AMICI DI MONTEBELLO

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2 ottobre 2016 : CASTELLO DI THIENE (VILLA PORTO-COLLEONI)

 

Il castello di Thiene, chiamato anche palazzo (o villa) Porto Colleoni Thiene, si trova a Thiene, nella pedemontana vicentina. La denominazione “castello” non è propriamente corretta, anche se la struttura lo ricorda, viste le due torri laterali e la cinta di mura merlata; sarebbe più opportuno definirlo palazzo o, meglio ancora villa, dato che è un ottimo esempio di residenza di campagna pre-palladiana. In ogni caso resta un unicum nel suo genere, visto che si colloca appunto tra il castello medievale e la villa palladiana. Viene definito “castello” perché nella memoria della popolazione locale è stato sempre chiamato così.

La Storia

La struttura, costruita durante il XV secolo per volere di Francesco Porto seniore (uno dei più ricchi signori di Vicenza dell’epoca), deriva dalla tarda architettura medievale del palazzo gotico veneziano: il corpo centrale, planimetricamente sagomato a T e le due ali più elevate aggettanti, rimandano chiaramente al Fondaco dei Turchi a Venezia. In origine il palazzo di Thiene fu costruito come casa fondaco per l’immagazzinamento dei prodotti agricoli del territorio circostante; tale funzione si intuisce anche dai 5 grandi archi a tutto sesto del pianterreno e dalla grande pentafora (una delle poche presenti in terra ferma al di fuori di Venezia) affiancata da due monofore del primo piano necessarie per dare luce e aria ai prodotti immagazzinati. Nel corso del Cinquecento l’edificio venne sopraelevato con la creazione del secondo piano, destinato a magazzino, ottenuto dalla chiusura delle merlature sul corpo centrale e l’installazione di un tetto spiovente; quindi il primo piano venne trasformato in piano nobile, arredato ed abitato. Anche le ali laterali vennero sopraelevate, mantenendosi più elevate ed aggettanti rispetto al corpo centrale; conservando, inoltre, la merlatura originaria. Le due differenti fasi di costruzione sono bene visibili nelle ali laterali: mentre le finestre del primo piano sono gotiche, le finestre del secondo piano sono rinascimentali. L’opera di sopraelevazione, assieme alla costruzione dei due scaloni simmetrici ai lati della loggia che portano al piano superiore e della cinta muraria merlata sono opera di Francesco Porto juniore, nipote del seniore. La famiglia Porto mantenne la proprietà del castello fino al 1816, quando venne ereditato dalla famiglia Colleoni, che a sua volta mantenne la proprietà per tre generazioni fino al 1918, quando venne definitivamente ereditato dalla famiglia di Thiene, attuale proprietaria del castello.

Affreschi

 Affreschi del salone Al pianterreno, si trova il “camerone del Camino”, sala interamente affrescata da Giovanni Battista Zelotti e Giovanni Antonio Fasolo; i due pittori sono i più noti allievi di Paolo Veronese (al quale in precedenza erano stati attribuiti i medesimi affreschi). Le scene narrate rappresentano quattro episodi di storia romana tratti dal “Ab Urbe condita libri” di Tito Livio: L’incontro fra Massinissa e Sofonisba, Porsenna e Muzio Scevola, Il convitto di Cleopatra, La clemenza di Scipione.

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