[157] BAMBINI DI MONTEBELLO DURANTE L’ULTIMA GUERRA
Di LINO TIMILLERO – Coniston (AUSTRALIA)
« Questo racconto lo debbo scrivere in Italiano perché saranno presenti in esso anche gli zii di una Signora tornata a Montebello da un certo numero di anni. Datasi la lunghissima assenza dal Paese, il Dialetto non è il suo preferito modo di parlare. Quindi, anche per amicizia, spero che quanto scriverò in lingua le sia gradito.
1) A Montebello, lβultima Guerra fu veramente βsentitaβ negli ultimi due anni. Di questi, non saranno mai dimenticati i bombardamenti aerei che causarono la morte di persone innocenti. In questo periodo, i bambini e le bambine, frequentavano la Scuola in edifici che erano stanze messe a disposizione dei Maestri in varie localitΓ del Paese. Molte persone erano terrorizzate dai bombardamenti. Tanto che, varie famiglie vivevano nelle Frazioni a nord del Paese: Selva ed Agugliana, per essere piΓΉ lontani dai luoghi dove cadevano le bombe. Nostra madre, mandava anche due miei fratelli a dormire dallo zio Angelo (detto Moro), il quale aveva della terra a βmezzadriaβ, poco prima di arrivare alla Selva. GiΓ sfollata in quella casa in collina, cβera una intera famiglia di Montebello. Allβincrocio delle tre strade: Mira, Monte Grappa e contrada Selva, lΓ¬ cβera lβimpresa Agricola della famiglia Costa. Per due anni mio fratello frequentΓ² la Scuola nella stalla di quellβedificio. Allβinterno durante i mesi piΓΉ freddi. Sotto il portico quando la temperatura era appena piΓΉ mite. LβEdificio Scolastico proprio, vicino alla Chiesa, era occupato dal presidio Tedesco, presente nel Paese dalla fine di Settembre del 1943, quando lβItalia venne invasa dalle truppe Naziste. Le frequenze scolastiche, come si puΓ² ben capire, erano molto saltuarie. Nelle campagne, le donne ed i bambini, dovevano fare quello che competeva agli uomini che non cβerano. Per causa della Guerra. Chi era soldato. Chi era morto, e nessuno sapeva nulla. Chi era prigioniero, e di questi si sapeva ancora meno. Ma i campi e gli animali, non aspettavano. O si coltivavano i campi o non si raccoglieva. O si accudiva la stalla e si sfamavano le mucche o non si mungeva alcun latte, nΓ© per la famiglia, nΓ© per venderlo alla latteria. CiΓ² nonostante, gli Scolari di ambo i sessi, sentivano la necessitΓ di potersi, in qualche modo svagare, specialmente nei pomeriggi invernali, quandβera troppo freddo per giocare allβaperto. Mio fratello Luigi, che facilitΓ² la mia venuta in Australia tanti anni or sono, Γ¨ nato nel 1935. Aveva 9 anni nel β44!!! Come Riccardo, un poβ piΓΉ grande ed Adriano, un poβ piΓΉ giovane, gli zii della Signora a cui ho accennato allβinizio. Ed ha ancora la memoria buona Luigi!!! La sua ultima visita al Paese natio avvenne due anni or sono. Di quella sua ultima visita, mio fratello mi volle raccontare un particolare che mi sono sentito in dovere di riportare ai Montebellani di oggi.
[{ Un pomeriggio, mentre si trovava tra la porta dellβOratorio ed il Campanile, si sentΓ¬ chiamare. Era sua cugina Maria che gli chiedeva cosa stesse cercando. E si misero a parlare di comβera stata ben aggiustata la porta dellβOratorio. Maria accennΓ² al fatto che Adriano aveva fatto tutto quel lavoro. Qualche tempo dopo, mio fratello si trovΓ² con Adriano che cortesemente lo invitΓ² a pranzo. Fu cosΓ¬ che, parlando, tornarono sui ricordi di quando erano bambini. Riccardo, il fratello di Adriano, era quasi coetaneo di mio fratello e giocavano assieme, come Γ¨ cosa normalissima tra bambini. Anche e nonostante si fosse in tempo di Guerra. Essendo Adriano ben piΓΉ giovane, voleva sentire da mio fratello comβerano quegli anni. Quali e come venissero fatte certe azioni quotidiane. E che giochi venissero praticati. E di tante altre cose accadute in quegli anni di Guerra, di cui, essendo bambini, non potevano afferrare la tremenda fatalitΓ .
2) Debbo qui ricordare che Adriano e Luigi, erano avanti con gli anni, mio fratello piΓΉ di Adriano che era piΓΉ giovane di qualche anno! [{ βStavo guardando la porta dellβOratorioβ disse Luigi. E Adriano: βHo terminato di rimetterla a posto tre settimane faβ, disse, βma sai che quasi dovevo abbandonare tutto?β βPerchΓ©, chiese Luigi, cosa cβera che non andava?β E qui, Adriano, che ha sempre lavorato il legno, si mise a spiegare a mio fratello come avesse trovato, nel legno della porta, delle indentature che non riusciva a spiegarsi come fossero presenti nello spessorato legno di cui erano fabbricate le porte. Luigi disse: βMa come, non ti ricordi di quando SPARAVANO i bossoli con la pistola?β E Adriano:β Ma che βballeβ mi racconti?β βNon ti ricordi proprio?β fece ancora Luigi, eri ancora troppo piccolo. Dallβespressione del volto di Adriano, si comprendeva che, del fatto al quale accennava Luigi, Adriano non ricordava assolutamente niente. Come se, sulla lavagna della sua memoria, qualcuno avesse cancellato anche la piΓΉ piccola parte di quellβepisodio. Che, sotto la mia insistenza, mio fratello mi raccontΓ² due giorni or sono, senza interruzioni di alcun tipo. {[ Quando passavano per aria i bombardieri, qualcuna delle bombe che cadevano, non scoppiava. Forse era difettosa. Oppure il colpo contro il terreno la rompeva in due senza lo scoppio. E venivano raccolte per recuperare i metalli di cui la bomba era composta. Ed anche le polveri di esplosivo che si era sparso nella zona dovβera caduta la bomba inesplosa. Si raccoglievano anche le cartuccere usate che venivano gettate dagli aerei da caccia che passavano velocissimi a bassa quota sopra la Ferrovia o sulla Provinciale. Mitragliando, a volte, anche la parte del Campanile dovβΓ¨ la balaustra, come posso testimoniare io stesso. Con bambini della mia etΓ , avevamo inventato un tipo di βpistolaβ che poteva βsparareβ bossoli di moschetto! ]} Questa βpistolaβ fu il frutto di una rimarchevole ingegnositΓ di pre-adolescenti che non avevano nemmeno un pallone per poter giocare! A volte, data la mancanza di cibo sufficiente, non avevano tanta voglia di correre dietro ad un pallone, anche se fosse stato a disposizione. Dentro alle bombe inesplose, cβera la *βBalistiteβ*. Sembrava un pezzetto di cordicella. Un quarto di pollice di spessore e lunga 10 pollici (6 mm. e 250 mm.). Ci si deve ricordare che, tale βpistolaβ, βsparavaβ bossoli di moschetto, non pallottole vere. Nelle cartuccere che venivano raccolte, rimanevano sempre dei bossoli o delle munizioni non usate. Oppure, i bossoli vuoti venivano trovati sul terreno. Con un pezzo di legno, era stata costruita una rozza pistola con una impugnatura e, al posto della canna da sparo, veniva posizionata la cartuccia della mitragliatrice. Questa era aperta ai due lati, non essendoci piΓΉ la pallottola da una parte e la base con lβinnesco dallβaltra parte. Veniva fissata sulla scanalatura, preparata sopra lβimpugnatura, con due fili di ferro inchiodati nel legno. Anche la cartuccia del moschetto doveva essere vuota. Questa doveva essere pressata a forza nella cartuccia della mitraglia. La *βBalistiteβ*, che faceva parte della bomba inesplosa, ed immediatamente nascosta nella tasca dei pantaloni del ragazzo che la trovava, veniva innescata a forza nella cartuccia da mitraglia. Luigi abitava nella casa che, a quel tempo, era lβingresso della Villa Freschi, dove abitava, prima della Guerra, la Contessa (Eleonora Freschi-Sparavieri n.d.r.). Anche dentro la Villa, durante la Guerra, cβerano i Tedeschi Β». (Lino Timillero – 19-7-2019).
(Continua…)
Umberto Ravagnani
Foto:Β Una falegnameria degli anni 50 del Novecento (ricostruzione di fantasia – Umberto Ravagnani).
AI LETTORI: L’Associazione Amici di Montebello sta preparando un evento per ricordare il nostro concittadino LINO LOVATO, pittore e scultore buono, generoso, sensibile, autore di molte opere artistiche. Chi avesse informazioni, aneddoti, suoi quadri, etc., Γ¨ invitato a mettersi in contatto con la redazione tramite e-mail, sms o cellulare (vedi a fondo pagina). L’evento Γ¨ stato fissato per il 6-7-8 dicembre 2019. |
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