[214] IL PROF. GIOVANNI ZIN (1913-1969) – Un vero genio della matematica
Poco si conosceva della vita di questo insigne professore universitario, montebellano, al quale il nostro paese ha dedicato una Via. Nelle memorie storiche di Montebello Vicentino troviamo solo qualche cenno su questo vero ‘genio’ della matematica. Fortunatamente l’Accademia delle Scienze di Torino, della quale Giovanni Zin era socio, mi ha aiutato a fare un po’ di chiarezza e per questo debbo ringraziare la gentilissima Elena Borgi, responsabile della Biblioteca e dellβArchivio storico della stessa Accademia.
Γ grazie a lei se posso proporvi ora questo estratto dal discorso commemorativo del Socio nazionale residente Cataldo Agostinelli letto nellβadunanza del 22 Aprile 1970, qualche mese dopo la morte prematura di Giovanni Zin. Questo importante documento ci permette finalmente di colmare una grande lacuna sulla sua breve ma intensa vita.
“Un giorno, meditando sulle leggi naturali della vita, pensavo che al termine della mia vita terrena la persona che per affinitΓ di studi avrebbe potuto commemorarmi in questa sede accademica, poteva essere lβillustre consocio Prof. Giovanni Zin, molto piΓΉ giovane di me. La sorte ha voluto invece che fossi proprio io a rievocare la figura di uomo e ad illustrare brevemente lβopera scientifica di Giovanni Zin, stroncato da male inesorabile allβetΓ di 56 anni, e quindi in piena maturitΓ , il 23 agosto dello scorso anno, nella solitudine dellβOspedale San Giovanni di Torino.
Giovanni Zin era nato a Montebello Vicentino il 23 febbraio 1913 da famiglia agiata. Ivi aveva frequentato le scuole elementari, poi le scuole medie a Lonigo e il Liceo scientifico a Verona. Dotato di ingegno vivacissimo e promettente fu quindi avviato a quegli studi universitari verso i quali per naturale inclinazione si sentiva maggiormente portato. Si iscrisse allora allβUniversitΓ di Pisa al corso di Matematica e Fisica nellβanno 1932, laureandosi brillantemente nel 1935, mentre era allievo di quella Scuola Normale Superiore, famosa per le sue antiche e gloriose tradizioni nel campo delle Scienze matematiche, ove hanno insegnato scienziati di fama mondiale come Ulisse Dini, Luigi Bianchi, Enrico Betti, per dire solo dei sommi e di dove sono usciti allievi come Vito Volterra, Carlo Somigliana, Guido Fubini e tanti altri che hanno onorato in sommo grado la Matematica italiana.
In quegli anni quella sede era ancora fiorente e vi insegnavano il nostro indimenticabile Guido Ascoli e il grande Leonida Tonelli. Questi due insigni maestri esercitarono indubbiamente una notevole influenza nello sviluppo del gusto per il rigore dimostrativo che nello Zin era innato, e che si manifesta in tutta la Sua produzione scientifica. Il giovane Zin, di intelletto acuto e volitivo, era sin da allora conscio delle Sue possibilitΓ e del Suo valore potenziale. Invero nel Suo Β«Ricordo del Prof. Guido AscoliΒ», scritto per i Β«Rendiconti del Seminario Matematico di TorinoΒ», in occasione della morte, Egli afferma che dopo aver dato con Ascoli il primo esame di Analisi ebbe la coscienza di possedere unβattitudine per le discipline scelte e di possedere inoltre una personalitΓ formata.
Dopo la laurea la Sua carriera Γ¨ stata brillantissima. Successivamente dal 1Β° dicembre 1938 fu assunto quale ricercatore dallβIstituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, nel reparto Comunicazioni, sezione Telefonia; dal 1Β° agosto 1941 venne incaricato di dirigere questa sezione; infine dal 1Β° novembre 1950 al 31 ottobre 1954 fu ricercatore consulente. In questo grande Istituto, che allora era retto da Gian Carlo Vallauri, Giovanni Zin ebbe modo di esercitare le Sue spiccate attitudini alla ricerca, utilizzando la Sua piena conoscenza dellβAnalisi, acquisita negli studi universitari, e ad affinare il Suo gusto e la Sua sensibilitΓ verso le questioni fisico-matematiche. Questa attivitΓ , che Gli permise di approfondire e perfezionare la Sua cultura nel campo dellβElettromagnetismo, nel quale in breve divenne una riconosciuta autoritΓ , fu determinante per la Sua carriera scientifica, orientata oramai verso le questioni piΓΉ attraenti e piΓΉ difficili di quel ramo della Scienza che domina le piΓΉ elevate speculazioni e pervade tutta la civiltΓ moderna.
Dopo qualche anno di permanenza nellβIstituto Elettrotecnico Galileo Ferraris, Giovanni Zin, che giΓ si era affermato solidamente in materia di elettricitΓ , conseguiva la libera docenza in Comunicazioni elettriche e vinceva il premio triennale Bianchi dellβAssociazione Elettrotecnica Italiana.
Dotato di spirito altamente patriottico, ostile al regime di oppressione che allora domina va in Italia e ribelle ad ogni forma di sopruso e di sopraffazione, durante lβultima guerra mondiale non restΓ² indifferente di fronte alla lotta di liberazione che clandestinamente andava organizzandosi e diffondendosi in tutta Italia. Aderendo attivamente a questo movimento fece parte dellβorganizzazione Franchi e per incarico del C.L.N. ebbe cura dellβorganizzazione della difesa degli impianti industriali del Piemonte. Corse anche il rischio della deportazione nazista alla quale miracolosamente sfuggΓ¬ con la fuga, saltando dalla tradotta che lo portava, coi Suoi compagni di sventura, verso i campi di concentramento e di sterminio.
In quel periodo, cosi doloroso per la storia del nostro paese, per la considerazione in cui Giovanni Zin era tenuto, e il prestigio che godeva come cultore delle Scienze dellβ elettricitΓ , sebbene ancora molto giovane, fu nominato presidente della Federazione nazionale aziende elettriche municipalizzate, e successivamente presidente dellβAzienda elettrica municipale di Torino.
La sua attivitΓ didattica si iniziΓ² con un corso di Teoria dei circuiti elettrici presso lβIstituto Elettrotecnico Galileo Ferraris e presso la nostra UniversitΓ con un incarico di Misure elettriche, conferitogli negli anni accademici 1943-44 e 1944-45. Negli anni successivi dal 1945-46, al 1953-54, fu incaricato del corso ufficiale di Meccanica statistica, che tenne con grande competenza e con piena soddisfazione degli allievi e della FacoltΓ di Scienze che Glielo aveva conferito.
Nel 1953 prendeva parte al concorso per la cattedra di Fisica matematica bandito dallβUniversitΓ di Cagliari. Compreso nella terna dei vincitori, in seguito a chiamata unanime della FacoltΓ di Scienze della nostra UniversitΓ , veniva nominato, a decorrere dal 1Β° febbraio 1954, professore straordinario di Meccanica statistica. Promosso ordinario nellβanno 1956-57, tenne ininterrottamente questo insegnamento, insieme ad un incarico, prima di Onde elettromagnetiche (dallβanno accad. 1955-56, allβanno accad. 1960-61), e poi di Fisica matematica e Calcoli di probabilitΓ e statistica (nellβanno accad. 1961- 1962). Infine, a decorrere dal 16 novembre 1962, fu trasferito alla cattedra di Fisica matematica, verso la quale si sentiva maggiormente portato e che da tempo meritatamente ambiva di occupare. Da allora, fino al termine della Sua vita, ha tenuto inoltre per incarico lβinsegnamento di Onde elettromagnetiche (dallβanno accad. 1962-63, allβanno accad. 1964-65), e poi quello di Istituzioni di Fisica matematica (dallβanno accad. 1965-66 in poi).
Giovanni Zin, di carattere fortemente impulsivo, nelle adunanze di FacoltΓ , durante le discussioni, a volte, sia pure con ragione, insorgeva impetuosamente per combattere le idee di qualche collega e difendere i Suoi punti di vista. Ma piΓΉ spesso, quando il Suo animo era sereno, apportava, con ragionamento logico ed equilibrato, e con dialettica persuasiva, contributi preziosi per la risoluzione delle questioni che venivano dibattute.
Egli fu eletto socio corrispondente di questa Accademia il 16 marzo 1960, e Socio nazionale residente il 23 marzo 1966. Ultimamente fece parte anche del Consiglio di Presidenza. Alle nostre adunanze partecipΓ² quasi sempre molto attivamente e apportΓ² contributi notevoli Suoi e dei Suoi collaboratori.” (Archivio storico dellβAccademia delle Scienze di Torino).
Amelio Maggio e Luigi Mistrorigo nel loro libro “Montebello Novecento” hanno scritto di lui: “Tra l’estate e l’autunno, il prof. Zin era solito passare lunghi periodi a Montebello, ove continuava a vivere con la famiglia, adorato dalla madre. In quelle occasioni, il grande matematico faceva mostra, nei comportamenti esterni, di una grande semplicitΓ e bontΓ . Alto, scarno, dall’andatura distinta, sapeva perΓ² essere alla portata di mano con tutti“.
Umberto Ravagnani
Foto: Il Prof. Giovanni Zin (APUR – Archivio privato Umberto Ravagnani).
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