[126] BREVE STORIA DELL’AGUGLIANA E DELLA SUA ‘CAMPAGNOLA’
Ci viene in aiuto ancora il nostro concittadino Bruno Munaretto con il suo libro “Memorie storiche di Montebello Vicentino” pubblicato nel 1932, e ci racconta, in breve, la storia dell’Agugliana e della “Campagnola“.
« Le prime notizie di Agugliana, risalgono al 1322 come infatti apparisce da un documento di quell’anno e da altro del 1389, entrambi riportati dal Padre MaccΓ nel suo codice diplomatico manoscritto. Dai suddetti documenti si rileva inoltre che Agugliana o Aquilaria, cosΓ¬ chiamata nel Jus Municipale Vicentinum, ancora da quei tempi era unita a Montebello, di cui oggidΓ¬ Γ¨ frazione. Le colline circostanti il pittoresco villaggio non sono delle piΓΉ fertili, perchΓ¨ in parte formate da roccia calcarea. Tuttavia quel tratto di terreno, lievemente abbassato, che dalla chiesa parrocchiale si estende verso l’interno del piccolo altipiano, Γ¨ feracissimo. Il sito di forma quasi circolare, conosciuto comunemente col nome di Campagnola, rassomiglia al bacino di un modesto laghetto, formatosi sul cratere di un vulcano spento. Taluni vogliono che in tempi andati, ivi esistesse il “Lacus Dianae” ovvero il lago di Diana, sulle cui rive, circondate da fitte boscaglie, sorgeva un tempietto dedicato alla mitologica dea dei boschi e della caccia. Ed invero se l’origine vulcanica dei nostri colli non esclude che la Campagnola, in epoche lontane, fosse occupata da un lago originato sul cratere di un vulcano spento, pure il supposto tempio dedicato alla dea pagana, ed il suo nome dato al modesto laghetto, sono infondata opinione di taluni, per l’assoluta mancanza di tutto ciΓ² che si rende necessario a provare, per quanto parzialmente, la veridicitΓ dell’asserzione (1).
Il terreno fertilissimo della Campagnola, che sulla metΓ del secolo scorso era paludoso, anche oggidΓ¬ Γ¨ ricco di polle d’acqua. Questa scaturisce abbondante da vari punti del medesimo, incanalandosi perΓ² in una galleria sotterranea, e sboccando nella parte piΓΉ bassa del colle, per mezzo di un foro chiamato volgarmente “Buso del Gatto“, da cui ha origine un ruscelletto conosciuto col nome di “Acqua della Caldiera“. Orbene qualora quel foro venisse chiuso, la Campagnola non tarderebbe a tramutarsi in un lago.
Il 21 ottobre 1931 il signor Giulio Rigon e l’estensore delle presenti memorie, esplorarono il sotterraneo della Caldiera, avendo modo cosΓ¬ di fare alcune osservazioni. La prima parte del sotterraneo, e cioΓ¨ dall’ingresso fino al botro profondo circa cinque metri, Γ¨ artificiale. Dopo quella cavitΓ peraltro il sotterraneo Γ¨ naturale, stretto e basso tanto da costringere a procedere curvi. Dalla volta pendono stalattiti, al suolo non mancano stalagmiti, mentre in taluni punti delle pareti si aprono piccole fenditure oltre le quali, con la luce di una buona lampada elettrica si possono osservare grotte e fantastici paesaggi calcarei in miniatura. CosΓ¬, sempre avanzando, si giunge ad una caverna, non alta, ma di modesta larghezza, a sinistra della quale c’Γ¨ la continuazione della galleria che si restringe in tal modo da permettere il passaggio solo strisciando. Dopo alcuni metri la galleria si riallarga, riprendendo la normale ampiezza, con la volta decorata da rabeschi calcarei, con le pareti umide e viscide, con un filo di acqua freschissima e limpida, che scorre sempre ingrossando fino all’uscita. Lungo il percorso si incontrano due altre caverne, consimili alla prima, e si Γ¨ costretti a strisciare un’altra volta fintantochΓ¨ si giunge all’ultima caverna, che Γ¨ la piΓΉ ampia e dove, nell’acqua che ivi scorre abbondante, non mancano i gamberi. Dall’ultima caverna, all’uscita il percorso Γ¨ breve. Ricordo che in prossimitΓ del “Buso del Gatto” alcune ragazze che stavano risciacquando la biancheria, vedendo l’acqua intorbidarsi si avvicinarono al foro alfine di conoscerne la causa. Esse perΓ² sentendo la nostra voce che la cavernositΓ del luogo rendeva cupa e indistinta, e non supponendo neppur lontanamente la presenza di individui in quel luogo stranamente descritto nelle leggende popolari, prese da panico fuggirono abbandonando ogni cosa.
Quando ci videro comparire al “Buso del Gatto“, stupite e confuse da prima, sorridenti di poi, ci vennero incontro. Una risata e quattro chiacchere furono l’epilogo dell’esplorazione della Caldiera.Β Β»
Note:
(1)Β Taluni opinarono che dall’antica e supposta denominazione di “Lacus Dianae” traesse origine, dopo varie storpiature il nome di Lagugiana e piΓΉ tardi quello attuale di Agugliana. Altri perΓ², e piΓΉ giustamente, dicono che Agugliana tragga le origini del suo nome da Aguglia o Aquila, denominazione che in seguito si trasformΓ² in quella di Aquilaria e finalmente di Agugliana. E’ certo che delle due opinioni, la seconda Γ¨ la piΓΉ attendibile.
Foto: Agugliana ripresa dalla Campagnola (foto: APUR – Umberto Ravagnani 2009).
Umberto Ravagnani
AGUGLIANA oggi …
Nota: Per chi Γ¨ interessato, da parecchi anni Γ¨ stato istituito un premio letterario per scrittori di testi Poesia e Prosa nei dialetti di Lingua Veneta: si chiama “Premio letterario Raise 2019” e si tiene ad ArquΓ Polesine nel mese di settembre. Anche il nostro Lino Timillero vi ha partecipato l’anno scorso con grande soddisfazione.
E’ possibile scaricare qui il Bando 2019.
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