30 Marzo 2014: ALLA SCOPERTA DI BOLOGNA
BOLOGNA è una storica città che da antico insediamento libero-ligure, passò nel VI a.C. agli Etruschi e quindi nel 189 a. C ai Romani. Divenne libero comune attorno al 1000. Da qui iniziò la grande prosperità che ha prodotto un ricco patrimonio artistico, incrementato via via nei secoli. Il luogo simbolo dello splendore artistico si è concretizzato nella PIAZZA MAGGIORE. E’ una delle più antiche (iniziata nel XIII sec.), belle e vaste piazze d’Italia; attualmente misura 115 m in lunghezza e 60 m in larghezza. Qui si adunavano le folle per ascoltare le leggi, i proclami, le decisioni del governo, le sentenze capitali, che venivano comunicate dalla balconata del Palazzo del Podestà. Fu per molto tempo la piazza del Mercato.
PALAZZO DEL PODESTA’ La sua costruzione iniziò nel 1200, insieme alla piazza stessa. Di quell’antico palazzo romanico rimane solo una parte della facciata che prospetta sul retro, mentre il palazzo che vediamo oggi fu ricostruito nel 1484 durante la signoria di Giovanni II Bentivoglio. I pilastri del maestoso porticato sono rivestiti di macigno ed ornati da 3000 rosette scolpite, tutte diverse l’una dall’altra. Sopra il portico c’è il Salone del Podestà, il più grande di Bologna; nell’antichità era l’Aula di Giustizia, dove si tenevano i processi, oggi è sede di mostre e manifestazioni varie. Sopra le arcate del portico corre un ballatoio che un tempo era delimitato da una ringhiera; era la “famosa ringhiera” da cui venivano rese pubbliche le decisioni del governo ed anche le sentenze capitali.
PALAZZO RE ENZO Costruito nel 1244 come sede del Comune, divenne invece la ricca prigione di Enzo, re di Sardegna, figlio dell’imperatore Federico II di Svevia. Re Enzo fu catturato durante la battaglia di Fossalta nel 1249 e i bolognesi lo rinchiusero fino alla morte, avvenuta nel 1272, Il giovane Re Enzo fu trattato con tutti gli onori, tanto da avere intorno a sé una piccola corte regale.
PALAZZO DEL CAPITANO DEL POPOLO Lo scalone che fiancheggia il cortile del palazzo di Re Enzo conduce alla sala del Palazzo del Podestà e a quello che fu il Palazzo del Capitano del Popolo. Questo sorge tra il Palazzo del Podestà e quello di Re Enzo, verso il Palazzo Comunale. VOLTONE DEL PODESTA’ Questo luogo, in passato fu il centro più vivo della città per la presenza del mercato, con i vari venditori e clienti, mendicanti e truffatori, e i banchi dei notai, che qui stilavano i contratti per i cittadini. Nel 1525, all’incrocio del Voltone, furono poste le quattro statue dei protettori di Bologna: San Petronio, San Domenico, San Francesco e San Procolo.
PALAZZI DEL COMUNE – Palazzo d’Accursio La parte dell’edificio su cui si innalza la torre dell’orologio, era l’abitazione del celebre giurista Accursio, vissuto nel XIII secolo. Egli, nel 1284, vendette il Palazzo al Comune che ne fece il granaio cittadino, da cui anche l’altro nome di “Palazzo della Biada”. Sull’antica torre della famiglia fu sistemato un complesso orologio meccanico adorno di statue semoventi che venne sostituito nel 1700 con l’orologio attuale. Sulla facciata, in alto, c’è una stupenda “Madonna con il Bambino” opera di Nicolò dell’Arca. – Palazzo del Legato L’altra parte, oltre il portale di ingresso, venne costruita alla fine del cinquecento per gli appartamenti del Governatore della Città, cioè il Cardinale Legato. L’aspetto è quello di una fortezza con mura, merli e torrioni; anticamente vi era anche un largo fossato e un ponte levatoio. Sulla scarpata di base vi sono murate le antiche misure alle quali dovevano attenersi gli artigiani e i venditori: il piede bolognese, il braccio, la pertica, le dimensioni delle tegole (coppo) e del mattone. Sopra il portone di ingresso, opera dell’Alessi (1553), si trova la statua del papa bolognese Gregorio XIII, che fu il riformatore dell’antico calendario giuliano che nel 1583 aveva accumulato un ritardo astronomico di 10 giorni. Fu necessario, quindi, abolire 10 giorni per rimettere a posto le cose.L’interno si aprono tre cortili: quello di rappresentanza, quello d’armi e quello del carcere (ridotto di molto alla fine dell’ottocento con la costruzione della sala borsa). In quest’ultimo U. Aldrovandi costruì l’antico orto botanico detto “dei semplici”, perché con “principi semplici” erano i farmaci tratti dalle piante officinali. Il grande scalone cordonato, costruito perché le carrozze a cavalli potessero salire agli appartamenti superiori, è opera del Bramante. Vi sono varie sale, tra cui la Sala Farnese, con la Cappella Farnese, ultima rimasta delle 12 che vi erano un tempo nel palazzo; la Sala d’Ercole, chiamata così per una grande statua lì posta; la sala del Consiglio Comunale; gli appartamenti del Cardinale Legato che oggi ospitano le Collezioni Comunali d’Arte. Oggi il palazzo è sede del Municipio della città e di numerosi uffici comunali.
BASILICA DI SAN PETRONIO La costruzione di questa Basilica avvenne per volontà del Comune di Bologna, che nel 1390 ne iniziò la costruzione sotto la direzione dell’architetto Antonio di Vincenzo. Per ordine del Comune furono demoliti vari edifici per creare un ampio spazio su cui erigere la chiesa che, secondo l’intento dei bolognesi, doveva essere la più grande di tutta la cristianità. Alle enormi dimensioni attuali (130 m. di lunghezza, 58 m. di larghezza, 45 m. altezza delle volte centrali, 51 m. altezza della facciata) si giunse dopo secoli di lavori che terminarono nel 1659 con il completamento dell’abside. La facciata è incompleta: la parte superiore presenta immorsature in laterizio mentre è decorata con marmi nella parte inferiore, dove le nicchie predisposte per ospitare statue sono vuote. Nel basamento vi sono 8 quadrifogli con santi legati alla storia della chiesa bolognese. I 3 portali di ingresso sono riccamente decorati; capolavoro di Iacopo della Quercia è la porta mediana, la “Porta Magna”, iniziata nel 1425 e i bassorilievi con storie bibliche e profeti nell’architrave e nei pilastri laterali. Le fiancate sono ritmate dalle vetrate policrome delle 22 cappelle che si aprono all’interno della Basilica; l’interruzione del transetto, per la non prosecuzione del grandioso progetto, è denunciata da una bifora a libro. L’interno è di struttura gotica, a tre navate, divise da dieci piloni di cotto polistili reggenti slanciati archi ogivali. Sul pavimento è tracciata la famosa meridiana costruita nel 1655. Lungo la navata sinistra si aprono le cappelle più belle e famose: nella prima e nella quarta si possono ammirare gli affreschi di Giovanni da Modena e nell’ottava la figura di “San Rocco” del Parmigianino. Lungo le navate laterali vi sono le quattro croci di pietra che, secondo la tradizione, furono poste da San Petronio alle quattro estremità della Basilica.
( L. 209 )