[158] BAMBINI DI MONTEBELLO DURANTE L’ULTIMA GUERRA (seconda parte)
Di LINO TIMILLERO – Coniston (AUSTRALIA)
Β« [I Tedeschi] raramente passavano con automezzi dal cancello vicino allβabitazione del Custode. Tra la Colonna del cancello ed il muro della casa, vi era un passaggio per persone. Con un cancelletto di quadrelli di ferro. Mio fratello si ricorda che, una notte, venne svegliato da qualcuno che parlava nella camera dove dormiva. E riprese a dormire. Al mattino, nella grande cucina al pian terreno, cβera la mamma che parlava con la zia Veronica che abitava alla strada Fonda. Apparentemente, durante la notte, qualcuno cercΓ² di rubare dei copertoni dal deposito dovβerano dei Camion italiani per lo piΓΉ in disuso. Per orizzontarci, spiegherΓ² ai Montebellani dove era posizionata tale βRimessaβ. Dal cancello dellβentrata della Villa, il muro di cinta andava dritto fino alla Stradella, oggigiorno appellata βCarpaneβ. LΓ faceva angolo e, seguendo la Stradella, arrivava alla Via Borgolecco. Verso la fine degli anni β60, Paolino Conterno iniziΓ², proprio in quellβangolo, la sua Impresa di Pompe Funebri. Adesso che ognuno sa dovβΓ¨ il luogo, torno a raccontare ciΓ² che Luigi sentΓ¬ mentre la mamma parlava con la zia Veronica. La notte precedente, ci furono alte grida. Cani che abbaiavano ed anche qualche sparo. Degli uomini vennero scoperti mentre cercavano di rubare dei copertoni dal deposito. Furono uccisi due Carabinieri che erano di guardia durante la notte. Questi ladri, si dovevano essere nascosti bene perchΓ© nessuno li poteva individuare. E nessuno li aveva visti saltare il muro di recinzione che era alto circa 3 metri. Arrivarono degli automezzi che giravano con le luci accese, per trovare quei ladri. Mio fratello Vittorio aveva quasi 17 anni di etΓ e voleva uscire per veder meglio quel che stava accadendo. Mia madre, che era incinta e mi avrebbe dovuto partorire dopo qualche mese, lo supplicava di restare in casa perchΓ© poteva essere preso per uno dei ladri!!! Nessuno venne a sapere come i ladri fossero fuggiti in quella lunga notte. La mamma riuscΓ¬ a tenere Vittorio dentro casa. E le preoccupazioni erano temporaneamente terminate. Resta il fatto che, essendo i soldati tedeschi stazionati nelle scuole, il Piazzale davanti alla Chiesa ed anche dinanzi allβedificio scolastico era pieno zeppo di Carri armati ed autoblinde, pronti ad ogni evenienza. La Guerra, essendo ormai fratricida, diventava sempre piΓΉ violenta e crudele. Anche a Montebello. Dopo i due Carabinieri uccisi allβinterno della Villa, vi furono altre azioni e colpi di mano che venivano considerati opera dei Partigiani. Che non si erano mai visti in Paese. Durante unβaltra lunga notte, furono uccisi il Maresciallo dei Carabinieri ed un giovane soldato che era di guardia in Caserma. Allora, la Caserma era a due passi dal Monumento ai Caduti. Anche in questo caso, la colpa ricadde sui Partigiani. In Paese, perΓ², si spargeva la voce che dei malviventi si nascondevano nei boschi ed agivano di notte. E non erano Partigiani! Γ necessario, a questo punto, ricordare che Via IV Novembre non esisteva. Dal grande cancello che era lβentrata di Villa Freschi in Via Borgolecco, raramente transitavano mezzi Tedeschi. Tale cancello era sempre chiuso. Dallβaltro lato della Via Borgolecco, come qualcuno ricorda, vi era un altro cancello. Uguale ed identico. Sembravano dei Fratelli di pietra e ferro. Ma, allβinterno di questo cancello, cβera la corte di Bellini, il βFattoreβ. Questi dirigeva, come un βPadreβ, lβandamento delle proprietΓ della Villa. Nostra Madre, diceva sempre che βEl vecio Belini nol ne gΓ mai assΓ senza magnare.β Varie famiglie abitavano negli edifici allβinterno della corte. Quel cancello era sempre aperto. Essendoci il Pozzo per attingere lβacqua, appena entrati nella corte, anche le famiglie che abitavano in Via Borgolecco, usufruivano del Pozzo colΓ situato. Nelle abitazioni della corte, cβera molta tristezza. Le famiglie erano afflitte dalla mancanza degli uomini a causa della Guerra. Come mi raccontΓ² mio fratello Giovanni, una famiglia in modo piΓΉ duro, perchΓ© tormentata sia dai Tedeschi che dai fascisti. Un giovane membro di tale nucleo famigliare, non si era presentato alla chiamata alle armi da parte della Repubblica di SalΓ². Lβavvertimento brutale era lβimprigionamento della Madre del giovane, se questi non si fosse presentato entro 15 giorni al Distretto Militare. Da quella corte, per chi conosceva la proprietΓ , era molto facile salire fino a sotto il Castello. In casi di emergenza, una volta raggiunta la sommitΓ del colle, si aprivano due vie di fuga: a sinistra, la salita allβAgugliana ed alla Calvarina. Si poteva raggiungere Santa Margherita e colΓ scegliere: a sinistra per arrivare a San Giovanni Ilarione, oppure a destra, per stradine molto secondarie, la via verso Arzignano, fino a Recoaro e, allβoccorrenza, il Pasubio ed i Partigiani della Garemi.Β A Guerra terminata, il Piazzale Mario Cenzi fu ancora usato per parcheggiare Carri armati. Inglesi, questa volta, comβerano Inglesi le truppe di soldati che marcarono il Campo da Calcio dovβera il Parco della Villa. Adoperando le misure Imperiali: βYardsβ, βFeetβ and βInchesβ!!! E cominciarono a giocare al βFootballβ, tra Soldati e con la Squadra della U.S. Montebello! Anche questo mi fu raccontato da mio fratello. Che, al tempo della occupazione Tedesca, pensava a ben altre coseβ¦.! Per provare la βpistolaβ, i ragazzi non potevano certo puntarla contro uno dei grandi βCedri del Libanoβ cosΓ¬ numerosi attorno al Parco allβinterno della Villa. E tanto meno contro gli alberi dei Giardinetti, con il via vai dei Tedeschi che abitavano nelle Scuole. Allora, si pensΓ² alla porta dellβOratorio. Sia Luigi che qualche altro amichetto, erano chierichetti. Sapevano quanto fosse spessa la porta dellβOratorio e lβora in cui veniva chiusa, al mattino, per rimanere tale fino al giorno dopo. Con la βpistolaβ nelle mani di un ragazzo, sicuri che la *βBalistiteβ* era ben pronta, un altro ragazzo lβaccendeva. Non cβera fiamma. La *βBalistiteβ* bruciava come la brace dβuna sigaretta. Finche lβincandescenza arrivava al bossolo del moschetto. Che, essendo stato inserito con una parte chiusa, veniva espulso come se fosse una pallottola. Infissandosi nella porta dellβOratorio!!!
4) Laboriosamente, il bossolo veniva recuperato, e lβazione ripetuta finchΓ© durava la *βBalistiteβ*! Purtroppo, la prima prova non andΓ² bene. I due fili di ferro, inchiodati per fermare il bossolo di mitragliera, si muovevano facilmente. Si doveva trovare il sistema di bloccarli in modo sicuro. Altrimenti, si doveva gettar via tutta la βpistolaβ. Un amico di Luigi propose di preparare due piccoli cunei di legno di manico di scopa. Tale legno Γ¨ durissimo. PerciΓ² le mamme adoperavano la scopa per battere qualche ragazzo ultra-birichino! Furono approntati i due cunei. Usando la morsa della bottega di βFonso Marangonβ. I cunei vennero inseriti tra il filo di ferro ed il bossolo della mitragliera, battendoli duramente con uno scalpello spuntato, che βFonso Marangonβ adoperava per battere i raggi delle ruote dei carri. Il collaudo della βpistolaβ, quella volta, andΓ² benissimo! La *βBalestiteβ*, bruciando, causava tale pressione che il bossolo del moschetto fuoriusciva come una pallottola e si piantava sulla porta dellβOratorio. Ora, tutto era a perfezione, e si potevano βsparareβ colpi a non finire. Quando, perΓ², non ci fossero preti in giro. Oppure, cosa molto piΓΉ pericolosa, Genio Sacrestan o, peggio ancora, Vitore Canpanaro!!! (a Guerra terminata, le chiacchiere in paese dicevano che il figlio del campanaro si nascondesse sotto lβAngelo della cima del Campanile per sfuggire alla chiamata alle armi dei fascisti…!)
5) Adesso, pensandoci bene, si puΓ² avere una idea dei moltissimi incidenti causati dagli ordigni di Guerra. Con il risultato di mani amputate. Oppure perdita della vista. Nel caso dei bambini che vivevano a Montebello durante la seconda Guerra Mondiale, si puΓ² parlare di una sorta di ricerca di divertimento innocuo. Ma un sentito ricordo deve andare al fratello di Adriano. Si chiamava Riccardo. MorΓ¬, quasi dodicenne, ai primi di Maggio del β45. In un incidente causato, appunto, da residuati bellici adoperati incoscientemente. E senza alcuna colpa da parte di Riccardo. A Guerra terminata! Quando tutto e tutti vedevano la Speranza ovunque. Adriano terminΓ² di raccontare a mio fratello come, per passare un po di tempo in maniera utile, si fosse messo in testa di rinnovare proprio quella porta. Al che, Luigi disse ad Adriano che, sicuramente, si sentiva di poter fare un bel lavoro! Ed aveva trovato il modo di rimediare al male fatto. Non certo da lui. BensΓ¬ dai bambini che cercavano di divertirsi durante gli ultimi due lunghissimi anni di Guerra. Che sembrava non dover mai finire! Bombardamenti! Uccisioni! Fame e Disperazione!!! E moltissime preghiere che si sollevavano al Cielo. Seguendo lβesempio del Prevosto, Monsignor Zannellato. Che nessuno piΓΉ ricorda nel paese. CiΓ² nonostante, lβamatissimo Prelato, rimane ancora con la sua gente nelle pagine del suo Diario Parrocchiale che, ancor oggi, viene sfogliato dagli appassionati ricercatori, per trovare cose che solo colΓ si possono accertare Β». (Lino Timillero – 19-7-2019)
*{ Ho dovuto ricercare la *βBalistiteβ*: fu inventata da Alfred Nobel (quello del Premio), ed Γ¨ formata da Nitrocellulosa e da Nitroglicerina. Presenti, ancor oggi in tanti tipi di BOMBE}*. Linus DownUnder Coniston Saint Epharaβs day 19-7-2019. Revised after my brotherβs corrections!! Saint Dominicβs day 8-8-2019. Saint Clareβs day 11-8-2019
Umberto Ravagnani
Foto: Monsignor Antonio Zanellato, Prevosto di Montebello tra il 1919 al 1952, in un dipinto di LINO LOVATO (1981) (Umberto Ravagnani).
AI LETTORI: L’Associazione Amici di Montebello sta preparando un evento per ricordare il nostro concittadino LINO LOVATO, pittore e scultore buono, generoso, sensibile, autore di molte opere artistiche. Chi avesse informazioni, aneddoti, suoi quadri, etc., Γ¨ invitato a mettersi in contatto con la redazione tramite e-mail, sms o cellulare (vedi a fondo pagina). L’evento Γ¨ stato fissato per il 6-7-8 dicembre 2019. |
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