[37] LE DUE SPETIARIE (Farmacie)
Illustrissimi et Eccellentissimi Signori Capi dell’Eccellentissimo Consiglio dei X
βPiangono genuflessi allβauguste appendici del Trono, Nostro Principe Serenissimo, due afflitti padri di Famiglia: ANDREA BELLATI Dottore e GAETANA di lui moglie. Piangono i loro sventurati figlioli, questi e quelli tutti sudditi Vostri e, tra gli affanni di una piΓΉ che tirannica perversione, implorano PietΓ e implorano Giustizia.β
Verso il 1720 Andrea Bellati, medico condotto di Montebello, consegnΓ² questa supplica al citato organo giudiziario di Venezia. Ma che cosa aveva spinto il medico-fisico di Montebello, paese nel quale svolgeva egregiamente la sua professione, a ricorrere disperato alla giustizia del Consiglio dei Dieci di Venezia? La risposta Γ¨ nella supplica stessa. In essa, infatti, Il dottore narra, passo dopo passo, le sue traversie e le angherie subite da parte della famiglia Castellani.
Nei primi anni del β700 la ricca famiglia Castellan(i), che vantava in Montebello le piΓΉ disparate attivitΓ , decise di investire una ingente somma di denaro in una nuova βspeziariaβ, ossia farmacia, in concorrenza con quella antica esistente di proprietΓ dei signori Donadelli. Gli affari non andarono proprio a gonfie vele poichΓ© la clientela preferiva rivolgersi alla vecchia bottega che dava evidentemente maggiori garanzie e merce ad un prezzo piΓΉ conveniente. La scelta della vecchia speziaria era poi benedetta dal medico condotto Andrea Bellati che in questa indirizzava i suoi pazienti.
Inizialmente i Castellani ed il loro socio Fuga cercarono di dirottare i clienti verso la loro farmacia malignando sul conto dei Donadelli. Questβultimo pertanto dovette allora cautelarsi con la lettera dellβinfluente βavogadorβ (avvocato) Mutio Querini datata 6 Marzo 1709. Vista lβimpossibilitΓ di attaccare i Donadelli, i Castellani e socio spostarono il tiro delle loro frecciate velenose sul medico condotto reo di incanalare i malati verso i concorrenti. A sua volta il medico condotto cercΓ² protezione tramite il suo avvocato il quale ottenne con una βDucaleβ (sentenza) del 12 Agosto 1709 la cessazione delle ostilitΓ dei Castellani contro il professionista, nelle persone di Cristoforo, Il padre, e Antonio e Tomaso i suoi figlioli βtutti soggetti che per lβabbondanza delle ricche fortune ostentando posto di grande superioritΓ cospirarono per lβesterminioβ (di Andrea Bellati). Questβultimo fu invitato un giorno a casa dei Castellani che avevano promesso una composizione amichevole della faccenda. Al rifiuto del medico di voler instaurare con loro una nuova collaborazione, lo sequestrarono rinchiudendolo in una stanza e βquivi violando le leggi piΓΉ sacre dellβospitalitΓ con lβarmi alla mano e, massime Tomaso con bestemmie le piΓΉ esecrabili e strapazzi contro la mia reputazione, protestarono (minacciarono) di volermi levar la vita o almeno di cacciarmi in esilio da quel paese qualvolta io non mi risolvessi di far ogni sforzo per deviare gli ammalati e gli avventori della spetiaria del Donadelli e ridurli alla suaβ. Il dottor Bellati, uomo dβonore e fermo nella Giustizia, non cambiΓ² atteggiamento continuando a frequentare sempre la vecchia farmacia. Inviperitisi i Castellani incominciarono a perseguitare il malcapitato medico non piΓΉ di nascosto, ma palesemente. Ardirono introdursi nellβabitazione di Bellati dove, fattisi consegnare con lβinganno la chiave della sua stanza dalla moglie Gaetana, misero a soqquadro ogni cosa alla ricerca di chissΓ quale prova che potesse comprometterlo. Fu solo grazie allβintercessione di un Cavaliere che ritornΓ² in possesso della chiave rubata. Il medico tentΓ² di mettere fine alla persecuzione a cui era sottoposto chiedendo un nuovo incontro chiarificatore ai Castellani, mediante il quale ottenere βper gratia ciΓ² che loro dovevan chedere a me per Giustiziaβ.
Pur di fronte ad una simile sottomissione i persecutori ricusarono apertamente lβincontro chiarificatore e proseguirono nello spargere scellerate informazioni sul dottore per ridurlo alla disperazione. Non potendo piΓΉ resistere a tanta perfidia il medico condotto voleva ricorrere al Doge, ma il suo desiderio gli fu impedito per mezzo di persone armate, che lo attorniavano dovunque muovesse un passo, per impedirgli di lasciare il paese e andare a Venezia. Una persona importante si accorse delle vessazioni a cui era sottoposto il dottor Bellati e lo fece chiamare con una lettera pubblica dal PodestΓ . Ottenne allora il permesso di recarsi a Venezia dove allβautoritΓ competente raccontΓ² per filo e per segno ciΓ² che stava subendo al suo paese. I signori Girolamo Marcello e Girolamo Bondumier, (magistrati) avvisati dai Castellani dellβarrivo del dottore, dallβalto della loro carica, lo rassicurarono che i suoi avversari si erano impegnati a lasciarlo finalmente in pace. Riappacificazione che non avvenne.
Alla fine di quellβanno, infatti, si riunΓ¬ la βPubblica Viciniaβ (assemblea) composta da 200 capifamiglia di Montebello per riconfermare o meno lβincarico di medico condotto al signor Bellati. Durante lβassemblea Gio. Batta Castellani ed il suo dipendente Federico dalla Grana sollevarono un tale tumulto e scompiglio che il Vicario (1) ed i consiglieri comunali abbandonarono la riunione lasciando sospesa la rielezione del medico βcontro il sentimento universale (la folla) che mi acclamava a viva voceβ. Senza perder tempo, per procurarsi i voti dei capifamiglia della Pubblica Vicinia, i Castellani donarono ai votanti delle biade, ma contro ogni loro macchinazione ed aspettativa il dottore venne rieletto. I Castellani passarono allora alle maniere forti per ottenere quanto si erano prefissati, collocando allo scopo un cavaliere sul selciato davanti al loro palazzo col preciso incarico di impedire il passaggio del medico condotto in visita ai pazienti. Tutto questo accadeva sulla pubblica via la Strada Regia! Non potendo esercitare appieno la sua professione il medico Bellati ritornΓ² a Venezia per protestare alla Giustizia la sua insostenibile situazione. Fu rassicurato, da un Cavaliere Veneto che si era interposto, di poter contare in futuro dellβamicizia dei Castellani. Al suo ritorno a Montebello fu subito smentito poichΓ© βfui dal Signor Tomaso Castellan, dβindole piΓΉ di tutti feroce, con indegni soprannomi di spia, ladro e becco, scelleratamente diffamato pubblicamenteβ. Il dottore ricorse al Vicario di Montebello che, dallβalto della sua carica, diffidΓ² i Castellani dal continuare nella loro folle condotta. Tomaso Castellan per liberarsi da questo laccio giudiziario confessΓ² la sua ingiustizia, ma βquesto non fu altro che un sonniferoβ. Nellβautunno di quellβanno furono tese βmortali insidieβ alla vita del medico ed a quella di un suo famigliare e pertanto il 26 Agosto 1719 (cosΓ¬ si legge in una nota a parte N.d.R.) venne istruito un processo penale contro la casa Castellani. Processo che per la prepotenza degli stessi giacque a lungo impedito. Intanto era nuovamente arrivato il tempo per una nuova βballottazioneβ della condotta medica in Montebello e allo scopo i Castellani ripresero a fare donazioni, le piΓΉ disparate, ai votanti ed utilizzare βaltri mezzi i piΓΉ indiretti e scandalosi contro la caritΓ , contro la pubblica libertΓ , contro ogni Divina et umana leggeβ. Arrivarono a comprare il Vicario (2) che impedΓ¬ ai figli del medico di partecipare alla Pubblica Assemblea durante la quale avveniva la votazione, affinchΓ¨ la loro presenza non muovesse a compassione i capifamiglia e, quel che Γ¨ piΓΉ grave, il medesimo acconsentΓ¬ poi che i βbossoliβ (le urne) venissero coperti da fazzoletti, non permettendo al popolo βdi veder qual fosse il si o il noβ per manipolare quindi il risultato finale. I medico denunciΓ² che βIl Castellan (Tomaso) avendo una spetiaria che Γ¨ la sepoltura delle sue sostanzeβ era riuscito a riunire in unβosteria numerose persone e a convincere ben 50 votanti ad assecondarlo (3).
Avvenne che la sera del 20 Ottobre il dottor Bellati, accompagnando il Conte Giulio Sangiovanni alla veglia del Marchese Malaspina in Montebello, passΓ² davanti alla bottega di Girolamo Garzetta dove si trovava anche Antonio Castellani. Costui riconobbe il medico e, staccata dal fianco βuna pistola proibita dalle leggiβ per assalirlo, fu prontamente fermato dal Garzetta che lo fece rientrare in bottega e gli tolse lβarma dalle mani. Seppur presenti allβaccaduto parecchie persone, il dottore, facendo finta di non vedere e di non sentire, continuΓ² il suo cammino. Fece altrettanto il Conte Sangiovanni e finita la veglia al Marchese, Bellati se ne tornΓ² a casa per unβaltra strada per evitare altre insidie. Probabilmente fu lβultimo sopruso a spingere il medico a ricorrere al Doge (4) con la supplica che cosΓ¬ conclude:Β βMotivo per cui Principe Serenissimo, noi tutti, Padre, Madre e figlioli siamo venuti ai piedi Vostri dellβAugusto Regnante, degnatevi in queste umilissime angustie di esaudire le lacrime di noi inconsolabili, troncate con la spada vendicatrice il filo a sΓ¬ lunga persecuzione, soccorreteci con quel sacro Zelo con cui Voi amate di vedere immutabile neβ vostri sudditi la quiete, la libertΓ , lβhonore, la sicurezza et ogni altra possibile felicitΓ acciΓ² noi tutti con la mente libera sgombra di cosΓ¬ tetre aggitationi, con piΓΉ fervore possiamo inalzare a Dio benedetto i debiti voti per la conservazione di Vostra SerenitΓ , di Vostre Eccellenze, e di questo Serenissimo Dominio. Gratieβ.
Non ho trovato documenti che possano fornire la conclusione di questa annosa vicenda. Si sa che nel 1712, nel pieno del conflitto tra il dottor Bellati e i Castellani, questi ultimi avevano proposto come candidato medico-fisico il signor Angelo Giacomazzi, al quale la βGeneral Viciniaβ non affidΓ² lβincarico. I carteggi consultati evidenziano poi che lβantica farmacia risultava operante e gestita da Antonio Donadelli, mentre suo fratello Bortolamio nel 1722, poco prima di morire, praticΓ² in Montebello la professione di medico chirurgo, forse al posto di Bellati. Vincenzo Fuga (socio dei Castellani nella nuova speziaria) nel 1751 risulta essere proprietario di una speziaria in piazza a Montebello con annesse altre tre botteghe. A conferma di quanto fosse difficile in quel tempo trovare un dottore competente e bene accetto dalla popolazione come il signor Bellati, si evince da alcuni atti notarili come fosse frequente lβavvicendamento della condotta medica. Nel 1756 il medico-fisico di Montebello era Agostino Caprin, originario di Posina. Il primo Gennaio1763 il neo eletto medico condotto Gio. Donato Maule fece redigere dal notaio Domenico Cenzatti una dichiarazione mediante la quale alcuni testimoni confermavano la sua operativitΓ iniziata βavanti il principio della Messa Primaβ. Alla fine di quellβanno il dottor Maule non fu riconfermato ed al suo posto arrivΓ² il medico Domenico Caprin, quasi sicuramente parente del predecessore Agostino. Alla conclusione del 1764 anche il dottor Caprin non venne rieletto a causa dellβopposizione di due influenti elettori: Pietro Cortivo e Gian Carlo Cappelletti. La mancata conferma scatenΓ² la rabbia di Domenico Caprin che il 17 Gennaio 1765 sparΓ² o fece sparare alcuni colpi di fucile contro le finestre delle case di Cortivo, di Cappelletti nonchΓ¨ del nuovo medico-fisico facendo poi affiggere dei fogli di carta con violente minacce contro i tre citati malcapitati. Domenico Caprin seppur riconosciuto come autore o perlomeno mandante delle deplorevoli azioni contestategli, al processo fu inaspettatamente assolto. Nonostante questo fatto increscioso Domenico Caprin fu successivamente riconfermato nella condotta medica di Montebello, come si legge nellβAnagrafe del Dazio Macina del 1789, a dimostrazione della sua provata professionalitΓ .
Fonti: Archivio di Stato di Venezia β Dieci Savi alle Decime – busta nΒ° 1614
Archivio di Stato di Vicenza – Notai vari che hanno rogato in Montebello nel β700
Ottorino Gianesato β il β700 giorno per giorno β Le Raspe (2005)
Note:
(1) nel 1709 il Nobile Francesco Ghellini (N.d.R.)
(2) nel 1719 il Nobile Vittorio Sangiovanni (N.d.R.)
(3) Nella supplica non si parla della conferma o meno della condotta medica, ma si può supporre che sia stata rinnovata al dottor Bellati poiché la vicenda si arricchì di un nuovo grave fatto (N.d.R.)
(4) Il doge di Venezia all’epoca era Giovanni II Corner (doge dal 1709 al 1722) (N.d.R.)
Ottorino Gianesato (dal NΒ° 7 di AUREOS – Dicembre 2005)
Figura: Ricostruzione di fantasia dell’episodio a cura del redattore.
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