari che li attesero invano a casa. Le ha raccolte in una nuova ricerca Ottorino Gianesato, appassionato di storia locale, che oggi alle 20.45 nella sala delle conferenze della biblioteca civica di piazzale Cenzi parlerà di “La guerra 1915-1918. La leva dei Montebellani dal 1874 al 1901”, risultato del suo lungo lavoro di ricerca documentale negli archivi militari e parrocchiali, tra ruoli matricolari e liste di leva, riportando alla luce particolari storie individuali, spesso sconosciute ai più, sullo sfondo della guerra. Come il soldato chiamato a rimpiazzo dei decimati per rivolta della brigata Catanzaro – episodio immortalato in “Uomini contro” del regista Gianfranco Rosi e ispirato al romanzo di Emilio Lussu - che nel clima di quei giorni si attirò una condanna all'ergastolo. O gli espatriati che militarono in eserciti stranieri, come in quello Usa, o gli italiani che la guerra la fecero sul fronte “interno” della Libia coloniale o in Macedonia. Ma si parlerà anche del generale medaglia d'oro Giuseppe Vaccari, eroe della Sernaglia, la battaglia che pose le basi alla definitiva sconfitta dell'imperial Regio esercito asburgico a Vittorio Veneto. Ottorino Gianesato è già autore de “I caduti di Montebello” (2008), pubblicazione edita per conto dell'associazione culturale Amici di Montebello in cui ripercorre le vicende dei morti in guerra. La presentazione di questo aggiornamento - forse anch’esso edito in futuro - ha chiarito anche i casi di omonimia ed è il completamento del testo precedente. Del centinaio di caduti che il paese pianse in varie guerre, alcuni non hanno ancora il nome scolpito sul monumento in piazza. Un'integrazione fu fatta pochi anni fa, ma altri sono stati ora individuati.  (Articolo di Matteo Guarda)

 

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"CARTOLINE CHE RACCONTANO ..." di Umberto Ravagnani

Piccole storie e immagini della prima metà del ‘900

 

In una società come la nostra, dove i ritmi frenetici si accavallano a immagini sempre diverse, dove tutto viene comunicato attraverso la TV, i telefonini, internet … i ricordi sbiadiscono velocemente. Sfogliare un album di vecchie cartoline illustrate, accompagnate da piccole storie ambientate a Montebello Vicentino, può essere veramente affascinante.

Sono ancora disponibili poche copie del libro presso la sede degli Amici di Montebello.
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La nostra Associazione rende disponibile, in un numero limitato di copie, il libro "DA MONTEBELLO AD ALITO" di RODOLFO PERONI.

SFOGLIA L'ANTEPRIMA

Il compianto prof. Rodolfo Peroni, negli ultimi anni della sua vita ha scritto un libro dal titolo “Da Montebello ad Alìto”, nel quale racconta la vita di una mirabile suora, Gabriella Menegon (Gina), nata a Montebello Vicentino il 18 marzo 1906. Era quarta di sei fratelli: Oreste, Vittorio, Santina, Gina, Fortunato ed Anna. E' la storia di un personaggio straordinario che donò la sua vita ad un lavoro silenzioso e durissimo con spirito di sacrificio: insegnò, catechizzò, battezzò, curò piaghe e lenì pene, si prodigò nei lavori più umili e in quelli più rischiosi. Queste le sue parole: “Vissi pienamente i miei anni. La bicicletta mi portava nei villaggi più remoti. Battezzai centinaia e centinaia di bambini e di vecchi vicini a morire e ogni volta si rinnovava in me l’indicibile felicità di essere missionaria. In quegli istanti tutto era ripagato a dismisura: sacrifici, lontananza, solitudine, difficoltà erano annullati, naufragavano nella gioia luminosa di comunicare il Signore”.

Per chi fosse interessato si prega di scrivere un messaggio al nostro indirizzo e-mail o contattare direttamente la nostra redazione al numero telefonico (in fondo a questa pagina).

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36054 Montebello Vicentino (VI) TEL. 333-2688220 Email: info@amicidimontebello.it

BARTOLOMEO GUELFO

Tra i personaggi di Montebello che nei secoli passati si sono distinti nel campo delle lettere, delle arti e delle scienze, merita senz'altro menzione Bartolomeo Guelfo, poeta vissuto nel secolo diciottesimo. Nacque a Montebello il 12 marzo 1690 da famiglia non nobile ma di discrete condizioni economiche, anche se le sue fortune erano destinate a declinare negli ultimi anni della sua vita, e per vivere svolse l'attività di ciabattino. Compì i suoi studi presso un Ordine Religioso, studi che interruppe intorno ai venti anni per tornare in famiglia, e che sono la base della sua preparazione letteraria. Coltivò infatti una grande passione per la poesia che espresse in numerose composizioni sia in lingua italiana che in latino. Delle varie centinaia tra canzoni, elegie, madrigali odi e sonetti, scritte da Guelfo ne sono arrivate fino a noi 172, appartenenti alla raccolta del Bonomo, altro illustre montebellano, Cancelliere della comunità che con pazienza certosina registrò tutti gli avvenimenti locali della seconda metà del Settecento fino al 1820 circa, documenti ora di proprietà della famiglia Bertolaso. Lo stile delle sue composizioni è piuttosto retorico e pomposo, ricco di immagini e di metafore, in linea con la corrente artistica del Barocco, corrente già peraltro superata a livello nazionale dall'Arcadia, che propugnava una scrittura più semplice. Lo spunto delle sue composizioni è tratto dagli avvenimenti locali, sia di carattere religioso che profano; in occasione di nozze, di predicazioni, di festività varie, e sono spesso dedicate ai Prevosti di Montebello. E' utile ricordare che il genere lirico trova nel sonetto la sua forma poetica più naturale: è composto da due quartine e da due terzine in endecasillabi, a rime incrociate nelle quartine, a rime alternate nelle due terzine. In definitiva il Guelfo è un valido poeta locale che possiede doti di buon rimatore, testimone della diffusione anche nei piccoli centri di provincia della cultura letteraria in auge a quei tempi. Bartolomeo Guelfo morì ultra settantenne a Montebello il 26 luglio 1765. Nella mappa riportata nell'articolo "Insediamento ed acque", di questo stesso numero, compare anche l'abitazione della famiglia Guelfo, casa d'angolo tra le odierne via Trento e via Pesa.

Felice Castegnaro (dal N° 3 di AUREOS - Dicembre 2002) N.B.: Per chi desidera approfondire l'argomento sono disponibili ancora poche copie del libro sulla vita e le poesie di Bartolomeo Guelfo presso la redazione degli Amici di Montebello.
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