[56] IL PONTE DI SANTβEGIDIO (detto anche il ponte di S. Zilio, il ponte deβ la GuΓ , il ponte Asse) (terza parte)
Riassunto degli articoli precedenti.
Nel 1559, in seguito alle disastrose alluvioni che avevano colpito il Veneto, il Senato della Repubblica di Venezia ordinΓ² che i ponti di legno spazzati via dalle piene fossero ricostruiti con solide pietre.
Allo scopo mise in campo ingenti risorse economiche per risolvere o almeno tentare di migliorare la viabilitΓ tra la capitale e la ricca Lombardia. Credo che questo provvedimento fosse ristretto ai ponti costruiti lungo la Strada Regia: nel territorio vicentino, ad est ed ad ovest del capoluogo, erano crollati i manufatti sul fiume Tesina detto delle βTorreβ (Torri di Quartesolo β n.d.r.) e quello di SantβEgidio sul torrente GuΓ nel comune di Montebello, con gravissime ripercussioni nelle comunicazioni viarie. Ma nonostante questa decisione, ancora nel 1565, alcuni falegnami di Montebello dovettero provvedere ad alcune grosse riparazioni al malandato ponte di legno sul GuΓ . Praticamente le passerelle improvvisate ed i traghettatori continuarono a sussistere ancora per alcuni lunghi anni, palliativi ai quali il governo veneziano tentΓ² lentamente di mettere la parola fine. Proprio a riguardo della categoria dei traghettatori ho riportato nel mio lavoro del 2010 βMontebello nella quotidianitΓ del β500β una tragica vicenda, consumatasi verso la metΓ del menzionato secolo nei pressi del torrente GuΓ , che qui sotto ripropongo:
I TRAGHETTATORI DEL GUAβ
Gaspare figlio di βGoboβ deβ Valentini di Montebello fu denunciato dal Decano del suo paese poichΓ©: VenerdΓ¬ 7 Maggio 1546, il denunciato con altri sconosciuti e il fu Nadalino del fu Bernardino Fontana, nella ContrΓ del GuΓ ossia Ponte, fecero societΓ conducendo e aiutando i passanti a guadare il torrente. In seguito a baruffa, dopo le parole vennero alle mani nei pressi della chiesa di San Zilio (SantβEgidio). Gaspare armato di picca e Nadalino di forca si fronteggiarono.
Il primo colpΓ¬ il suo antagonista al petto uccidendolo e dandosi poi alla fuga. Gaspare ritenuto colpevole fu bandito in perpetuo (busta nΒ° 1131 sentenze dal 1546 al 1559 β Archivio Torre β Biblioteca Civica Bertoliana).
Come si puΓ² leggere, il luogo teatro di questo sanguinoso fatto di cronaca era conosciuto come βla Contrada del Ponteβ a testimonianza dellβesistenza di quellβopera che, seppure spazzata via dalle piene del torrente, la gente non aveva mai dimenticata. Questa ricerca archivistica Γ¨ un tentativo di ricostruire, il piΓΉ ampiamente possibile, il successivo destino fino al diciannovesimo secolo inoltrato, sia dellβimportante struttura che portΓ² la prestigiosa firma del Palladio, sia quello degli altri principali ponti esistenti sul territorio comunale di Montebello. Eβ grazie ad alcune memorie storiche della famiglia Gualdo se oggi possiamo apprezzare il fondamentale apporto del grande architetto nella costruzione del ponte sul torrente GuΓ , edificato, tra lβaltro, a ridosso delle grandi proprietΓ terriere del menzionato casato.
Due iscrizioni incise su altrettante facce dei piloni centrali del ponte, ripetutamente ricordate in alcune memorie storiche vicentine, confermarono che il nobile Lelio Gualdo fu nominato Presidente del costruendo ponte sul GuΓ nel 1575. Sempre uno schizzo del ponte dello stesso anno ed una successiva relazione dei provveditori al ponte stesso, Galeazzo Anguissola e Bernardino Sangiovanni che rilevarono lβincarico affidato in precedenza al Gualdo, ci informano che il progetto palladiano prevedeva un manufatto con 5 arcate separate da 4 piloni grossi 8 Piedi ciascuno. Tuttavia durante il citato anno 1575 le arcate innalzate al centro dellβalveo furono solamente 3. Pertanto restarono completamente aperti gli spazi laterali per consentire il flusso delle acque, senza quindi unire le due rive e privando, nel contempo, la Strada Regia di continuitΓ .
Lo schizzo del ponte palladiano sul GuΓ mostra le seguenti particolaritΓ :
Lβarcata mediana doveva essere larga Piedi 36 (circa 13 metri) ed era piΓΉ alta del piano della campagna di Piedi 24 o 25 (circa 9 metri) e del letto del corso dβacqua di Piedi 17 o 18 (metri 6 circa).
Le due arcate laterali erano larghe Piedi 32 ciascuna (circa 11 metri e mezzo)ed erano piΓΉ alte del piano della campagna Piedi 22 (circa 8 metri) e dellβalveo del torrente Piedi 16 (circa 5 metri).
I piloni centrali avrebbero avuto il loro interramento a circa 12 Piedi di profonditΓ (piΓΉ di 4 metri)
Il ponte era largo Piedi 12 e sulle facce dei piloni centrali erano costruiti quattro tabernacoli, due a nord e due a sud, come nel ponte di Torri di Quartesolo.
Continua …
Ottorino Gianesato (dal NΒ° 10 di AUREOS – Marzo 2018)
Figura: Il ponte di SantβEgidio nel 1575, ma i lavori allo stesso proseguirono almeno sino alla fine del 1580 (disegno di Ottorino Gianesato)
AI LETTORI:
Quanti volessero collaborare per la redazione del notiziario con articoli o segnalare argomenti di particolare interesse, notizie, curiositΓ , proverbi locali, foto, cartoline d’epoca, etc., sono invitati a mettersi in contatto con l’Associazione.
Se hai FACEBOOK e l’articolo ti ha soddisfatto metti MI PIACEΒ 
Oppure lascia un commento qui sotto …