AMICI DI MONTEBELLO

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4 Aprile 2014:  LUOGHI STORICI DI MONTEBELLO PER I RAGAZZI DELLE SCUOLE ELEMENTARI

 

La presenza di insediamenti abitati nella zona di Montebello in epoca preromana è testimoniata dal ritrovamento nel suo territorio di alcune tombe di epoca paleoveneta. Esistono riscontri anche in alcuni reperti emersi su tombe analoghe scoperte ad Este, che fu importante centro dei Veneti verso l’VIII secolo a.C.. La via Gallica che passava proprio di qui, ne favorì poi il suo sviluppo.
Successivamente, in età romana invece Montebello acquisì una certa importanza perché si trovava lungo la via consolare Postumia che, fin dal 148 a.C. congiungeva Genova ad Aquileia. Il suo tracciato all’interno dell’attuale comune non è ancora del tutto chiaro, ma con sicurezza si sa che vi si trovava una stazione di ristoro e di cambio cavalli detta Mutatio Aureos (edificio visibile ancor oggi, seppur pesantemente danneggiato dagli austriaci nella battaglia di Sorio del 1848 e più volte rimaneggiato nell’arco dei secoli, in località Mason; toponimo da cui risulta pertanto evidente l’origine dal nome Mansio-Mansione-Magione-Masone-Mason).
Una Mansio Templi quindi; unica precettoria templare nel vicentino dalla quale dipendeva anche la Gastaldia e la Commenda Gerosolimitana di S. Silvestro di Villaga. Una Domus mansionis de themplo cioè un’importante e ricca struttura ricettiva-assistenziale chiamata Militia Templi, dei Cavalieri del Tempio o Templari con il compito di accompagnare e sostenere i pellegrini diretti in Terra Santa all’interno dell’itinerarium Burdigalense.
Di questa domus romana, identificata fin dal IV secolo e che si attesta come pertinenza templare già dal 1189, si conservano ancora le straordinarie cantine a volta, i contrafforti esterni in pietra, l’arco da cui si accede al cortile interno, la vera del pozzo, una chiave di volta con incisa la croce templare ed alcune iscrizioni su pietra di difficile interpretazione.
Degna di nota è anche una pietra miliare o cippo di epoca romana che si trova prospiciente all’edificio sul percorso dei cavalieri, che reca delle iscrizioni purtroppo non più leggibili. Esiste tuttora un dettagliato inventario inquisitoriale del 1310, stilato nell’imminenza della soppressione dell’Ordine cavalleresco.
Dal Medioevo al Risorgimento
Dopo il crollo dell’Impero Romano la zona subì via via il dominio dei Goti, dei Longobardi e dei Franchi; non vi sono però documenti risalenti al periodo di transizione tra la dominazione dei Franchi e l’inizio dell’età feudale, durante la quale Montebello fu governato dalla famiglia Maltraverso (tra l’XI e il XIII secolo).
Fu dunque ceduto al Comune di Vicenza, e in seguito passò sotto il dominio degli Scaligeri di Verona durante la loro espansione verso Vicenza (XIV secolo); in questo frangente conobbe un periodo tumultuoso, dovuto ai conflitti tra gli Scaligeri, i Carraresi di Padova, i Visconti di Milano e la Repubblica di Venezia, alla quale Montebello fu annesso all’inizio del XV secolo e sotto il cui controllo rimase fino alla caduta della Serenissima per mano di Napoleone Bonaparte nel 1797.
Napoleone Bonaparte soggiornò col suo esercito nella canonica di Montebello durante la campagna d’Italia, accolto non molto amichevolmente dagli abitanti che si rivoltarono; nel 1813 passò quindi agli austriaci.
Un evento storico rilevante è la battaglia risorgimentale (cosiddetta “Battaglia di Sorio”) avvenuta l’8 aprile del 1848, durante la quale 2200 giovani studenti italiani (molti dei quali provenienti dall’Università di Padova), tutti volontari, male armati e poco organizzati, si scontrarono con 3000 soldati austriaci tra Montebello e Sorio (frazione del confinante comune di Gambellara); la migliore preparazione delle milizie austriache permise loro di prevalere: la battaglia si risolse con 50 vittime tra i volontari ed un numero non precisato ma certamente alto di feriti. Oggi è ricordata da una Guglia eretta in loro memoria a Sorio.
Dal Risorgimento ai giorni nostri
Nel 1866 il Veneto fu annesso all’Italia, e con esso naturalmente anche Montebello, che fu indicato come Vicentino per distinguerlo da altri comuni dello stesso nome. In seguito a ciò, le vicende del paese rifletterono quelle del resto d’Italia: la Grande Guerra portò via tanti giovani, ai quali fu dedicato un monumento; da segnalare che il Generale Giuseppe Vaccari, che guidò la resistenza sul Piave, era nato a Montebello.
L’avvento del Fascismo pose fine ad un periodo di turbolenze sociali e politiche, tuttavia un risollevamento dall’economia si ebbe solo al termine della Seconda guerra mondiale. Dopo l’8 settembre 1943 i tedeschi, per creare una linea di protezione per la loro ritirata, fecero scavare nel paese un vallo, che però fu facilmente superato dai carri armati alleati. Il paese fu bombardato dalla flotta aerea degli alleati, che il 15 ottobre del 1944 sganciarono 183 bombe GP da 500 libbre che, indirizzate verso il ponte ferroviario, colpirono invece le frazioni di Ronchi e Borgo.
Nel dopoguerra si assistette dapprima a fasi emigratorie, e in seguito al cosiddetto miracolo economico del nord est, che portò benessere ma anche inquinamento ed eccessiva cementificazione di alcune zone. Al giorno d’oggi, Montebello è meta d’immigrazione proveniente principalmente dal Nordafrica, dal Ghana, dal Bangladesh e dallo Sri Lanka, e in misura minore dai paesi dell’est europeo.
Monumenti e luoghi d’interesse

Il castello
Probabilmente una fortificazione esisteva già in epoca romana, ma notizie più sicure parlano della sua presenza verso il IX-X secolo. Opera di Cangrande della Scala sono il restauro e il rinforzo del castello nel XIV secolo, ultimo lavoro compiuto su di esso. Da allora, è passato di proprietà via via a diversi signori locali, per giungere pressoché in rovina fino ai giorni nostri. Nelle sue immediate vicinanze, nella prima metà dell’Ottocento fu costruito un palazzo, di vago richiamo gotico.
Il castello è stato recentemente ristrutturato, ma non è visitabile in quanto di proprietà privata.
La chiesa prepositurale
La chiesa prepositurale di Montebello sorge dove in precedenza si trovava la Pieve. La costruzione dell’edificio ebbe inizio nel 1764, e la consacrazione avvenne il 14 gennaio 1798, quando i lavori non erano ancora del tutto ultimati; il completamento avvenne quasi un secolo dopo. Nel 1848 fu aggiunta una torre campanaria.
È incerta l’attribuzione sia dell’edificazione del campanile sia della facciata: si sa che il disegno è dell’architetto veneto Giorgio Massari, che realizzò l’interno, tuttavia i lavori furono eseguiti anni dopo la sua morte, e questo porta a pensare che altri, oltre ad aver materialmente portato a termine l’opera, abbiano introdotto delle variazioni più o meno rilevanti al disegno originale, fino ad arrivare all’attuale aspetto che richiama lo stile neoclassico.
Di estrema importanza e fattura architettonica è lo splendido pozzo rinascimentale collocato nei giardini prospicienti la chiesa.

Il ponte di Palladio sul Guà
Nel 1575 la Serenissima avviò la costruzione di un ponte sul torrente Guà su disegno dell’architetto Andrea Palladio.[senza fonte] Il progetto prevedeva una costruzione in pietra, a cinque archi, ma in seguito alla morte del Palladio, avvenuta nel 1580, furono introdotte delle varianti all’idea originale: i due archi minori, più esterni, furono completamente murati, con l’intento di aumentare la robustezza della struttura. Tuttavia, proprio per questo motivo il ponte offriva troppa resistenza all’acqua, e già nel 1588 era pericolante a causa soprattutto dell’irregolarità del torrente e delle sue piene irruenti. Il ponte resistette ancora per quasi un secolo e nel 1669 fu distrutto definitivamente (da Wikipedia).

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