LE FAMIGLIE CHIARELLO E MILLION

[87] LE FAMIGLIE CHIARELLO E MILLION

Quella dei Chiarello Γ¨ senza dubbio una delle dieci famiglie storiche di Montebello. E’ facile intuire che il suo nome deriva dal patronimico Chiarello, abbastanza diffuso nel β€˜400, favorito dalla diffusione del culto a Santa Chiara di Assisi vissuta nel secolo precedente. Il capostipite Γ¨ Chiarello del fu Bartolomeo, segnalato in un documento del 1418. Un Chiarello del fu Pietro di Montebello Γ¨ testimone di un rogito rogato a Vicenza, ma dubito che si tratti di un parente di quello prima citato.
Figura di spicco agli inizi del β€˜400 Γ¨ Antonio detto β€œMatuscola” di professione notaio. Questo curioso soprannome locale, definisce bonariamente una persona un po’ bizzarra, non certo un soggetto insano di mente. I notai che all’epoca hanno avuto a che fare con questo soprannome si sono divertiti a scriverlo ora Mazuchello, ora Matuchelle ed altri termini, ma Matuscola Γ¨ l’esatta forma, al punto che diventa un cognome che resisterΓ , accostato a Chiarello, fino agli inizi del β€˜500 dove Chiarello figlio di Antonio Γ¨ segnalato come Chiarello Matuscola. Nei primi decenni del 1500 nasce un nuovo soprannome a scalzare il primitivo Matuscola e cioΓ¨ “Million“, (Antonio Matuscola detto β€œMillion“), nome questo che sarΓ  acquisito da un un ramo dei Chiarello e che sopravviverΓ  fino ai giorni nostri al pari di Chiarello stesso. Il secolo menzionato non si apre sotto i migliori auspici per i Chiarello, poichΓ¨ nel 1503 Bernardino e Francesco, padre e figlio, muoiono in una rissa sotto i colpi di Gaspare Braga, che per questo verrΓ  bandito da Montebello. L’omicida farΓ  ritorno al suo paese solo dopo il β€œperdono” dei Chiarello ed un congruo risarcimento di 100 Ducati d’oro.
Nel β€œBalanzon” (1) cinquecentesco i Chiarello ed i Million sono estimati in posti diversi, nella contrΓ  della Centa i primi, in quella di Borgolecco i secondi, quasi a voler confermare la separazione avvenuta anche nel cognome. Gli eredi di Francesco Chiarello, Guglielmo del fu Agnolo, Francesco del fu Antonio notaio detto β€œRosso” e Bernardino del fu Antonello sono tra i piΓΉ abbienti del paese, al punto che solo Melchiore Veronese e qualche notabile di Vicenza possono vantare pari ricchezze in Montebello. Antonello padre di Bernardino altri non Γ¨ che il fratello e figlio delle vittime del fattaccio appena narrato. Complessivamente i patrimoni dei quattro Chiarello, di cui sopra, sono estimati quasi 4.000 Ducati e ben 11 le famiglie (Chiarello e Million) iscritte nei ruoli del fisco veneziano. Chiarello Camillo Γ¨ attivo come notaio, nel suo studio in contrΓ  della Piazza, per quasi 50 anni a cavallo del Cinquecento con il Seicento; lunga vita la sua, ma piΓΉ breve di quella del notaio Francesco Million che, in Montebello prima e soprattutto in Vicenza poi, esercita la professione per ben 63 anni. Tra i due si inseriscono altri uguali professionisti ossia Giacomo Million, Matteo Chiarello, Chiarello Million (o Millioni come altre volte scritto). In un rogito del notaio di Montebello Bernardin Brunello, si legge che nel 1662 Antonio Million Γ¨ debitore verso Chiarello Million di 100 Ducati d’oro per una condanna criminale subita in precedenza (risarcimento danni e cauzione). Non Γ¨ specificato il reato. Nell’anno 1630, quello della terribile epidemia di peste, sono consiglieri comunali Chiarello e Gio. Maria Million, mentre Zaccaria Million lo Γ¨ nel 1657, nel 1661 Tomaso Chiarello, nel 1669 Giacomo Million, nel 1671 Sebastiano Million, nel 1705 Marco Million, nel 1727 Antonio Million. Appare evidente da questa elencazione come col passar degli anni la famiglia Chiarello sia praticamente scomparsa da Montebello. Sono sei (tre per parte) i nuclei estimati nella seconda metΓ  del β€˜600 dei Chiarello e dei Million. Alla fine del settecento non compare alcuna famiglia Chiarello nelle Liste del Dazio Macina. In queste elencazioni nessuna famiglia Million fa parte nΓ© dei benestanti, nΓ© dei mediocri o medi, tutte quelle descritte appartengono alla folta schiera degli “infimi” (1.836 abitanti in Montebello su 2.391). Tra gli “infimi” si trova infatti la famiglia di Antonio Million di professione colono, come lo Γ¨ Giuseppe Million, un altro Antonio Million, i fratelli Giovanni e Domenico Million invece fanno di mestiere i β€œsaltari” (guardie campestri), Bortolo Million il tessitore.
Attualmente i cognomi Chiarello e Million sono presenti in Montebello, ma se per i secondi non vi Γ¨ dubbio che siano i discendenti dei Million in oggetto, per i primi resta tutto da verificare in considerazione che il cognome Chiarello Γ¨ nato anche in altri paesi in tempi piΓΉ o meno paralleli.

Ottorino Gianesato (Nome … e Cognome (2007))

Note:
(1) Il Balanzon o Estimo nasce con lo scopo di descrivere e stimare il valore dei beni dei cittadini ai fini fiscali (N.d.R).

Figura: Il patronimico Chiarello deve la sua origine al culto, molto diffuso nel Quattrocento, di Santa Chiara D’assisi che si festeggia l’11 Agosto. L’icona rappresenta un episodio della vita della Santa, attestato dai processi per la sua canonizzazione.Β Si racconta che Santa Chiara, inferma nel letto, avesse bisogno di una tovaglietta, ma non essendoci chi gliela portasse, le si avvicinΓ² un gatta, cominciΓ² a tirare e trascinare la tovaglietta per portagliela come poteva. Ma la Santa la rimproverΓ² perchΓ© la gatta la trascinava per terra. Allora la gatta, come se avesse compreso, cominciΓ² ad avvolgere la tovaglietta perchΓ© non toccasse a terra e gliela portΓ². (a cura del redattore).

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LA STALLETTA DEL VICARIO (3)

[59] LA STALLETTA DEL VICARIO NELLA PIAZZA DEL MERCATO DI MONTEBELLO (ultima parte)

Senza data (fine Maggio primi di Giugno 1682)

Illustrissimi Signori Deputati

Li Governatori della ComunitΓ  di Montebello, umilissimi servi delle Vostre Signorie Illustrissime, con occasione del mercato che si fa ogni mercordΓ¬, hanno fatto acquisto d’alcune case dell’Hospital di San Zuanne di detto loco e l’hanno spianate per far una piazza spaciosa capace per il traffico et augumento del mercato stesso. Per ridur a perfezione la medesima vi manca il levar una certa stalletta del Vicariato restata in ivi in isola che serve anco di poco beneficio al Vicariato stesso mentre ha due sole poste e la tezzetta non Γ¨ capace di piΓΉ di un carro di fieno in circa. Supplicano pertanto le Signorie Vostre Illustrissime a volerli permettere di poterla spianare per ridurla in piazza offerendosi pronti a riedificarne una simile in altro sito commodo e che sarΓ  di piΓΉ utile e beneficio al medesimo Vicariato. In tal modo consoleranno una comunitΓ  sempre ossequiosa alla cittΓ  et a quest’ultimo consesso e viveranno perenne memoria de’ posteri con eterna loro obbligazione. Grazie

Il 4 Giugno 1682 i deputati vicentini informarono della supplica il Vicario di Montebello che certamente era giΓ  a conoscenza dei passi intrapresi dai consiglieri montebellani:

Spettabile diletto Vicario

La sua comunitΓ  fa a noi istanza quale spettabile leggerΓ  nell’acclusa scrittura che a lei mandiamo ad effetto che ben informate d’ogni particolare contenuto in essa ci scrivi quello Γ¨ e quello ella stima esser bene con dirci la sua opinione a niuno palese. Con quell’occasione si contenterΓ  di vedere e ben esaminar i Quartieri (caserme) di codesto luogo e minutamente descritto il loro stato cosΓ¬ circa le fabbriche come circa gli utensili, portarci pure il medesimo con due lettere alla notifica perchΓ© possiamo deliberare, sopra alcune cose a noi rapportate, quello stimeranno concludere.

Il Vicario di Montebello, conte Antonio Sangiovanni, il giorno dopo (resterΓ  in carica fino l 21 Settembre di quell’anno) si premurΓ² sollecitamente di fornire ai deputati della cittΓ  quanto da loro richiesto:

In esecuzione della lettera di Vostre Signorie Illustrissime, scritta a Vicenza li 4 corrente, ho veduto li Quartieri de’ soldati e trovati in cattivo stato, come vedranno dall’ingiunta nota, come parimenti ho veduto la supplica delli Governatori di questo loco e bene esaminato lΓ  quale contiene veritΓ  dell’angustia e ristrettezza della stalla e tezza, ma non nella situazione perchΓ© sono circondate dal recinto della corticella delle case del Vicariato che s’unisce da due bande con le medesime case serrandole dentro e non sono in isola come dicono, nΓ© sono di cosΓ¬ poco beneficio perchΓ© o piccole o grandi che siano sono necessarie: questa corticella Γ¨ ben di poco rilievo e comodo non potendovisi voltare nΓ© anco un carro e perΓ² considerare tutte le cose per mio lebile sentimento, giΓ  che mi fanno l’onore di ricercarmelo, dirΓ² che quanto vogliono effettuare quello che promettono con risarcirne il Vicariato di quanto gli levano, se gli puΓ² farle gratia perchΓ© le medesime case del Vicariato acquisteranno anco bene a vista, essendola di queste levate dalle muraglie stalla e tezza rimettendosi sempre a piΓΉ savio parere con che rimettendoli la corte come concordano.

Il conte Antonio Sangiovanni non fu quindi del tutto convinto che l’abbattimento della stalla e tezza giovasse granchΓ¨. Mantenne quindi una posizione neutrale tanto che rimise nelle mani dei deputati la decisione finale. La deputazione vicentina ritardΓ² non poco a dare il via ai lavori di spianatura della piazza di Montebello, al punto che si arrivΓ² all’anno successivo inoltrato per sapere che nulla era stato ancora approvato costringendo la comunitΓ  montebellana a riunirsi in consiglio:

9 Maggio 1683

La piazza serviente ad uso del mercato, nel stato che s’attrova, riesce talmente imperfetta, insufficiente e mostruosa et in altro modo non si puΓ² ridurre alla necessaria perfezione che coll’aggiungervi et unirsi la poca terra della corte annessa alle case del Vicariato. PerciΓ² effettuare riesce necessario la demolizione della stalletta et poche muraglie che circondano detta corte. La gratia di questa demolizione e concessione di detta corte in piazza puΓ² ricevere questa Spettabile ComunitΓ  dalla Magnifica CittΓ  (Vicenza) ogni volta che la comunitΓ  medesima provvederΓ  il Vicariato d’altra stalla sufficiente et equivalente et ne farΓ  libera et perpetua consegna all’Illustrissimo Vicario presente et successori. Et essendovi l’occasione di far tale provvisione mentre il Reverendo Signor Domino NicolΓ² Bimbin (aveva la casa in contrΓ  San Francesco proprio di fronte alla parte posteriore del palazzo comunale – morirΓ  nel 1694) offerisce alla comunitΓ  la vendita di una stalla con solaro di sopra commodo di tenirvi fieno assai commoda e vicina al Vicariato.

L’anderΓ  dunque parte in questo honorando consiglio che sia a nome di questa spettabile comunitΓ  fatto l’acquisto di detta stalla offerta dal detto Reverendo Bimbino per quel prezzo che sarΓ  stimato da due murari periti da eleggersi uno per parte con specifica ampia autoritΓ  alli egregi consiglieri e governatori presenti di stabilir immediate il detto contratto et celebrare ogni pubblica et privata scrittura con tutte le condizioni che stimeranno necessarie per esser aggregate alle case del Vicariato a disposizione commodo et uso dell’Illustrissimi Signori Vicari con tale assegno la comunitΓ  possa demolir la stalletta et muraglie oltre motivate.

Ballottata la parte suddetta ottenne perΓ²:
A FAVORE nΒ° 17
CONTRO nΒ° 28Β 

Onde NON restΓ² presa la suddetta parte
GioBatta Million, nodaro della comunitΓ 

La proposta che nel consiglio del 9 Maggio era stata bocciata, fu ripresentata il 12 Giugno seguente e approvata, come mise nero su bianco il nodaro Million:

Adì 12 Giugno 1683

Fu di nuovo proposta all’honorando Consiglio dei 60 la retroscritta parte di far compra della stalletta del reverendo NicolΓ² Bimbino e di demolir la stalla del Vicariato, essendo da me nodaro infrascritto stata letta ad alta voce e reballotata ottenne perΓ²:

(a favore) nel bussolo bianco voti nΒ° 43
(contro) nel bussolo rosso voti nΒ° 9

Per la qual ballottazione restΓ² presa la suddetta parte et concessa facoltΓ  alli governatori di far detta compra.
(Libro de’ registri delle convicinie e consigli della Spettabile ComunitΓ  di Montebello)

Intanto il pubblico perito montebellano Antonio Nardo (futuro notaio dal 1686 al 1692) il 13 Settembre 1683 stilΓ² il disegno, qui allegato, che gli fu commissionato dalla comunitΓ  del suo paese: è’ l’ultima rappresentazione grafica della piazza prima che le togliessero gli ostacoli esistenti ed assumesse lo spazio e i connotati che la caratterizza tutt’oggi. In quello stesso mese il Vicario Giuseppe Brasco terminΓ² il suo mandato (era subentrato al conte Antonio Sangiovanni), ma sotto la sua reggenza la situazione non progredΓ¬ e solo con l’arrivo a Montebello del suo sostituto il conte Fabio Trissino si sbloccΓ² l’acquisto della stalla del reverendo Bimbino. Il 19 Novembre 1683 Il conte Fabio Trissino attestΓ² alla Deputazione vicentina che la ComunitΓ  di Montebello aveva acquistato per l’utilizzo dei vicari β€œstalla da cavalli, tezza da fieno e caneva sufficienti al bisogno”. Finalmente la domenica del 5 Dicembre i consiglieri del comune poterono annunciare alla popolazione che le autoritΓ  vicentine avevano dato l’assenso alla demolizione della stalletta ed annesse costruzioni:

Domenica 5 Dicembre 1683
In Montebello

All’umilissime istanze fatte dai Signori Consiglieri alli Illustrissimi Signori Deputati della cittΓ  nostra di Vicenza. hanno Sue Signorie Illustrissime condisceso che sia levata la stalletta di questo Vicariato hora cadente e rovinosa, esistente nel mezzo della piazza fatta da nuovo col spianato delle case (che) erano del Pio Ospitale di San Zuanne di questo loco nel modo giΓ  stabilito da questo pubblico. Ma questa permissione Γ¨ stata concessa con condite (condizioni) che si debba perticar (misurare) il sito e suolo di tezza et tezzetta perchΓ© sempre appuri la grandezza e lunghezza di quella e si possa sempre vedere quello fu il loco di detta stalletta e di piΓΉ vogliono Sue Signorie Illustrissime la materia (le macerie) per servirsene nelli Quartieri. L’anderΓ  dunque parte che sii impartita facoltΓ  et autoritΓ  ali Signori Gio.Maria Dal Cortivo e Francesco Dalla Grana, consiglieri attuali, di poter portarsi a nome di questo pubblico alla Camara degli Illustrissimi Signori Deputati et ivi sottoscrivere e prestar l’assenso ad ogni scrittura, cos’ pubblica come privata che venisse fatta in tal proposito, acciΓ² sempre habbi a sortir la sua piena esecuzione dandoli ampia facoltΓ  di far tutto ciΓ² occorresse con l’obbligation, condition suddette et far anco seguir perticazione.

Ballottata ottenne: PRO VOTI nΒ° 41
CONTRO VOTI nΒ° 3

Lo stesso giorno (5 Dicembre 1683) in cui il Consiglio Comunale di Montebello nominava due rappresentanti affinchè presso le autorità cittadini definissero gli ultimi dettagli per la demolizione degli edifici del Vicariato., il Perito Antonio Nardo (i) procedette alla misurazione della corticella.

Io Antonio Nardo, faccio fede io infrascritto Pubblico Agrimensore a qualunque bisogno haver il giorno suddetto, ad istanza di questa Spettabile ComunitΓ , misurato il sito della corte, tezza e forno del Vicariato di questo loco e … dentro li suoi confini come dal Disegno esistente a sΓ¬ previsto da me = Tavole 25 e Piedi 2.

Con questo ultimo documento i due rappresentanti del comune si presentarono nella β€œCamera” dei Deputati della CittΓ  di Vicenza e Il 18 Dicembre 1683 arrivΓ² la risposta alle richieste di cui si facevano portatori:

Adì 18 Dicembre 1683 in Vicenza

Gli Illustrissimi Domini Deputati infrascritti, intervenendo alle umilissime istanze di Gio.Maria Dal Cortivo e di Francesco Dalla Grana consiglieri eletti dalla Spettabile ComunitΓ  di Montebello, eletti specialmente a questo effetto con Parte di quel Consiglio del 5 Dicembre, come appare dalla copia autentica tratta dal Signor Gio.Battista Million, nodaro dellaΒ  stessa. Veduta la perticazione del sito della stalletta del Vicariato di detto loco, fattolo stesso giorno per Antonio Nardi, pubblico agrimensore, qual Γ¨ di Pertiche 25 ( ossia Tavole 25 = metri quadrati 115 circa) e Piedi 2 compresa laΒ  corte hanno concesso facoltΓ  et autoritΓ  alla detta ComunitΓ  di poter levar via detta stalletta et riddur il tutto in uso piazza pubblica et ciΓ² Γ¨ stato fatto per esser aggiustata la stalla in altro sito della casa del Vicariato stesso di soddisfazione del Signor Vicario come da suo attestato trasmesso a questa Camera. Promettendo li suddetti Dal Cortivo e dalla Grana per nome della ComunitΓ  di far condurre li materiali di detta stalletta nelli Quartieri della cittΓ  a libera disposizione della medesima, a beneficio de’ Quartieri stessi.

Scipion Velo Deputato, Carlo Chieregato Deputato, Sale deputato, Ghellini Deputato e altri

EPILOGO DELLA STALLETTA

Nel 1684, diversamente da quanto ordinato dai Deputati di Vicenza i materiali delle demolizioni non finirono nei Quartieri di cittΓ , ma bensΓ¬ nel β€œQuartiero grande” di Montebello detto anche β€œlo stallone” e lΓ¬ vi rimasero per poco tempo. Come giΓ  scritto a pagina 28 di un mio lavoro del 2009 β€œMiscellanea di Storia Montebellana”, quello stesso anno il conte Cristoforo Valmarana chiese β€œlicenza di potersi valere delle pietre, sive sassi” della stalletta disfatta con patto di restituzione. Il nobile menzionato ottenne il permesso e ne fece prelevare ben 37 carri (nel 1687 ne rese solo 22). Non si sa dove siano stati impiegati quei materiali. Dato che la villa Valmarana ora Zonin fu inaugurata nel 1707 a fianco dello β€œstallone”, ma il cui inizio dei lavori deve essere avvenuto parecchi anni prima, viene spontaneo chiedersi: le pietre della stalletta rivivono ancora nelle mura del palazzo o dei suoi annessi?

Ottorino Gianesato (dal NΒ° 9 di AUREOS – Dicembre 2012)

Figura: Ricostruzione di fantasia della Piazza Italia dopo la rimozione della Stalletta (a cura del redattore).

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