[169] IL SOLARIO DI MONTEBELLO
Di LINO TIMILLERO – Coniston (AUSTRALIA)
LINO TIMILLERO ci ha inviato questo interessante articolo sul periodo nel quale, a Montebello, venne istituito il ‘Solario‘ per le cure elioterapiche dei bambini, sfruttando la vasta area dietro le Scuole Elementari:
Β« Purtroppo, non mi Γ¨ ancora arrivato il libro LA “SCUOLA VECCHIA” ELEMENTARE DI MONTEBELLO VICENTINO. La lontananza Γ¨ molta: Italia β Australia! Montebello β Coniston! Ho premesso questa scusa per cominciare a scrivere quel che io ricordo della Scuola senza essere influenzato, al momento, da nessuna lettura sullβargomento.
Quando si Γ¨ vecchi come lo sono io, Γ¨ molto facile scordare le cose. PerciΓ² metto subito su carta parole che potrei dimenticare, cose che mi ritornano brevemente e che ritengo interessanti per altri, che magari le potranno conoscere solamente se io le rendo note. Debbo dire che i miei ricordi precedono la Prima Elementare. E giΓ entravo a Scuola. Non durante lβanno scolastico, ma nei mesi piΓΉ caldi dellβEstate. Come ricorda la Nonna di Maria Elena Dalla Gassa nel Libro della nipote (Β« IL TEMPO DEL FILΓ Β» n.d.r.), nella Scuola, durante i mesi piΓΉ caldi, cominciava βIl Solarioβ. Per i bambini delle famiglie bisognose.
La mia famiglia abitava nella casa che, ancora attualmente, ha un bel cancello tra due grosse colonne, sul lato destro dei Giardinetti. Da quella casa, allβentrata della βScuola Vecchiaβ, saranno poco piΓΉ di cento metri. Nel millenovecento e quarantβotto, non esisteva nulla che si potesse chiamare traffico stradale! Piccolo comβero, non avevo alcun bisogno di essere accompagnato. La mamma mi diceva che era ora, sapevo dove andare ed andavo.
Lβultima volta che tornai a Montebello fu nel 1988, per visitare i familiari. Con la Tecnologia odierna, ho potuto vedere come Γ¨, adesso, il Paese. Ed ho notato subito i cambiamenti nelle vicinanze della βScuola Vecchiaβ. Γ rimasto solamente lβEdificio!!! Sia a destra che a sinistra, non cβΓ¨ piΓΉ niente! Non cβΓ¨ piΓΉ la casa di Vittore Campanaro! Tutto aperto, fino a Via Brenta! Se non erro, gli alberi sono rimasti! Li ho riconosciuti! A questo punto, vorrei far notare, a chi legge, che, nel Libro βMontebello Novecentoβ dei Signori Maggio e Mistrorigo, a pagina 112 e 113, ci sono tre fotografie che mostrano le scolaresche al tempo dellβera fascista, mentre si dedicano agli esercizi ginnastici. Si puΓ² facilmente notare il muro di cinta della Scuola, e gli alberi a cui ho accennato. La fotografia a pagina 112, mostra un gruppo misto, di bambini, bambine ed adulti, formanti quattro linee ascendenti. Nella prima fila, i bambini sono seduti per terra, a gambe incrociate. I bambini della seconda fila, sono seduti sul muretto di calcestruzzo che conteneva la sabbia della βspiaggiaβ fascista. Dietro questi, in piedi, ancora bambini. E poi gli adulti. Quando io, bambino, andavo al βSolarioβ, il fascismo non cβera piΓΉ. Anche il muro di cinta non esisteva piΓΉ. Non cβera piΓΉ! E non cβerano nemmeno i sassi che lo formavano. Tutto sparito! Quello che dicevano i bambini piΓΉ grandi, non so se si potesse credere. Dicevano che il muro era stato rotto a pezzi e portato via dai Tedeschi, in tempo di Guerra. Per costruire le difese. Quali? Nessuno sapeva!!! Gli alberi sono gli stessi. Spero qualcuno degli βAmici di Montebelloβ, avendoli sotto gli occhi ogni volta che vanno in βSedeβ se ne ricordino, e, allβoccorrenza, li difendino! La sabbia della βspiaggiaβ del βSolarioβ, era contenuta da un muretto di calcestruzzo a forma quadrata, di una quindicina di metri per lato. Cβerano tre scalini per salire, dalla parte della Scuola e dallβaltra parte. A levante ed a ponente, per scendere, bisognava saltare! Il calcestruzzo era molto ruvido! Lo posso testimoniare io stesso. Ancora ricordo quando mi sbucciavo le ginocchia od i gomiti, cadendo su di esso quando giocavo! Lβedificio della βScuola Vecchiaβ sembra sia stato costruito in due periodi. Da come ricordo le aule della quarta e quinta classe, dalla parte dovβerano i gabinetti, si poteva notare, anche da noi scolari, la differenza. Proprio il corridoio delle aule dove avevo frequentato la IVa e la Va classe, veniva usato come la stanza dove si mangiava a mezzogiorno.
Dopo avere giocato durante tutta la mattinata, arrivava lβora del pranzo. Le tavole avevano una serie di buchi per mettere i piatti βfondiβ per la minestra o la pasta asciutta. Erano le stesse tavole che usavamo allβAsilo. Come erano uguali le panche su cui ci sedevamo! Ad altezza di bambino! Dopo aver mangiato, si tornava a giocare sulla sabbia! Mi ricordo solamente di due persone che ci seguivano mentre eravamo bambini al βSolarioβ. Due donne. Ci portavano da mangiare. Non interferivano mai. Prelevavano i piatti quando si era terminato di mangiare. Nel pomeriggio, quando era lβora di andare a casa, bisognava mettersi in fila per essere lavati. Guardando la facciata della βScuola Vecchiaβ comβΓ¨ ora, dietro la finestra sulla sinistra, al tempo di cui parlo, cβera una stanza. Con delle docce che a noi bambini sembravano altissime. Era come se lβacqua cadesse dal cielo! Le due donne a cui ho accennato, ci lavavano tutti. Via uno! Sotto lβaltro! Ci lavavano tutti!!! E, anche loro, saranno state ben bagnate! Eravamo parecchi bambini bisognosi. Ma felici come non so dire quanto!!! Ricordo che le due donne erano sorelle. Come non so, perchΓ© non ho mai visto due donne cosΓ¬ differenti una dallβaltra nellβaspetto. E ricordo che erano le figlie di Vittore Campanaro. Abitavano nella casa che non cβΓ¨ piΓΉ! Sulla destra della βScuola Vecchiaβ. Tre anni dopo, ogni Sabato, andavo in casa loro a prendere βIl Vittoriosoβ, giornale un poβ a fumetti, per ragazzi. LβEdificio accanto alla casa che non cβΓ¨ piΓΉ, esiste ancora. LΓ abitava Bruna, con i suoi Genitori, le sue sorelle ed il fratello. Come ho scritto, il muro di cinta della βScuola Vecchiaβ non esisteva. Quando Bruna frequentava la VIa classe mista, cβero anchβio. Suonata la campana dellβinizio delle lezioni, venivano chiusi i due portoni delle entrate. Appena si usciva, verso le 10, Bruna correva a casa per il cortile esterno. Il muro non cβera, e poteva andare a casa per prendersi un panino od un paio di biscotti. A casa sua cβera anche lβOsteria. Con la Televisione!!! Nel 1954, il Maestro portΓ² tutta la VIa classe a casa di Bruna. Era il mattino in cui i Bersaglieri entrarono, di corsa e suonando le loro trombe, a Trieste, che finalmente tornava ad essere Italiana. Ed assistemmo alla Cerimonia! Guardando la Televisione appena nata! Allora, perΓ², il βSolarioβ non cβera piΓΉ! Era giΓ entrata in funzione la βColonia Alpinaβ. Aria vera di Montagne nostrane, invece di βspiaggiaβ dove il sole scaldava noi bambini. In ambedue i casi, sempre bambini bisognosi. Ma a noi, bambini bisognosi, non importava se cβera o non cβera il fascismo. Come non pesava di essere bisognosi! Con poco eravamo felici! E ci lavavano le due sorelle! Cosa voleva dire: βbisognosoβ? Sapevamo chi erano i βBisogninβ. Brava gente!!! » (Lino Timillero Coniston 5-5-2019)
Umberto Ravagnani
Foto: Bambine delle Scuole Elementari di Montebello al Solario nell’estate del 1938 (Archivio Valentino Crosara – rielaborazione digitale di Umberto Ravagnani).
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