DUE PICCOLI EROI

[162] DUE PICCOLI EROI DI MONTEBELLO

Il prof. Giuseppe Guarini non ha mai insegnato a Montebello Vicentino ma scriveva, in modo molto conciso ma coinvolgente, piccole storie realmente accadute nel Veneto e altrove, per poi pubblicarle sulla rivista periodica β€œGIOVINEZZA EROICA”, edita dalla famosa Fabbrica manifatturiera di Valdagno β€œGaetano Marzotto & Figli”. Nel numero 6 della IIa Serie del 1930, inserito nella β€œBibliotechina delle Lane Marzotto”, Γ¨ riportato un bell’episodio accaduto realmente a Montebello Vicentino nel corso dell’anno scolastico 1929-30.
I protagonisti sono tre: i fratelli Arturo e Giovanni Battanoli e Giulio Zordan. Arturo Battanoli figlio di Antonio e di Brocco Angela Γ¨ nato il 3 aprile del 1919, all’epoca dell’episodio aveva poco piΓΉ di dieci anni e frequentava la IIa classe con la maestra Maria De Filippi. Il fratello Giovanni – che perΓ² in realtΓ  si chiamava Gaetano – Γ¨ nato il 6 settembre del 1917, aveva quindi dodici anni e frequentava la IIIa classe con la maestra Ida Agnolin Tonelato. Il terzo protagonista dell’episodio, Giulio Zordan figlio di Gio.Β Batta e di Amelia Biasin, Γ¨ nato il 1Β° gennaio del 1922, aveva quindi sette anni e frequentava la IIa classe con la maestra Maria Tadiotto.
Γ‰ successo tutto durante la β€œricreazione” dei bambini. Ma leggiamo il racconto del prof. Giuseppe Guarini cosΓ¬ come lo ha scritto nella rivista, tenendo conto del linguaggio retorico e propagandistico che veniva usato in quel periodo:

ARTURO E GIOVANNI BATTANOLI

« Nessun ostacolo, nessun pericolo, arresta l’impulso generoso, frena lo spirito di altruismo da cui sono animati i fanciulli dell’Era Fascista. Arturo e Giovanni Battanoli, l’uno di dieci, l’altro di dodici anni, giocavano nel cortile della scuola, a Montebello Vicentino, in attesa del suono della campanella per entrare in classe.
Una recente, abbondante nevicata, aveva fatto piegare, fino a portata di mano, alcuni fili elettrici a bassa tensione. Un bambino incauto, Giulio Zordan, di sette anni, volle toccare quei fili; ma, vittima della corrente, non riusciva a staccarsene. E impallidiva sempre di piΓΉ! Gli altri bimbi correvano qua e lΓ , come tanti uccellini spauriti, quando sono inseguiti dallo sparviero. E gridavano per lo spavento. Nessuno osava avvicinarsi all’infortunato … Ma ecco farsi avanti un altro Balilla. Arturo Battanoli, e accorrere prontamente, con squisito senso di fraternitΓ , per salvare il piccolo camerata. Ma anche lui, non appena tocca i fili, viene investito dalla corrente. NΓ©, per quanti sforzi faccia, puΓ² staccarsi. Il momento Γ¨ davvero tragico! Il terrore Γ¨ dipinto sul volto di tutti… Un terzo Balilla, Giovanni Battanoli, si lancia dapprima in soccorso del fratellino e quindi dell’altro fanciullo, e non li abbandona finchΓ© non riesce a far aprire le loro mani, serrandone fortemente i polsi. CosΓ¬ furono salvi, Arturo e Giovanni Battanoli, sono stati, a buon diritto, premiati non solo con la nomina a Caposquadra per merito distinto, ma anche con un attestato di Pubblica benemerenza. Β» (Dal libro di Ottorino GianesatoUmberto RavagnaniMaria Elena Dalla Gassa « LA “SCUOLA VECCHIA” ELEMENTARE DI MONTEBELLO VICENTINO Β»)

Umberto Ravagnani

Immagine: L’illustrazione relativa all’episodio raccontato (APUR – Umberto Ravagnani).

 

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ARRIGO PEDROLLO

[150] ARRIGO PEDROLLO

Dal libro “Memorie storiche di Montebello Vicentino” pubblicato nel 1932 da Bruno Munaretto, in breve, la storia di Arrigo Pedrollo.

Nacque a Montebello il 5 dicembre 1878 da Luigi e Bussinello Angela. Ancora bimbo di sei o sette anni seguiva il padre, maestro di banda a Montebello ed organista di campagna, nel paesi vicini, e, a dodici anni, giΓ  conoscendo benissimo il piano e l’organo, sostituΓ¬ piΓΉ d’una volta il padre assente o malato. Quando perΓ² il Maestro Antonio Coronaro di Vicenza lo udΓ¬ interpretare Beethoven, Chopin e Bach, si pensΓ² di educarlo presso il R. Conservatorio « Giuseppe VerdiΒ Β» di Milano. Ivi studiΓ² sotto la sapiente guida del Maestro Gaetano Coronaro, conseguendo il diploma dopo di aver composto, per l’esame finale, una sinfonia in 4 tempi, diretta da Arturo Toscanini, il quale certo, nell’allora diciannovenne Pedrollo, vide una sicura promessa per l’arte lirica italiana. Ma quanti patimenti e quante rinuncie dovette eroicamente sopportare per mancanza di mezzi, prima di guadagnarsi la laurea. Fu allora che pieno d’entusiasmo compose la prima opera lirica « Sofonisba Β», tragedia in cinque atti di Giuseppe Brunati ancora inedita, ed in cui, come scrive G. Luigi Tonelli « spiccavano le nuove tendenze musicali prima ancora che lo spirito di Debussy e di Strauss aleggiasse in ItaliaΒ Β». Nonostante i suoi meriti ed i suoi allori, dovette riprendere la via di lotte e di triboli peregrinando pei teatri d’Italia, quale direttore d’orchestra d’improvvisate compagnie liriche ambulanti o quale applaudito pianista. Quindi dall’Italia passΓ² in Francia, in Inghilterra, in Polonia e in Russia corne direttore di concerti sinfonici. Durante quella sua permanenza all’estero compose il secondo lavoro teatrale « Terra Promessa Β» poema lirico d’oggetto biblico, di Carlo Zingarini, che, rappresentato in varie cittΓ  d’Italia, ebbe un notevole successo. Ritornato in Italia, compose il terzo lavoro: Β« Juana Β». SenonchΓ¨ appena terminata l’opera deve partire di nuovo per una tournΓ©e artistica in Russia, e quindi affida lo spartito ad un amico, il quale, a sua insaputa, lo presenta al concorso bandito dalla Casa Musicale Sonzogno. « Juana Β» viene premiata su circa 80 concorrenti, ed il Pedrollo riceve la bella notizia dai giornali italiani. Quindi compone un nuovo lavoro: Β« Rosmunda Β» pure inedita, e la Casa Sonzogno gli commette l’ordinazione di una nuova opera: Β« L’uomo che ride Β», che piΓΉ tardi viene rappresentata con trionfale successo a Roma, a Milano, a Venezia, a Padova, a Vicenza, a Varese e a Mantova, dove ebbe l’onore Β« di otto repliche consecutive, in una stagione importante, battendo il record degli incassi su tutti gli altri lavori di maestri pregevolissimi ed universalmente acclamati Β».
Allo scoppiare della guerra il Pedrollo indossa il grigio-verde; e anche fra i disagi della vita militare trova modo di dar sfogo alla sua arte creativa, componendo serenate, quartetti, liriche, sinfonie e due melodrammi: « Giuditta Β» e Β« Fatma Β» i quali ottengono calorosi successi nelle principali cittΓ  d’Italia e all’estero. A questi melodrammi fa seguito Β« Veglia Β» opera in un atto di Carlo Linati, la quale fu replicata con crescente successo al Lirico di Milano per ben 14 sere. Quindi seguono le opere Β« Maria di Magdala Β» e Β« Delitto e Castigo Β». La prima su libretto di Arturo Rossato viene rappresentata per la prima volta nel 1924 al Teatro Dal Verme di Milano, dove ottiene un caloroso successo. La seconda, tratta dal romanzo di F. M. Dostoiewski e ridotta a libretto da Giovacchino Forzano, nel 1926 affronta il giudizio del pubblico al Teatro alla Scala di Milano, dove viene entusiasticamente acclamata, percorrendo poi sempre con esito felicissimo i principali teatri d’Italia e quelli di Germania.
Attualmente il Maestro Pedrollo Γ¨ insegnante di composizione al R. Conservatorio Β« G. Verdi Β» di Milano, e direttore di opere e concerti sinfonici all’E.I.A.R. di Milano. Egli tuttavia, nonostante queste occupazioni, ha composto una nuova opera Β« Primavera FiorentinaΒ Β», su libretto di Mario Ghisalberti, la quale fu rappresentata con grande successo al Teatro alla Scala di Milano il 28 febbraio 1932. Cosi un altro trionfo si e aggiunto ai tanti precedenti e la corona di alloro che il Pedrollo faticosamente si Γ¨ conquistata con la sua musica altamente melodica, modernamente equilibrata e schiettamente italiana, si Γ¨ arricchita di nuove fronde.
A questo geniale artista che, nell’inaugurazione del Monumento ai Caduti, musicΓ² ed offrΓ¬ alla Banda del nostro paese la Β« Marcia del Combattente Β», nell’ottobre del 1930 i Montebellani tributarono solenni onoranze accomunandolo ad un’altra gloria purissima di questa piccola terra: il Generale Vaccari. In quella occasione all’insigne maestro furono consegnati un ricco album contenente le firme di tutti i Montebellani ed una medaglia d’oro con incisa la seguente leggenda: Β« Ad Arrigo Pedrollo – assurto a gloria – per genio musicale – i cittadini di Montebello – 12 ottobre VIIIΒ Β».

Umberto Ravagnani

Foto: Arrigo Pedrollo in un ritratto del 1924 (APUR – Umberto Ravagnani).

 


ATTENZIONE: abbiamo in programma per il 19 Settembre 2019 una serata con LINO TIMILLERO (scarica la locandina)

 

CHI ERA LINO LOVATO?

AI LETTORI: L’Associazione Amici di Montebello sta preparando un evento per ricordare il nostro concittadino LINO LOVATO, pittore e scultore buono, generoso, sensibile, autore di molte opere artistiche. Chi avesse informazioni, aneddoti, suoi quadri, etc., Γ¨ invitato a mettersi in contatto con la redazione tramite e-mail, sms o cellulare (informazioni a fondo pagina).

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